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Attualità

Quale futuro? (di Indira Fabbro)

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Come affronteremo il futuro? Dopo 2 mesi di lockdown, ci ritroviamo con libertà calpestate, un’economia distrutta, un governo che non ha ancora messo un euro vero nelle tasche di famiglie e imprese preferendo aspettare l’Europa…cosa  che non è avvenuta, né avverrà perché dovremo fare le riforme : il MES  ce lo chiederà! A oggi  non è stata avviata nessuna defiscalizzazione, detassazione o sburocratizzazione e in questa situazione emergenziale sono misure che  si possono rivelare essenziali con la  riduzione o la sospensione della tassazione e l’introduzione di una flat tax.

Sorge il sospetto che prolungare il lockdown serva più che altro a Conte per blindarsi a Palazzo Chigi, allontanare i fantasmi di Draghi e Colao, per mantenere un governo traballante: finchè si passa da una fase all’altra, ma sempre nell’emergenza e in un clima da democrazia sospesa non è possibile nemmeno immaginare un cambio al timone. Più fasi ci saranno, più il governo sarà stabile!

Ascoltando l’ ultimo discorso del Premier,  dalle sue parole (ma riprese anche da esponenti di governo con  Di Maio e d’Incà) si deduce che ci sia  la tentazione di approfittare dell’emergenza e della soppressione  delle libertà costituzionali per dar vita a qualche “esperimento di ingegneria sociale ed economica”:  lo stesso Presidente ha di fatto  preannunciato “una stagione intensa di riforme”, parlato di “occasione per cambiare radicalmente le cose che non vanno”.  Parla  quindi di riforme in pieno lockdown? Con un parlamento che si riunisce a singhiozzo? Con la metà dei parlamentari in aula e il minimo delle votazioni? Con la gente chiusa in casa che non può manifestare, i posti di blocco, i diritti politici (di riunione e associazione) sospesi, le elezioni rinviate?
Altra nota stonata del discorso sono alcune   parole ripetute come mantra : “noi concediamo…noi permettiamo…noi vietiamo…noi impediamo”…   Espressioni che mettono apertamente in discussione le libertà fondamentali dei cittadini e che sono  garantite dalla Costituzione, scritte nel diritto naturale.

Per questi motivi, non si può pensare di essere fuori dal lockdown, fuori dalla FASE 1 perché vige ancora l’imposizione di una quarantena e  con la solita promessa di un sostegno economico… una promessa che a breve si trasformerà in carta straccia perché saranno migliaia le attività che prima del 1 giugno dichiareranno fallimento e non potranno riaprire.
Gli italiani per due mesi hanno accettato di compiere sacrifici inimmaginabili, convinti che tutto questo ci avrebbe portato a esser pronti nel momento della ripartenza. Adesso invece emerge il timore che a essere più pericoloso del virus sia proprio chi ha il compito e il dovere di porre fine a questa tragedia.

E’ arrivato il momento per i leader delle opposizioni di assumersi la responsabilità di iniziative straordinarie, perché il sospetto è che l’ora più buia non sia già alle nostre spalle, ma davanti a noi.

Dott. ssa Fabbro Indira
PELFA GROUP SRL


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