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Il reddito di cittadinanza è la trappola per la lotta di classe?

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reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza è davvero un incentivo a trovare lavoro?
È una forma di sostegno economico o voto di scambio?
Se non è efficace come possiamo trovare la soluzione migliore?

In questo articolo vediamo qual è il punto di vista di Economia Spiegata Facile.

E dunque ci risiamo, complice la nostra scarsa vena comunicativa accoppiata alla scadente empatia sui social, che hanno causato un vero e proprio match sulla nostra pagina Facebook, a ricalcare i passi attorno al tema del COSIDDETTO (scritto tutto in grande) reddito di cittadinanza (RDC).
E ripetiamo, ricalcare, poiché si perdono, visto il numero, le volte che ne abbiamo scritto ormai in ogni dove.


La questione del lavoro in Italia e in Europa

In Italia manca il lavoro.
Se volete sapere perché leggete il libro di economia spiegata facile.

Il reddito di cittadinanza è studiato per essere un palliativo nella speranza che un po’ di ossigeno (la maggior parte sprecato, leggetevi gli articoli in fondo) giunga all’economia in attesa che la BCE intervenisse in modo massiccio e perenne sulle emissioni di Titoli pubblici.

La pacchia del reddito di cittadinanza

Secondo questo quotidiano online il reddito di cittadinanza sarebbe una pacchia. È davvero così? La condivisione di questo articolo sulla nostra pagina ha fatto scoppiare la polemica.

fonte: Live Sicilia


Peccato che sia arrivato il covid e andare a rimorchio in pieno stile Prima Repubblica del prestatore di ultima istanza sia ormai un treno passato.
Cosa ci avrebbe fatto poi la banda dei diplomati nella stanza dei bottoni, con quei prestiti è facile intuirlo.
È scritto nero su bianco anche nei disegni legge che mettono in vigore il reddito di cittadinanza:

“Chi non accetterà lavori degradanti (gli unici rimasti in Italia per la quasi totalità dei disoccupati) non avrà più un soldo.”

È scritto proprio così.
Solo che il grillino da una parte e il disoccupato dall’altra sanno benissimo che, non essendoci lavoro per tutti, manco a far finta, il patto elettorale rimarrà in vigore fino a quando le casse dello Stato reggeranno. Appunto.

Cosa alquanto improbabile sul lungo termine:

Per la corte dei conti il reddito di cittadinanza è un fallimento

fonte: Qui finanza

È questo è il primo pezzo di realtà (che messo sull’altro piatto della bilancia, quello dei diritti, pesa una bella cifra) che l’italiano occulta deliberatamente dai suoi pensieri.

Poi ce n’è un secondo:

È l'ora delle scelte, chi deve sopravvivere?

È l’ora delle scelte, chi deve sopravvivere?

fonte: Huffington post

Che è un altro bel carico da novanta.

Ma per i meno distratti sono cose sentite con un certo anticipo, visto che lo avevamo previsto con due articoli, datati marzo 2020, piuttosto precisi sul tema:


PERCHÉ MANCA IL LAVORO?
SCOPRILO CON:

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Il laureato

Ma c’è il laureato. In Italia c’è sempre il laureato. C’era negli anni Settanta, c’era negli anni Ottanta e poi via via fino ad oggi, c’è sempre stato il laureato.
In Italia è una forma di vita mitologica, sempre accodato al concorso pubblico di turno, sempre in attesa che dall’alto gli venga calato il vestito su misura, perché mammà e papà l’hanno cresciuto con questa mentalità.
Ovviamente non facciamo riferimento a tutti i laureati, ma soltanto a questa particolare specie, particolarmente attiva e lacrimante sui social.
Il laureato è quello che proprio nel momento in cui s’è laureato è sparito il lavoro. Il lavoro per lui. Il lavoro per cui s’era laureato. Perbacco!

Il nostro laureato (quello che usiamo a mo’ di personaggio per accennare ad un certo atteggiamento) è un laureato che siccome è laureato non può sporcarsi le mani. Questo nell’immaginario collettivo.

