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Putin ha in mano l’Euro. Può tranquillamente stritolarlo, ma non è detto che lo faccia

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Vladimir Putin, in questo momento, ha in mano la UE e l’Euro, e il suo dominio si esercita con un po’ di rubinetti. Se il giorno 22 luglio decidesse di non riaprire Nord Stream 1 al termine delle manutenzioni, con qualsiasi tipo di pretesto, farebbe saltare tutta l’Europa e l’Euro.

Prima di tutto l’Euro, come sappiamo, si è già svalutato e ha raggiunto la parità sul dollaro, continuando a navigare su queste cifre.

Sto postando questo grafico nella notte, magari, quando leggerete l’articolo, avremo il Dollaro sopra l’Euro di qualche frazionale. Normalmente la svalutazione non è un problema grosso, anzi rilancia l’export, ma questa volta, senza energia NON può esserci export, per cui  fa sentire solo l’inflazione importata. Una svalutazione cattiva, tipica dei tempi di guerra. Questo risultato lo vediamo senza neanche la chiusura completa del gas verso l’Occidente, ma la valuta letteralmente precipiterebbe nel momento in cui, il 22 luglio, non si riaprissero i rubinetti. A quel punto i tedeschi darebbero i numeri, con un’inflazione alle stelle. Già non sono stati lucidi negli ultimi 25 anni, non credo proprio siano in grado di diventarlo tutto in un colpo. La Germania si è creata il deserto attorno, a furia di sfruttamento e austerità, e non può quindi risolvere i suoi problemi.

Quindi il taglio del gas manderebbe alle stelle i conflitti interni alla UE. Sapete che già ora i paesi nordici pagano l’ energia una frazione di quanto si paghi nel continente, una frazione minima. Nonostante questo non esportano, o lo fanno in materia minima, rompendo l’unità del mercato europeo. Però anche la Spagna e il Portogallo, collegati con numerosi rigassificatori al LNG, pagano meno l’energia. L’Ungheria ha l’accordo con Putin, i Paesi Bassi hanno il Mare del Nord. Alla fine, con il cerino in mano, restano Francia, Italia e, soprattutto Germania. Un mercato con differenze di questo genere non esiste e, prima o poi, salta come un turacciolo.

Politicamente poi Putin ha già piegato la Germania. Tra la turbina del gas mandata nonostante le sanzioni e l’intervento di ieri con l’arresto dei militari filo ucraini è evidente che Berlino non sa che pesci prendere e domani Scholz sacrificherebbe i primogeniti, facendo finta di nulla, pur di mantenere le fornitura di gas. Però questo spezza la UE con i paesi dell’Est che si allontanato dalla posizione tedesca che, prima o poi, dovrà vedersela con i repubblicani USA, che hanno ancora il dente avvelenato dopo l’ostilità mostrata da Merkel, e Scholz, verso Trump.

Insomma Putin ha in mano Euro e Unione, solo che non pensiamo li schiaccerà. Più probabilmente si limiterà a umiliare entrambe.

 


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