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Euro crisis

DISOCCUPAZIONE GIOVANILE: rassegnatevi, le decisioni di Eurocrati e PD non risolveranno mai il problema!

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Da qualche anno, le politiche economiche dell’Eurozona sono a completa trazione tedesca. La Germania ha conseguito buoni risultati con le sue teorie, ma ha avuto bisogno di cannibalizzare le economie vicine, come un ragno che succhia le vittime intrappolate nella sua ragnatela. Una nazione di 80 milioni di abitanti ha la chance di puntare sulla crescita per export e conseguenti investimenti (privati e pubblici) mano a mano che il proprio mercato di sbocco cresce, basta imporre regole ferree ai partner commerciali tali da mettere fuori gioco le loro industrie!

Più problematico è esportare tale modello a circa 300 milioni di abitanti poiché SE per una sola nazione è stato necessario sottomettere un intero continente (l’Europa), perché un continente intero possa dimostrare la bontà della Legge di Say sarebbe necessario sottomettere (a suon di export) l’intero mondo!

Di tal guisa, le teorie dei tecnici economisti dell’Eurozona, tanto amate dai massimi dirigenti del Partito Democratico (che non perdono occasione per parlare di INVESTIMENTI ed EXPORT)……

…..qui Renzi:

PD E DISOCCUPAZIONE 4

….ed ancora Renzi:

PD E DISOCCUPAZIONE 5

….e qui anche l’immensa Pina Picierno che sottolinea, per la sua regione, le sue idee per risolvere la disoccupazione giovanile Campana:

PD E DISOCCUPAZIONE 6

…. queste teorie, dicevo, non potranno mai farci conseguire i risultati di crescita auspicata per far calare la disoccupazione, in particolar modo quella giovanile.

Questa mia affermazione trova conferma negli studi del Fondo Monetario Internazionale. E’ di recente emissione il seguente documento che smonta una per una le false teorie dei tecnocrati di Bruxelles e degli incompetenti dirigenti di PD e MEF.

PD E DISOCCUPAZIONE 7

L’analisi effettuata dagli economisti del Fondo Monetario Internazionale conferma in modo inequivocabile che l’attività economica è stata la più importante determinante nella variazione del tasso di disoccupazione in Europe.

Ciò è vero a prescindere da come l’attività economica si misura (la crescita del PIL o l’output gap).

I paesi che hanno vissuto il più grande declino dell’attività economica, dopo la crisi tendono ad essere quelli con i maggiori aumenti dei tassi di disoccupazione giovanile.

I cambiamenti nell’Output, in media, sono responsabili al 50% delle variazioni dei tassi di disoccupazione giovanile e al 60% delle variazioni dei tassi di disoccupazione degli adulti in tutti i paesi europei avanzati.

Ma nei paesi vulnerabili dell’Eurozona, le variazioni dell’Output sono responsabili per circa il 70% dell’aumento della disoccupazione giovanile durante la crisi. Il ruolo della crescita è significativo anche per l’aumento dei tassi di disoccupazione giovanile di lunga durata.

PD E DISOCCUPAZIONE 1

Guardando bene all’interno delle componenti del prodotto aggregato, i consumi, gli investimenti e le esportazioni, il più grande aumento in entrambi i tassi di disoccupazione giovanile e degli adulti sono associati alla carenze nella crescita dei consumi. La relazione tra le variazioni dei tassi di disoccupazione e la crescita delle esportazioni non è particolarmente forte.
Questo risultato è coerente con l’alta concentrazione di occupazione giovanile nei settori e nelle professioni che rispondono alle esigenze di consumo dell’economia.

PD E DISOCCUPAZIONE 2

 

Se osserviamo attentamente questo grafico notiamo le seguenti verità:

1) se pensiamo di far crescere l’occupazione per mezzo della crescita di export e investimenti, i giovani faranno a tempo a morire di vecchiaia prima di trovare un impiego!

2) la maggior parte delle nazioni, ha un’elasticità intorno al -1 rispetto ai consumi, ciò significa che un calo di X% dei consumi determina un aumento di X% (più o meno) della disoccupazione giovanile;

3) addirittura, Belgio, Francia e Spagna hanno un’elasticità pari a -1.5, ovvero una fortissima correlazione della disoccupazione al calo dei consumi!

Pensare di risolvere il problema della disoccupazione giovanile in Eurozona ricorrendo alle teorie della Legge di Say, ovvero per mezzo di investimenti ed export, significa dimostrare di non essere all’altezza per risolvere i veri problemi, semplicemente perché non se ne conosce la natura!

L’EZ è suddivisa in due blocchi con caratteristiche differenti e che necessitano, per quanto sopra, di diversi approcci alla soluzione dei problemi:

a) Germania, Olanda, Austria da una parte,

b) Italia, Francia e Spagna dall’altra!

Così è…..se vi pare!

 

Rectius vives, Licini, neque altum semper urgendo neque, dum procellas cautus horrescis, nimium premendo litus iniquum.

(”Vivrai meglio, o Licinio, non spingendoti sempre in alto mare né rasentando troppo la costa insidiosa mentre prudente temi le tempeste – Orazio)

 

Maurizio Gustinicchi

Socio Sostenitore Lega Nord – Riscossa Italiana – Economia5Stelle

 

 

 

 

 

 


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