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Economia

Referendum 2025: nessun quorum raggiunto, 140 Milioni di euro sprecati. La Meloni soddisfi ora l’elettorato

Nessun referendum 2025 ha raggiunto il quorum, con affluenza sotto il 30%. 140 milioni di euro sprecati, tra cui schede bianche dall’estero. Tajani propone più firme per evitare parate inutili. La Meloni dovrebbe ora fare “Qualcosa di destra”

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Il referendum 5, che mirava a semplificare l’accesso alla cittadinanza per i giovani stranieri, è stato quello con la maggiore affluenza, ma si è fermato appena al di sotto del 30%, senza raggiungere il quorum del 50%+1, se consideriamo il totale dei voti, compresi quelli degli italiani all’estero:

Nessun quesito referendario, incluso il referendum 5, ha superato questa soglia, con una partecipazione complessiva che ha deluso le aspettative. All’estero, i referendum sul lavoro hanno registrato ancora meno voti, evidenziando un disinteresse marcato. I 140 milioni di euro spesi per queste consultazioni risultano così un investimento vano, in italia e all’estero. Del resto che cosa interessava ai nostri cittadini residenti in Australia delle norme sul lavoro in Italia?

Il governo, forte di questo flop, sta valutando di inasprire le regole e i quorum per la raccolta firme, resa troppo semplice dall’introduzione della firma elettronica. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenuto al Tg1, ha dichiarato: «Servono probabilmente più firme, anche perché abbiamo speso tantissimi soldi per portare schede all’estero che sono tornate bianche». L’obiettivo è evitare che la sinistra utilizzi i referendum come parate politiche, proponendo consultazioni destinate a fallire il quorum, con costi insostenibili per lo Stato.

Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, protagonista indiscusso della campagna referendaria più di Elly Schlein (Pd) e Giuseppe Conte (M5s), ha definito il risultato un “punto di partenza”, nonostante l’evidente insuccesso. Una lettura ottimista che stride con la realtà: il mancato quorum segna una sconfitta per la sinistra, incapace di mobilitare l’elettorato. Non solo, parlad i 14 milioni di voti, come fa la Schlein, è pura propaganda  spargifumo: il referendum bandiera sulla cittadinanza ha visto poco più di 9 milioni di si.…  Troppo pochi, a meno che non si punti ad essere all’opposizione in eterno.

Landini, primo a esporsi, sembra ignorare che questo “punto di partenza” potrebbe invece essere un “Punto di arrivo”  o la fine per la sinistra barricandiera, che se pensa di mobilitare il paese a suon di Palestina e di voto agli immigrati è destinata a cocenti sconfitte. Perfino solo il 65% dei cittadini di sinistra mobilitati a vergate ha votato per la cittadinanza rapida agli immigrati, e questo dimostra che i vertici piddo-pentastellati-verdi  non solo non conoscono gli italiani, ma neanchee bene la propria base. Se avessero proposto un referendum per eliminare il tappo attaccato alle bottiglie di plastica, probabilmente avrebbero vinto.

La débâcle evidenzia una crisi di fiducia nei confronti di battaglie percepite come ideologiche e scollegate dai bisogni reali. Il governo ha ora l’opportunità di rispondere con riforme concrete, come una cittadinanza per esame o una semplificazione burocratica, per riconquistare i cittadini, ma deve avere il coraggio di farle, senza farsi ipnotizzare dalle perdenti battaglie europeiste. Cara Meloni, è ora di dire qualcosa di Italiano, chiaro e preciso, perché ora c’è la battaglia più difficile, qualla di portare gli elettori alle urne.

La sinistra, invece, deve decidere se evolversi o continuare su una strada che gli italiani sembrano rifiutare. Se pensate che la trasformazione sarà semplice, vi sbagliate: il massimalismo ha sempre un fascino irresistibile.


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