Attualità
Qualche scottante verità sull’influenza politica sul Papato.
Riceviamo e pubblichiamo quest’intervista su uno studio sulle attività dei Servizi Statunitensi nei confronti della Chiesa Cattolica. Lo presentiamo perchè fornisce delle ipotesi interessanti ed inquietanti sull’influenza dei servizi USA sul Vaticano e sul suo operato. Buona lettura.
Premettiamo alcune nostre osservazioni
1) Dai tempi dell’Impero Romano ogni superpotenza della storia occidentale ha tentato di manipolare a suo vantaggio la Chiesa Cattolica, a volte riuscendoci , a volte combinando matrimoni di interesse, a volte fallendo
2)L’articolo è un po’ manchevole (riflette probabilmente almeno in parte il punto di vista del deep state) quando dà un’impostazione unitaria all’ideologia americana perchè essa è stata attraversata ed è attraversata da divisioni profonde nella società e nell’ideologia di fondo di cui l’ultimo scontro Main Street contro Wall Street, ovvero Trump-Clinton è un esempio.
3) A questo proposito è inquietante la convergenza verso tale ideologia dell’attuale pontificato laddove è avvenuta proprio mentre prevalevano in essa le correnti meno “kantiane” e più anticristiane del liberismo radical della società e del potere americano.
COME IL “DOCTRINAL WARFARE PROGRAM” DELLA C.I.A. HA CAMBIATO LA CHIESA CATTOLICA
Il “Doctrinal Warfare Program” è il nome dato ad un’operazione del Governo degli Stati Uniti che ebbe inizio nel 1953, con un documento intitolato “D33 PSB” indirizzato agli intellettuali, agli imprenditori ed agli ecclesiastici appartenenti a diverse comunità, con l’obbiettivo di ottenere la loro approvazione ai principi dell’ideologia americana. Papa Francesco ne rappresenta il culmine?
Un’intervista di Jonas E. Alexis a David A. Wemhoff
ALEXIS: Il suo studio di 990 pagine, “John Courtney Murray, Time/Life, and the American Proposition: How the C.I.A.’s Doctrinal Warfare Program Changed the Catholic Church”, è pieno di documenti e di riferimenti d’archivio. Questo dimostra che lei ha fatto a fondo il suo lavoro. Ci illustri la sua tesi a vantaggio di coloro che non hanno mai sentito parlare del suo lavoro e dei suoi contenuti.
WEMHOFF: Nel 1953 l’élite socio-economico-culturale della società americana coordinò i suoi sforzi con il Governo degli Stati Uniti, principalmente attraverso i media, dando vita al ‘Doctrinal Warfare Program’ [Programma di Guerra Dottrinale, ovvero ai principi della religione cristiana], per cambiare il pensiero della leadership cattolica e farle accettare, in linea di principio, l’ideologia alla base della società americana ed anche l’”America” come idea di organizzazione sociale, utilizzando quella che potremmo chiamare “guerra psicologica”.
Ho documentato questi sforzi che erano parte di un più ampio tentativo volto alla cooptazione dei leaders di tutte le religioni. Il piano della leadership americana consisteva nell’utilizzare la Chiesa Cattolica e le altre religioni per diffondere l’ideologia americana, che è alla base della società che conosciamo con il nome di “America”, apparentemente presentata come risposta al comunismo sovietico.
L’accettazione e la messa in atto dell’ideologia americana sono servite per allineare quelle comunità [religiose] con l’”America” e con gli Stati Uniti per marciare contro l’URSS e il comunismo, ma anche per “riordinare” quelle stesse comunità ed aprirle ai potenti interessi privati.
Il libro discute di questo piano e delle repliche di alcuni leaders e studiosi cattolici. Si concentra sul periodo che va grosso modo dal 1941 al 1965 e si conclude con il “Concilio Vaticano II”.
Il “Doctrinal Warfare Program” è il nome dato ad un’operazione del Governo degli Stati Uniti che ebbe inizio nel 1953, con un documento intitolato “D33 PSB” indirizzato agli intellettuali, agli imprenditori ed agli ecclesiastici appartenenti a diverse comunità, con l’obbiettivo di ottenere la loro approvazione ai principi dell’ideologia americana. La guerra psicologica è meglio definita più in avanti.
I due aspetti-chiave dell’ideologia americana che il mio libro propone sono i seguenti:
1) la cosiddetta separazione tra Stato e Chiesa, unita al concetto di libertà religiosa. In altre parole, non c’è una specifica “chiesa di stato” e lo scopo della religione non è quello di formare le basi delle politiche pubbliche;
2) la cosiddetta libertà di stampa, che pone in modo efficace la cultura – e quindi il vero potere sulle menti dei cittadini – nelle mani delle imprese private.
