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Raid israeliani su Damasco: escalation in Siria fra milizie Druse, Sunnite e Israele

Attacchi aerei israeliani colpiscono Damasco dopo violenti scontri a Sweida tra milizie druse e forze governative siriane. Israele interviene a difesa della comunità drusa: analisi e scenari futuri in un’area ad alta tensione.

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Oggi, 16 luglio, potenti attacchi aerei israeliani hanno scosso Damasco, colpendo il Ministero della Difesa siriano in risposta agli scontri nel governatorato di Sweida, nel sud della Siria, dove milizie druse si sono scontrate con forze governative e tribù beduine.
Gli attacchi, che hanno avvolto la capitale in una coltre di fumo, seguono l’impegno di Israele a proteggere la comunità drusa e a impedire l’avanzata delle forze governative siriane vicino alle alture del Golan, occupate da Israele. Numerosi video circolano in rete mostrando l’attacco e i suoi risultati: 
Altro video che mostra l’attacco:
La Rete Siriana per i Diritti Umani ha riportato 169 morti negli scontri a Sweida, mentre fonti di sicurezza stimano fino a 300 vittime, cifre non ancora verificate.Il conflitto a Sweida, città a maggioranza drusa, è scoppiato il 13 luglio dopo il rapimento di un mercante druso da parte di beduini, innescando rappresaglie e scontri settari.
Le truppe governative siriane, inviate per ristabilire l’ordine, si sono scontrate con le milizie druse, alimentando le tensioni. I residenti hanno descritto un clima di paura, con bombardamenti di artiglieria e tentativi di nascondere i bambini per evitare di essere individuati.
Israele, richiamandosi ai legami storici con i drusi, anche quelli in Israele e nel Golan, ha intensificato la risposta militare. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno colpito il cancello d’ingresso del Ministero della Difesa a Damasco e preso di mira carri armati e veicoli militari a Sweida, per scoraggiare l’avanzata siriana.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha sottolineato l’impegno di Israele per una Siria meridionale demilitarizzata e per la protezione dei drusi, avvertendo contro minacce alla sicurezza israeliana. Nello stesso tempo il governo siriano non può permettersi di veder letteralmente espropriata la sovranità su zone della Siria, ma le milizie che sono intervenute hanno una visione del conflitto tribale, per usare un eufemismo…

La violenza evidenzia le difficoltà del presidente ad interim siriano Ahmed al-Sharaa, salito al potere dopo la caduta di Bashar al-Assad nel dicembre 2024. Nonostante le promesse di proteggere le minoranze, l’allineamento del governo con le tribù beduine e l’invio di truppe a Sweida hanno alimentato la sfiducia tra i drusi, alcuni dei quali chiedono autonomia o protezione internazionale.
In Israele, i leader drusi hanno chiesto interventi militari diretti per aiutare i drusi siriani, con alcuni drusi israeliani che hanno brevemente attraversato il confine per sostenere la comunità di Sweida, spingendo l’IDF a intervenire per garantirne il rientro sicuro. Si parla di notevoli spostamenti di forze aeree israeliane verso nord in preparazione di un’offensiva che potrebbe portare all’occupazione della città.

Posizione di Al Suwayda o Swaida

Gli Stati Uniti, tramite l’inviato Tom Barrack, hanno esortato alla de-escalation e al dialogo, temendo un conflitto più ampio. Israele non può permettersi di abbandonare i drusi, molto influenti nell’area, Damasco non può perdere Al Sweida, perché vedrebbe la capitale letteralmente circondata. 
Il governo siriano ha condannato gli attacchi israeliani come un’“aggressione infida” e promesso di perseguire i responsabili della violenza a Sweida, ribadendo l’impegno a proteggere i diritti dei cittadini.  Il problema è che le forze sunnite che hannooperato ad Al Suwayda o Al Sweida sono difficilmente definibili come un esercito ordinato, essendo più simili a bande armate e i risultati si vedono. Aggiungiamo che la minoranza drusa non segue l’Islam ed è tradizionalmente alleata con Israele, e abbiamo un mix esplosivo.

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