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RECOVERY FUND RINVIATO E DEPOTENZIATO: CHE FARANNO ORA CONTE E MATTARELLA

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Ieri si è tenuto l’incontro telematico che ha sostituito il Consiglio dell’unione europea che avrebbe dovuto gettare le basi, almeno, del Recovery Fund, o meglio del “Next Generation EU”, così come chiamato dal servizio marketing della Commissione.

Il risultato è stato un bel nulla di fatto, anzi uno schiaffo secco all’Italia. quest’ultimo deriva dalla conferma delle sanzioni alla Russia, contro le quali si era pronunciato il ministro degli esteri Di Maio, che è stato zittito, punito e messo nell’angolo. Sanzioni a Putin confermate, posizione dell’Italia non pervenuta, ed avanti così. Quindi il nulla di fatto del Recovery Fund.

A dircelo è indirettamente lo stesso Gentiloni, il principe degli europeisti, il cameriere di Dombrovskis e della Von Der Leyen:

L’obiettivo dalla creazione di un fondo era diventato solo evitare che qualcuno lo fermasse, ed allora… tutto bene!! Però  chi NON vuole il fondo, che siano esplicitamente Austriaci, Olandesi, Finlandesi etc, o implicitamente i tedeschi, non ha bisogno di agire, basta tirarla alla lunga finchè tutto sarà o passato in dimenticatoio, o inutile, perchè tardivo, o talmente depotenziato dall’essere innocuo. Perchè così vanno le cose nell’Unione: non ci si oppone apertamente, si lascia che le cose vadano a Ramengo (mi veniva un nome con la P, ma evitiamo) da sole. Quindi il motto nato dalla riunione virtuale del Consiglio dell’Unione Europea di ieri è: “Ognuno per sè, Dio per tutti“. I nordici decristianizzati si accontenteranno di Allah e di Thor.

Chi legge Scenari Economici, dove scrive gente senza fette di salame sugli occhi, sa che nessuno dei nostri autori ha mai avuto fiducia in questo pastrocchio europeo. Dal nostro punto di vista non è cambiato nulla: la situazione è disastrosa e potenzialmente rivoluzionaria ora come lo era a marzo. L’Europa non offrirà nulla se non il depauperante MES, sempre sul tavolo come una pistola carica con cui suicidarsi. Però cosa diranno ora i vari Conte e Mattarella. L’avvocato pugliese può anche tornare a casa a fare danni nelle aule dei tribunali, ma il presidente della repubblica, suo grande sponsor, ha puntato tutto sul cavallo sbagliato, ha piegato da due anni la politica al “Fogno Europeo” (ricordiamo la vicenda del mancano ministro dell’Economia, prof Paolo Savona), per cosa? Per ottenere un pugno di mosche che, fra qualche mese, quando le aziende saranno fallite, cancellerà non solo il benessere italiano, ma perfino l’ordine pubblico, e la sicurezza sociale. Come passerà alla storia questo presidente, dopo che i lecchini di professione della TV di stato e de La 7 saranno andati a casa? Come il Valentiniano III dei nostri tempi? (se non sapete chi è Valentiniano III prendetevela con i vostri docenti e cercate sul web).

Cosa resterà delle macerie del quirinale? Si ammucchieranno insieme a quelle dell’Italia? Cosa fermerà dal contestare anche la massima carica? Chissà se qualcuno se lo chiede a Roma.

 

 


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