Europa
Le regioni in pressing sulla Ue per la nuova politica di bilancio

Fa un pò sorridere adesso pensare alle accuse che la sinistra aveva lanciato all’allora ministro degli affari europei, Raffaele Fitto ( pur restando comunque il rappresentante del governo piu apprezzato anche dalle opposizioni) di voler centralizzare la gestione dei fondi comunitari. Perchè quello che sta accadendo adesso intorno alle naturali discussioni che ci sono all’interno dell’esecutivo comunitario, contraddice clamorosamente quella che ora può apparire come una strumentalizzazione politica. Secondo alcune autorevoli fonti comunitarie, proprio Raffaele Fitto si opporrebbe alle ipotesi circolate in queste ore di vigilia, sulla presunta volontà di voler nazionalizzare la gestione della prossima politica di coesione . Secondo il quotidiano Politico, infatti, Fitto starebbe “conducendo una battaglia di retroguardia all’interno dell’esecutivo UE per garantire un ruolo di rilievo alle regioni europee nel nuovo bilancio pluriennale dell’Unione.” Tre giorni fa a Bruxelles ha avuto incontro con una delegazione composta da una trentina di presidenti e ministri regionali, guidata da Marek Wozniak, presidente della regione Wielkopolska, in rappresentanza di 132 regioni europee, per fare il punto con loro sulla nuova politica di bilancio e coesione della Ue.
I presidenti delle Regioni, a quanto risulta da autorevoli fonti, hanno avuto rassicurazione del massimo impegno da parte del vicepresidente esecutivo per far si che regioni ed enti locali non siano esclusi dalle discussioni sulla nuova politica di bilancio della Ue. Secondo le prime bozze della riforma, infatti, sembrerebbe che la presidente della commissione Ursula Von der Leyen sia intenzionata a ridurre il peso degli enti locali nella gestioni dei fondi europei.
Il nuovo bilancio europeo deve affrontare nuove esigenze, prima tra tutte quella dei fondi destinati al riarmo e il rischio che qualcuno paventa è che si possa verificare un riduzione, per esempio, nella erogazione dei fondi della Pac ( che dovrebbe essere accorpata in unico fondo, tema fortemente criticato dalle principali associazioni di categoria), la politica agricola comune.
I fondi fino ad ora si sono sempre basati sulla cosiddetta “formula di Berlino” del 1999, adottata dal Consiglio europeo nel 1999, che viene utilizzata per distribuire i fondi della politica di coesione dell’UE tra le regioni meno sviluppate, in transizione e più sviluppate. Secondo alcuni questa formula potrebbe essere abbandonata proprio per lasciare piu spazio alle singole nazioni nel gestire fondi a loro destinati. Cosi facendo, i governi nazionali avrebbero maggiore libertà d’azione su come allocare i fondi alle regioni. I critici considerano questo un problema, in quanto potrebbe aggravare le disparità esistenti all’interno dei singoli paesi ed emarginare le regioni dal processo.
Sempre secondo quanto si apprende da fonti interne della commissione, riportate da Politico, Raffaele Fitto sarebbe contrario a questa ipotesi, che tra le altre cose potrebbe ridurre anche il peso della stessa commissione nella gestione degli stessi fondi. La sua opinione sarebbe ampiamente condivisa da Serafin, dagli eurodeputati del Partito Popolare Europeo (PPE) di von der Leyen, da 149 regioni e 14 governi nazionali, che hanno scritto una lettera critica alla presidente della Commissione. Nelle ultime ore Fitto starebbe cercando di convincere la presidente Von der Leyen, con la quale i rapporti sono da sempre improntati alla massima stime e rispetto reciproci, del fondamentale ruolo che le regioni e gli enti locali devono continuare ad avere nella gestione dei fondi della coesione.
Fitto, il cui peso all’interno dell’esecutivo comunitario, sta diventando sempre piu rilevante, essendo ormai in partica il vero unico numero due della presidente Von der Leyen ( gli altri 5 vicepresidenti per ragioni differenti sembrano giocare il ruolo di comparse) starebbe cercando di convincere la presidente che questa ipotesi rischia di creare disparita tra le regioni delle differenti nazioni, e potrebbe creare un pericoloso deficit democratico.
Raffaele Fitto, le cui doti diplomatiche sono riconosciute ed apprezzate anche a Bruxelles ( è stato lui che ha contribuito e reso possibile l’avvicinamento tra popolari e conservatori, che in questa legislatura sta dispiegando appieno i suoi effetti, mettendo in seria difficoltà la vecchia maggioranza di socialisti, verdi liberali e popolari. Ed è proprio per questo che Giorgia Meloni molto a malincuore ha accettato di privarsi un anno fa di uno dei suoi uomini migliori, per mandarlo come una sorta di ambasciatore in Europa.
La data per la discussione del bilancio è fissata per il 16 luglio, ma prima Ursula Von der Leyne dovrà passare anche l’esame dell’aula, per la mozione di sfiducia per lo scandalo Pfizergate, presentata da l’ eurodeputato bulgaro Gheorge Piperea, del ECR, il gruppo dei conservatori europei, a cui aderisce anche il partito della premier Meloni. Nessuna pensa che la mozione possa avere qualche possibilità di andare in porto, ma quel che appare certo è che per la presidente della commissione, l’inzio dell’estate 2025, sembra rivelarsi bollente, e non solo dal punto di vista climatico.
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