Queste due idee sono parte di una generalizzata filosofia politica che fa parte di un qualcosa chiamato “limite all’attività del governo”. L’ideologia americana è parte di quello che chiamiamo “Liberalismo”, largamente protetto dalla Costituzione degli Stati Uniti.
Quest’ideologia, assieme ad altri documenti fondamentali, è servita per creare una peculiare politica economica. La sua accettazione e la modellazione della società in conformità ai suoi principi sono servite ad attuare una politica economica che pone tutte le religioni sullo stesso piano.
Tutto ciò comporta che le religioni sostengano i principi economici e la politica del regime, che a sua volta fornisce loro dei benefici materiali, minimizzando una possibile fonte di tensioni all’interno della società, anche se la loro influenza si è notevolmente ridotta, dominate come sono da potenti interessi privati – se non dalle stesse autorità civili o dallo stesso Governo.
A quanto ho capito, la dottrina cattolica – per come è stata presentata dagli studiosi che ho citato nel mio libro – sostiene che le autorità civili e il governo siano responsabili dell’attuazione di quella che possiamo chiamare la “divina legge positiva di Gesù Cristo”. Le autorità civili, pertanto, hanno l’obbligo di designare la fede cattolica come “Religione di Stato” e la Chiesa Cattolica come “Chiesa di Stato”.
Nessuno deve essere costretto a convertirsi. Tuttavia, le politiche pubbliche devono basarsi sulla “divina legge positiva di Gesù Cristo”, ovvero sulla fede cattolica e non sulla “legge naturale” – come sostenuto dai teologi cattolici, promotori dell’ideologia americana.
Il concetto di “legge naturale” [a loro parere] è equivoco e portatore di significati o definizioni differenti. Soggetto, quindi, alle manipolazioni di coloro che hanno la volontà ed i mezzi per poterlo fare.
Per i cattolici, in particolare, la “legge naturale” viene spesso utilizzata per ignorare l’esistenza di Gesù Cristo, che è un’importante figura storica ed un Dio-Uomo, che ha dato loro alcuni precetti da seguire e sul quale hanno fondato la loro Chiesa
Uno dei punti focali del libro si riferisce alla “fluidità” dei teologi cattolici sia sul tema delle relazioni fra Chiesa e Stato che sulla libertà religiosa. In poche parole, se da un lato la difesa della dottrina cattolica fu guidata da Francis Connel, un prete cattolico dell’”Ordine dei Redentoristi”, dall’altro la progressione dell’ideologia americana lo fu da parte di un prete cattolico dell’”Ordine dei Gesuiti”, John Courtney Murray.
ALEXIS: Nel capitolo 11 lei sostiene che, in realtà, era in corso una guerra psicologica. La descriva per i nostri lettori.
WEMHOFF: Una guerra psicologica, o guerra politica che dir si voglia, consiste nella manipolazione di parole, immagini, eventi ed idee per dare forma alle opinioni, alle idee, alle percezioni ed alle credenze legate ad un dato obbiettivo.
Gli americani l’hanno sviluppata e perfezionata in grande stile in occasione della 2a Guerra Mondiale e della Guerra Fredda, che io ho chiamato 3a Guerra Mondiale, visto che è stata combattuta in tutto il mondo.
L’idea di guerra psicologica, come qualsiasi altra idea presente nella società americana, ebbe origine dapprima nel settore privato per poi essere adottata, sviluppata ed ampliata come arma o strumento del Governo degli Stati Uniti, prima contro le potenze dell’Asse, poi contro la Chiesa Cattolica ed infine contro gli “amici degli americani” facenti parte del cosiddetto mondo libero.
Charles Douglas Jackson, ad esempio, era un esperto di questa nuova arma o strumento e lavorò sia per Henry R. Luce, un magnate dei media, che per il Governo degli Stati Uniti.
ALEXIS: Lei scrive che:
“”In cambio delle sue idee, i Rockefeller gli diedero accesso al denaro offerto dalle Fondazioni elitarie. I rapporti di Murray con i Rockefeller permise alla Georgetown University il finanziamento di un programma intitolato ‘An experimental Program in Executive Education to be Undertaken Cooperatively by Georgetown University and The William A. Jump Memorial Foundation’, che doveva ‘ampliare la capacità degli uomini e delle donne ad accedere alle posizioni dirigenziali del Governo Federale ed esercitarvi un’importante influenza in favore della crescita delle istituzioni democratiche””.
Ed inoltre:
“”Quando ebbe bisogno di soldi, Murray scrisse una lettera a Dean Rusk, all’epoca Presidente della Fondazione Rockefeller. Essere aiutato dai Rockefeller lo rese molto popolare nel mondo dei cattolici statunitensi, in ragione del denaro che fluiva dalla Fondazione alle istituzioni cattoliche …””.
