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RAME : aumenta il prezzo soprattutto per le sanzioni alla Russia.

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I futures del rame sono saliti verso i 3,60 dollari per libbra all’inizio di ottobre, estendendo un rally ai massimi da oltre tre settimane, dopo che il London Metal Exchange ha imposto un divieto immediato sulle nuove consegne del metallo dell’azienda russa Ural Mining & Metallurgical Co. LME ha dichiarato che i metalli dell’azienda russa possono essere consegnati ai suoi magazzini solo se il proprietario è in grado di dimostrare alla borsa che ciò non costituisce una violazione delle sanzioni, secondo quanto riportato da Bloomberg. Il rame ha anche beneficiato della recente debolezza del dollaro, che rende le materie prime a prezzo verde più convenienti per gli acquirenti in possesso di altre valute, ma la riduzione dell’offerta sui mercati regolati, legata alla decisione della LME, ha portato a un incremento dei rpezzi.

 

Inoltre, la robusta domanda fisica del metallo da parte della Cina, primo consumatore, grazie agli stimoli governativi, ha contribuito a sostenere i prezzi del rame. Tuttavia, il metallo rimane in calo di quasi il 30% da marzo, quando le principali banche centrali hanno messo in atto un’aggressiva campagna di inasprimento per combattere l’aumento dell’inflazione che ha scatenato i timori di recessione globale e frenato la domanda complessiva.

Quindi, in questo momento, abbiamo due spinte alternative e opposte: da un lato le aspettative recessive solo parzialmente temperate dalla Cina, che portano ad un calo del prezzo, dall’altro le restrizioni alla Russia e al suo export, che vengono a limitare o quanto meno a distorcere l’offerta dei metallo, utilissimo a livello industriale. un aumento del prezzo più consistente non farebbe altro che incentivare la stagflazione, il caso della domanda e la crisi recessiva mondiale totale.


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