Beh in verità oggi ne abbiamo una versione aggiornata ai tempi di reddito di cittadinanza.
Negli anni infatti il laureato è diventato meno schizzinoso, lo diciamo senza ironia.
Il laureato trova quantomeno inopportuno per non dire umiliante andare a lavorare per 600€ al mese.

A laureà ma infatti chi ti obbliga?

Meglio 600€ di reddito di cittadinanza.
Che per il laureato (che qui dipingiamo come prototipo, un personaggio adatto ad incernare un certo atteggiamento supino, senza voler generalizzare) non è umiliante…

Il laureato

È del tutto evidente che al laureato non interessa valorizzare la sua laurea e le sue esperienze all’estero o le tre lingue.
Non contempla neanche lontanamente l’idea di crearsi un lavoro con quello che sa e magari guadagnare molto. Al laureato interessa il contratto a tempo indeterminato sotto padrone. Purché il padrone sia qualcun altro. Mettersi in proprio e dare lavoro ad altri come lui? Ma scherziamo?
Quì la dignità non centra, PUNTO. Semplicemente la creazione di un mondo migliore viene sempre delegata a qualcun altro.

 

Vedo grillini e disoccupati che si lamentano


Tu prova a dirgli (dando per scontato che sia almeno temporaneamente per non crepare di fame) di aprirsi la partita iva e fondi una azienda.
Il laureato ti risponderà che “eh, allora la soluzione è che tutti si aprano la partita iva, vile schiavista”.

No, aureato, potrebbe darsi che – se sai fare il tuo lavoro – temporaneamente, invece di startene sui social a perdere le giornate tu, con il CV che ti ritrovi, le potresti passare a lavorare in proprio al costo orario che deciti tu!

Baby, significa che se nessuno lo fa, dovresti essere tu ad assumere qualcun altro con pieni diritti ed uno stipendio pieno.

Significa, caro laureato, che se sei tu ad aprire una azienda potrai assumere TU delle persone che non possono mettersi in proprio.
Eh già! Perché non è che chi vorresti che assumesse te, è protetto dal Signore più di te. Anzi.

 

La potenza difuoco, il cerino lasciato in mano agli imprenditori

Del resto lo Stato che soldi ha messo in gioco?
Conte non aveva dato l’ultimatum alla UE?

E veniamo alla tanto annunciata potenza di fuoco:

 

Potenza di fuoco

 

E il confronto con i nostri principali concorrenti o mercati di riferimento a marzo:

 

fonte: Pagella politica

 

E questa la realtà che ci siamo ritrovati a fine maggio (soldi veri sono quelli colorati di azzurro scuro):

 

Quindi, se lo Stato non ci mette i soldi, ma solo garanzie sui prestiti che i privati dovranno chiedere alle banche per restare in piedi, se i modesti “aiuti”, cioè i prestiti dalla Ue non arriveranno prima del 2012 e verranno spalmati sul bilancio di ben 6 anni, a chi se non agli imprenditori lo Stato ha lasciato il cerino in mano?

 

 

Quando la qualità dei politici è questa e lo Stato non c’è più, chi viene chiamato a salvare la baracca?

 

E tu, o laureato, volti le spalle alla potenza di fuoco che continui a magnificare in ogni dove? Perché per cosa credi che serva se non per creare nuovi posti di lavoro a spese del privato? Perché non ne approfitti per crearne un po’ anche tu?

E beh, certo, non pretenderemo che sia il laureato a chiedere un prestito alla banca garantito dallo Stato…
Per lui è normale che a rischiare il culo siano gli altri.

E invece no. CLICK!
L’avete sentita? È appena scattata la trappola. Il pollo laureato è spacciato!


La trappola

Si è appena materializzato l’obiettivo del controllo totale del capitale sulle masse.
Dividendo tra l’altro i poveri dai poveri: reddito di cittadinanza a te sì, a te no!

Per chi si avvicinasse alle teorie della MMT questa sarebbe una delle primissime lezioni che riceverebbe.
Ovvero: come il potere ti mette nel sacco offrendoti quella che all’apparenza è una opportunità e invece è un compromesso al ribasso.

 

von Hayek

 

“La necessità di qualche forma di soluzione in una società industriale (assistenza pubblica) è fuori di dubbio – anche solo nell’interesse di coloro che devono essere protetti dai gesti di disperazione dei bisognosi”.