Ci dica, quindi, chi era nella realtà John Courtney Murray e ci spieghi le conseguenze morali ed intellettuali del suo legame con i Rockefeller, che stavano lavorando febbrilmente allo spopolamento di alcuni specifici gruppi in America.
WEMHOFF: Come ho già accennato in precedenza Murray, nato e cresciuto a New York City, era un prete cattolico dell’”Ordine dei Gesuiti”. E’ stato un personaggio importante perché fornì la giustificazione teologica dei cattolici all’ideologia americana, poi definita “The American Proposition”.
Henry Luce, il magnate dei media che fondò la “Time Inc.” – che pubblicava riviste del calibro di “Time”, “Fortune”, “Life” e “Sports Illustrated” – lavorava a stretto contatto con il Governo degli Stati Uniti e con i Rockefeller per farla progredire.
Henry Luce era amico, protettore e, in generale, compagno di viaggio di Murray. Insieme, Luce e Murray, portarono avanti lo sforzo per convincere la leadership cattolica che quella americana era la forma ideale di organizzazione sociale.
Murray, tuttavia, non fu l’unico prete cattolico ad essere utilizzato per far avanzare il Liberalismo, egli è solo il più conosciuto. Felix Morlion, ad esempio, il prete Domenicano che aveva fondato la “Pro Deo University”, promuoveva attivamente l’ideologia americana fin da prima che lo stesso Murray fosse coinvolto. Gli sforzi di Morlion erano finanziati dai servizi segreti americani e supportati da Henry Luce e dalla sua gente.
La “Pro Deo University” aveva il suo quartier generale a Roma ed insegnava ai suoi studenti che quella americana era la società ideale, nel mentre li preparava ai ruoli di leadership nel mondo sociale e degli affari dei loro paesi d’origine, molti dei quali erano paesi cattolici, come ad esempio quelli dell’America Latina.
Un altro prete cattolico fu Gustave Weigel, anch’egli un gesuita. Fu un notevole apologeta del ”The American Proposition” in America Latina per gran parte degli anni ‘30 e ‘40. Una parte dell’”Ordine dei Gesuiti”, in effetti, si era attivamente impegnata nella difesa e nella promozione dell’ideologia americana, in particolare con la rivista “America”.
La figura di Weigel è notevole perché fu il primo ad articolare l’idea che un cattolico può credere privatamente in una certa cosa, ma quando occupa un ufficio pubblico può agire anche in modo diverso, spogliando la Chiesa e la fede cattolica del potere d’influenzare le politiche pubbliche.
Questo concetto acquistò notorietà nel 1980, quando il Governatore Mario Cuomo si disse personalmente contrario all’aborto, ma sostenne il diritto delle donne a poter scegliere.
I più potenti protagonisti della società diventano quindi gli interessi privati, che sono spesso quelli di tipo finanziario. Il mio libro documenta le varie conferenze tenute dalla leadership americana per lanciare i suoi piani e sottolinea l’importanza del convincere le varie società della rilevanza e del valore del ”The American Proposition” o, se si vuole, dell’”American Ideology”.
C’era uno stretto coordinamento tra media, servizi segreti ed interessi finanziari da un lato, e Henry Luce con i suoi luogotenenti dall’altro – ma anche con i leader-chiave dei vari settori che avevano ben compreso l’importanza ed il potere del capitale privato.
ALEXIS: Lei sostiene che: ““Nessuno ha voluto scrivere la biografia di Murray e nessuno, fino ad oggi, lo ha fatto””. [2] Lei suggerisce, inoltre, che le persone avevano percepito che Murray facesse parte dell’establishment … “”Murray faceva parte degli sforzi attuati dalle élites americane e dal Governo degli Stati Uniti per conquistare la Chiesa. Una sua biografia metterebbe in forte evidenza questa connessione””. [3]
WEMHOFF: Credo che il mio libro esponga chiaramente quel collegamento. Spiega anche perché gli sforzi di Murray siano stati considerati così importanti dai potenti del suo tempo. Erano concepiti, in ultima analisi, per far avanzare il potere finanziario e politico di alcuni segmenti della società americana. Le idee sono l’arma o lo strumento più potente.
ALEXIS: Ci sono alcuni anti-cattolici, là fuori, che gradirebbero dare un’occhiata alla vita di Murray per poi dichiarare: “Eccoci qui. L’ennesimo cattolico stravagante”. Cosa vorrebbe dire a queste persone?
WEMHOFF: Bé, credo che là fuori ci sia un gran numero di cattolici un po’ pazzi. Ma prima dovrebbero leggere il libro e poi, se del caso, decidere da soli cosa esso sia. Il mio è solo un libro di storia che descrive il fenomenale successo degli sforzi americani nella scalata alla Chiesa cattolica, conseguito cooptando la sua leadership. Tutto questo è importante perché spiega le ragioni per cui oggi i cattolici sono dei sostenitori così forti dell’”America” – e perché lo sono stati in passato.
