Euro
QE FOR BEGINNERS
Sembra sia imminente il Quantitative Easing. La Banca Centrale Europea dovrebbe acquistare una notevole quantità di titoli di debito pubblico di vari Stati europei, stampando euro. Il vantaggio dell’operazione sarà quello di inserire liquidità nel sistema, in modo da rilanciare l’economia. Purtroppo la Bce compra le cartelle sborsando un contante che non ha o non le appartiene. Per questo si è scritto “stampando euro”, anche se di fatto si tratta soltanto di scritture contabili. Ma anche la moneta scritturale in fin dei conti si trasforma in denaro circolante.
Se la Bce quegli euro li avesse in cassa, si potrebbe dire che preferisce avere in portafoglio dei titoli di Stato che producono interessi piuttosto che denaro contante. Come fanno i risparmiatori. Se invece la Bce immette nel mercato una liquidità che non ha, trasformando i titoli di credito in denaro sonante (e consegnando questo denaro ai governi) ci sarà in giro più denaro contante di prima.
Qualcuno potrebbe chiedersi se faccia differenza che l’acquisto avvenga da parte dei privati (o degli investitori professionali) o da parte della Bce. Fa differenza eccome. Se i titoli sono comprati dagli investitori privati o professionali, costoro acquistano i titoli con denaro già esistente, che essi hanno prima guadagnato e risparmiato e ora sottraggono alla circolazione. Se invece l’acquisto è effettuato dalla Bce, con denaro semplicemente creato per l’occasione, quella moneta nuova (a fronte di niente) crea semplicemente inflazione.
Mario Draghi e gli altri sono perfettamente coscienti di ciò. Anche perché è proprio ciò che vogliono. Infatti, in base alle teorie keynesiane, l’abbondanza di denaro – anche quando si tratta di denaro frutto della produzione della zecca – può rilanciare l’economia. Ed è ciò che essi sperano. Ma mentre il rilancio è soltanto sperato, l’inflazione è matematica. I cittadini dell’area euro vedranno diminuire il loro potere d’acquisto in misura corrispondente all’inflazione provocata. Ecco chi paga il conto. I primi a non avere dubbi al riguardo sono stati gli svizzeri che infatti, in vista del QE, hanno sganciato il loro franco dall’euro.
Quanto alla restituzione del capitale, è pensabile che la Bce chieda qualche garanzia alle banche centrali dei vari Paesi. Ma si capisce male la sua natura. Se alla scadenza i vari Paesi non hanno denaro per rimborsare il capitale, potranno pagare soltanto con moneta inflazionaria: e ciò potrebbero farlo anche senza il Quantitative Easing. Oppure potrebbero pagare il debito in oro o con valute di riserva diverse dall’euro: ma sarebbe un’ingiustizia nei confronti degli altri possessori di titoli di Stato. Ed anche una grave imprudenza.
Un’ulteriore considerazione riguarda il termine di scadenza. La Bce compra titoli con una scadenza massima di tre anni. Ammettiamo che lo faccia per permettere agli Stati di investire nell’economia senza allarmare i mercati, come potrebbe verificarsi se essi sforassero alla grande il limite di deficit del 3% sul pil stabilito dai trattati. Ma di fatto, se pure via Bce, si sarà creata inflazione. Naturalmente, se l’economia ripartisse con tale entusiasmo da assorbire l’inflazione, l’operazione sarebbe un successo. Ma se ciò non avvenisse, e alla scadenza le cartelle fossero rimborsate creando ulteriore denaro inflazionario, come reagirebbero i mercati? Oggi si vuole evitare che essi si allarmino, se si crea denaro dal nulla; alla scadenza dei titoli ci potrebbero essere in giro il denaro messo oggi in circolazione dalla Bce e domani quello messo in circolazione dai governi per ripagare le cartelle, creando un doppio effetto inflazionario. Come la prenderebbero, le Borse?
Tutto sembra essere una scommessa al buio. Si parte da una fede pressoché cieca nelle teorie di Keynes e si dice: l’Europa non esce dalla recessione, perché non c’è inflazione. Creiamo dunque l’inflazione. L’economia ripartirà e tutti gli Stati saranno in grado – col maggiore afflusso di gettito fiscale derivante dal detto rilancio – di ripagare il debito con la Bce, riassorbendo l’inflazione creata. Così tutti saranno felici. Prospettiva bellissima. Purtroppo non si risponde ad una domanda: e se in capo ai tre anni la situazione non sarà affatto migliorata nella percentuale ipotizzata dagli ottimisti? Se gli Stati saranno obbligati a pagare con moneta ulteriormente inflazionata, come reagiranno i mercati? O si procederà ad ulteriori dosi di inflazione comunitaria, fino a temere un big bang dell’intero sistema?
In fondo sarebbe stato più semplice autorizzare i governi ad emettere denaro inflazionario, sforando il famoso 3%. Avremmo lo schema: governo→denaro inflazionario, evitando la partita di giro ipocrita: governo→titoli→Bce→denaro inflazionario.
Sarebbe bello se i governi la smettessero, una buona volta, di illudersi di essere in grado di governare l’economia. L’unica cosa che dovrebbero fare – e non fanno – sarebbe quella di smettere di opprimerla.
Gianni Pardo, [email protected]
16 gennaio 2015
P.S. La correzione degli eventuali errori economici contenuti in questo articolo – non scritto da un economista professionista – sarà accolta con gratitudine.
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