Von Hayek – Individualism and Economic Order (Individualismo e ordine economico).

 

Karl Polanyi

 

E da lì non ti schiodi più. Prova ne sia la crisi del lavoro che da ormai quindici anni è sempre più drammatica.
Non ci risolleveremo mai. Scacco matto alla lotta di classe, via libera alla lotta per i diritti di pura cosmesi.

Per approfondire, leggi qui e qui.


Il reddito di cittadinanza secondo ESF

Mettiamo in fila i punti base dell’opinione di Economia Spiegata Facile sul tema:

1) IL RDC, PER ESSERE CHIAMATO TALE, ANDREBBE DATO A TUTTI I CITTADINI ITALIANI, NESSUNO ESCLUSO, NELLE FORME E NEI TERMINI PIÙ ADEGUATI AL RISPETTO DEI PRINCIPI DI EQUITÀ E DI GIUSTIZIA PREVISTI DALLA COSTITUZIONE ITALIANA;

2) DEVE AVERE COME OBIETTIVI:

  • L’AGEVOLAZIONE DELL’ADATTAMENTO DEI CITTADINI AI CAMBIAMENTI GLOBALI TROPPO RAPIDI RISPETTO ALLE CAPACITÀ COGNITIVE DEI SINGOLI E DELLE MASSE
  • DIFENDERE CHI NON È OGGETTIVAMENTE ADATTABILE A DETTI MUTAMENTI
  • SOSTENERE LA TRANSIZIONE DI INTERE CLASSI PRODUTTIVE VERSO LA NUOVA FRONTIERA TECNOLOGICA IN ARRIVO;

3) DEVE ESSERE MOTORE DI EVOLUZIONE SPONTANEA O INDOTTA DEL SINGOLO, DELLE COMUNITÀ, E PIÙ IN GENERALE DELLA COLLETTIVITÀ SIA IN TERMINI UMANI E SPIRITUALI, CHE MERAMENTE PRODUTTIVI;

4) ANDREBBE CORRISPOSTO SOLTANTO A CHI APRE (O HA GIÀ APERTO) UNA PARTITA IVA. SPIEGHIAMO PIÙ SOTTO PERCHÉ.

NOTA IMPORTANTE: per produzione, economia, industria, ecc. non intendiamo necessariamente i rispettivi valori attuali, anzi, intendiamo valori diversi da quelli odierni, dove per esempio per produzione intendiamo la realizzazione di oggetti.

Per produzione ESF intende qualsiasi bene, servizio o altro – materiale o immateriale – recante con sé il valore di un miglioramento, quindi un vantaggio sociale, economico, psicofisico, morale, materiale che il produttore cede alla comunità.

In una parola, PROGRESSO.


Il mondo è cambiato, non ti va bene?
Rimboccati le maniche e cambialo ancora

Questo ennesimo articolo sul tema si deve ai continui dibattiti con persone che o ci fanno o ci sono, convinte del fatto che tutto debba essere loro offerto come dovuto tributo alla loro stessa esistenza.

Svegliatevi, il mondo è cambiato e non in chiave assistenzialista.

Del resto è su questo principio del travisamento del concetto di diritti che si fondano le più grandi conquiste egoistiche del mondo.

Il diritto ai diritti è diventato il vero sport nazionale.
Peccato che a furia di scendere i piazza per i diritti più distanti dalle esigenze collegate alle crisi che si inanellano da decenni, ci siamo accorti oggi che i diritti fondamentali non solo non ci sono più, ma non possono più essere garantiti dallo Stato.
E che senza la tutela dello Stato non esista nessun altro “avvocato del popolo” che possa sostituirla.

Hanno marciato a fianco degli eroi di Mani pulite, contro il pentapartito, contro la castacriccacorruzione.
Contro lo Stato invasore e pervadente, dando per scontato che laddove c’era lo Stato ci fosse malaffare.

Hanno sghignazzato agli spettacoli di Grillo, che li avvertiva che lo Tsunami sarebbe arrivato.
Ma lo hanno fatto con gli occhi bendati, dormendo in piedi.