Il libro comprende ulteriori ed importanti dinamiche che sono state menzionate e spiegate nel corso delle sue pagine, cui tutti – cattolici o anti-cattolici – dovrebbero essere interessati.
Una di queste importanti dinamiche consiste nella spiegazione del sistema americano di organizzazione sociale. Un’altra illustra il modo usato dagli americani per estendere la loro influenza. Un’altra ancora è sul come la leadership della Chiesa Cattolica abbia adottato un approccio dualistico nell’affrontare le questioni contingenti – da un lato asseconda il ricco e il potente, dall’altro pacifica la gente seduta sui banchi.
Il libro descrive anche come la Chiesa Cattolica sia radicalmente cambiata nel corso degli ultimi cinquant’anni. In linea di principio, accettando l’America come il “bene”, come l’ideale organizzazione sociale, ha cercato di rimodellare se stessa per poterle essere simile.
Del tutto consequenziale la visualizzazione dell’”America” come “maestra” della Chiesa … e non il contrario. Non come il Fondatore della Chiesa sembrava volesse indicare, ad esempio nel Vangelo di Matteo 28:18-20.
Il libro tocca anche quella che io credo sia stata la creazione, negli anni ’50, della fiction che l’America sia basata sui principi cristiani, il tutto per arruolare le Religioni nella lotta al comunismo sovietico, andando a sostegno dell’ideologia americana. Quella fiction ha portato a guerre culturali che da allora hanno mal diviso questa società e questo paese.
Questo è un libro unico perché documenta l’uso e l’importanza delle “idee” per far avanzare l’esperimento americano, che è la cosa che io credo conti davvero – una battaglia di idee o di visioni del mondo.
Il libro non parla dei meno importanti sforzi politici di questo o di quell’altro gruppo, sia esso composto da conservatori, liberali, neo-conservatori e politici, o dalle erranti agenzie governative. Parla solo delle idee di base, quelle sull’organizzazione sociale.
Le idee impattano e sottolineano l’economia, la cultura, la politica, la religione e la nostra vita quotidiana. Il mio libro propone che molti dei punti di vista del Liberalismo abbiano avuto un impatto più forte sulla società e sugli individui di quanto abbia fatto la dottrina sociale cattolica.
ALEXIS: Un’ultima domanda. Qual è la sua posizione su Papa Francesco? Può rappresentare il culmine del “Doctrinal Warfare Program”?
WEMHOFF: I discorsi di Papa Francesco all’“Independence Hall” di Philadelphia e al Congresso degli Stati Uniti, lo scorso Settembre, suggeriscono che egli assuma, o quanto meno accetti, il fatto che la società ideale sia quella organizzata sulla falsariga dell’ideologia americana e che essa sia del tutto accettabile, in linea di principio, per la dottrina cattolica.
Avrebbe fatto meglio a seguire il suo stesso consiglio e a “guardare alla storia” perché, come ha detto a Philadelphia: “traiamo sempre dei benefici a guardare alla storia – e specialmente a quella del secolo scorso”.
Dovrebbe quindi leggere il mio libro, perché tratta un aspetto importante della storia del secolo scorso e aiuta a spiegare perché così tanti leaders della Chiesa cattolica hanno quel determinato punto di vista.
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[1] David A. Wemhoff, John Courtney Murray, Time/Life, and the American Proposition: How the C.I.A.’s Doctrinal Warfare Program Changed the Catholic Church (South Bend: Fidelity Press, 2015), 509.
[2] Ibid., 893.
[3] Ibid., 893-894.
[4] E. Michael Jones, Is Notre Dame Still Catholic? (South Bend: Fidelity Press, 2009); Libido Dominandi: Sexual Liberation and Political Control (South Bend: St. Augustine’s Press, 2000); The Catholic Church and the Cultural Revolution (South Bend: Fidelity Press, 2016).
[5] John D. Sutter, “3 ways the Catholic church should embrace gay rights,” CNN, October 15, 2014.
[6] Quoted in Jones, The Catholic Church and the Cultural Revolution, kindle edition.
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David Wemhoff è un avvocato dell’Indiana (USA) ed è operativo nel settore da più di vent’anni. Ha ricevuto il Dottorato presso l’Università del Pacifico, ed un A.B. presso l’Università di Notre Dame. Ha anche insegnato in corsi universitari di Diritto, in particolare Diritto costituzionale e Diritto commerciale. Per saperne di più: http://www.wemhofflaw.com/experience/
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Link Originale: http://www.veteranstoday.com/2016/03/18/how-the-cias-doctrinal-warfare-program-changed-the-catholic-church/
Tradotto da: OCNARF
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