Ora che lo tsunami è arrivato si incazzano e battono cassa contro il lavoro malpagato alla faccia della laurea e a favore del RDC, che a detta loro, darebbe dignità al cittadino.


Reddito di cittadinanza o lavoro?

Reddito di cittadinanza o lavoro?

 

“600€ al mese sono un’umiliazione, quindi dateci 600€ al mese
in cambio del rifiuto delle vostre schifose offerte di lavoro, perché così è più dignitoso”

 

Sì ma le proposte di lavoro nel piano del reddito di cittadinanza sono uguali o peggiori di quelli rimasti sul mercato. Quindi come la mettiamo?

Il punto insomma sembra essere il seguente: il RDC ha restituito dignità agli ultimi e finalmente ci rende liberi di rifiutare offerte di lavoro sconvenienti (MA VA’?).
Sei contro questa idea? allora sei alla pari di Confindustria e soci, uno sporco schiavista.

È sempre la solita storia: la civiltà dei diritti (ma con le pezze al culo) non cita mai doveri e responsabilità. Specie le responsabilità di aver contribuito a devastare i diritti basilari.

Hanno abbracciato la moneta unica, perché gli consente di comprare tutto ciò che il mercato offre anche se non hanno uno stipendio.
Si sono adagiati sull’idea che la globalizzazione gli avrebbe messo qualsiasi merce a portata di click.
Hanno chiesto meno Stato e più impresa perché si sentivano in catene.
Hanno tifato per le privatizzazioni, perché dicevano che erano uno spreco.

E tu in cambio di questa rivoluzione che cosa offri, il tuo CV?
Essì, perché sventolano il curriculum come se di per sé dovesse rappresentare un diritto acquisito.

E se il mercato del tuo CV non sa cosa farsene?
E se l’impresa è morta asfissiata dalle logice mercantili che regolano l’Europa?
Se l’impiego pubblico non c’è più perché il settore pubblico è sparito?
Con chi ti incazzi adesso che non c’è neanche uno Stato a cui tirare le pietre?

Ma poi il tuo CV è coerente con il mondo del futuro dove tutti hanno il diritto a tutto o è fermo al secolo scorso?
La tua laurea ricambia le attese professionali o è servita solo per farti la foto al giorno della tesi con mamma e papà che ci tenevano tanto ad esibirti come trofeo con amici e parenti?
Insomma tu hai mercato (sai fare qualcosa di utile e fatto bene) o no?
Perché quello (con rare eccezioni) non lo decide lo Stato. Lo decide il mercato. Ma da sempre.

Adesso perché l’acqua ti tocca le terga ti vai a vedere i film di Ken Loach? Ti serve prenedere coscienza? Adesso? E per farne cosa, per piangere su facebook o per riprendere a lottare?
Ma stai a casa che è meglio!


Reddito di cittadinanza? Se apri la partita IVA

O altra posizione prevista dallo Stato che dia modo al cittadino di dimostrare la propria volontà di lavorare. Solo questo.

Se il reddito di cittadinanza fosse davvero concepito come leva per cercare/creare lavoro non si vede perché non dovrebbe essere stato regolamentato a dovere. Non per fare lo schiavo ma per poter dare alla comunità quello che sai fare e che serve alla collettività.

In ambienti M5S è arcinota la litania sul reddito universale in due assiomi che suonano pressappoco così:

1- “ad ogni cittadino spetta un minimo di sussitenza.
Se no, visto che in fabbrica ci vanno i robot e non gli operai (sì, ma come te la sogni tu, fra 40/50 anni, forse) chi le compra le merci prodotte?”

E chi ti dice che qualcuno te le voglia vendere e che invece non sia la scusa buona per far fuori qualche miliardo di ciuccia risorse (leggi STIAMO ENTRANDO NELLA AMA-ZONE. TENETEVI PRONTI ALL’IMPATTO)?(ndr)

2- “e chi invece vorrà continuare a lavorare, guadagnerà molto di più”

Finché tutti gli altri non organizzeranno una nuova lotta di classe perché sarà per loro troppo umiliante poter spendere di meno dei ricchi, giusto?(ndr)

Bene, allora quale occasione migliore di questa sarebbe stata sperimentare un doppio binario con l’erogazione del RDC via p.iva per tutti, con la possibilità di chi ha capacità ed energie, di mettersi in gioco?

Il principio è molto semplice: cosa sai fare? Sai inventare, Progettare? Suonare la chitarra?
Bene, con la tua partita iva potrai essere in regola per creare, suonare/insegnare, ecc.


PERCHÉ IL REDDITO DI CITTADINANZA NON BASTA?

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Che strumentazioni ti servono?
Un laboratorio, uno studio? Un’aula per tenere corsi?
Ti finanzio a fondo perduto dopo aver stabilito assieme il budget adatto.
Stabiliamo assieme anche la zona, perché è chiaro che se mi vieni a dire che vivi sul cucuzzolo della montaga tutto solo soletto e ti vuoi aprire il negozio nel seminterrato o che ti devo portare la fibra ottica sul cucuzzolo, che mi costa tre miliardi, mica sono fesso.

Muovi il culo e scendi a valle.
Fino a lì ti vengo incontro.

A questo dovrebbe servire il navigator.
Non a prendere lo stipendio (circa 1700€ netti che manco un ingegnere elettronico…) più il sussidio di 600€ per le partite iva (ma come, anche se sono stipendiati? Essì, perché non è mica vero che i diplomati nella stanza dei bottoni, cercano voti, nooooo!) per starsene a casa perché c’è il covid!

Tutto a fondo perduto!
Io ti do anche il RDC per qualche tempo, per quanto? 1-2-3 anni?
Poi però devi saper camminare da solo.
Se no sticazzi vecchio mio!

Sarebbe stato tutto molto più semplice.
L’Italia è il Paese delle partite iva.
Non occorreva nemmeno tutta la trafila delle certificazioni via ISEE per non essere neanche in grado di individuare mafiosi, ex brigatisti e malviventi a cui è finito in tasca il RDC (!1!!1!).
In mezzo a loro è pieno di rapporti di dipendenza sottopagata travestiti da collaborazioni professionali.
Figuriamoci se non è gente motivata e di buona volontà.

vincolo del 3% e patto di stabilità

vincolo del 3% e patto di stabilità – dal libro di economia spiegata facile

Ma per farlo bisogna mettersi di traverso in Europa.
Occorre sbattersene del vincolo del 3% come hanno fatto Irlanda, Francia e Portogallo.
Dobbiamo dire all’Olanda: “bene, da voi arrivano 6 miliardi all’anno di soldi delle tasse eluse in Italia. Sai come facciamo? che noi all’Europa da domani daremo 6 miliardi in meno di contributi europei.”.

Oppure uscire dall’euro.

Questi discorsi li avete sentiti fare ai protettori del reddito di cittadinanza?
No, se ne guardano bene di mettersi contro l’Europa.
Perché un minuto dopo ci sarebbe lo spread a disarcionarli dalla poltrona!


Conclusioni

Vedo molte persone che per anni hanno tifato contro lo Stato, affogare lamentandosi che non c’è più lo Stato.

Al laureato lo hanno scritto bello chiaro e tondo che se non accetterà lavori degradanti (gli unici rimasti in Italia per la quasi totalità dei disoccupati) non avrà più un soldo.
Solo che gliel’hanno indorata con la PNL e non se n’è accorto che serviva a pigliare voti.

In attesa che lo Stato ci riporti tutti nei dorati anni settanta, dove lo stellone tricolore premiava tutti con ricchi premi e cotillons, rimanete pure con i vostri CV in mano invece di ricostruire lo Stato, non per voi stessi, ma per quelli migliori di noi che verranno domani.
Eh già, dice il laureato a spasso, ma a me cosa viene in tasca?
Meglio la lenta agonia con conto finale lasciato alle future generazioni. Non quello del debito pubblico, ma del reddito di sopravvivenza.

Essì, perché in fondo il reddito di cittadinanza è una trappola per topi che ha incanalato il dissenso e la rabbia.
A nostro avviso involontariamente da parete dei parlamentari del M5S, ma certamente da parte delle classi dominanti che hanno, conoscenza, cultura, strumenti e mezzi per prevedere a lunghissimo termine come muoversi e soprattutto conosce benissimo la psicologia delle masse.


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