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Prove di delirio

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Stanno impazzendo, non ce la fanno, sono completamente fuori controllo, in piena crisi isterica in tutti gli studi televisivi e si agitano, si affannano a cercare retroscena scabrosi, s’inventano discussioni inesistenti, voci di corridoio, voci d’agenzia, voci delle pulci, delle mosche e degli scarafaggi presenti nei palazzi.

Son tutti lì, in fibrillazione, ad auspicare un niet di Mattarella, a sollecitare il pugno duro del Quirinale, a cercare un sopracciglio un po’ più alto di Salvini da interpretare a proprio vantaggio, un pelo della barba non tagliato di Di Maio da attribuire ad un ostacolo insormontabile al quale applaudirebbero, una virgola non convenzionale di Conte (“si si, adesso abbiamo la certezza, è autonomo, manderà al diavolo Di Maio e Salvini, ha messo la virgola dove non va messa, vedete?”).
Qualsiasi cosa pur di cercare di essere rassicurati sul mantenimento di quel potere brigantesco che ha tenuto in scacco l’Italia in questi ultimi anni, tutto pur di ottenere ciò per il quale sono pagati e prostrati.

Lo auspicano, il ricatto dei mercati!
In un modo o in un altro, secondo loro, il popolo che ha votato i partiti “populisti” per sovvertire i diktat che arrivano da forze esterne al nostro paese, va fermato.
Con ogni mezzo, secondo loro.
Qualunque mezzo, fosse anche incostituzionale ed antidemocratico.
“Mattarella, pensaci tu, ti preghiamo, ti scongiuriamo, rifiutarsi di dare l’incarico a Salvini non è stato sufficiente, ci hanno fregato lo stesso, si sono addirittura messi insieme, questo per noi è un terremoto, per noi questo è uno tsunami, fermali, Mattarè”.
Il peggiore degli incubi per costoro si sta materializzando.
Pare di sentirli, di notte, mentre parlano nel sonno, “Mattarè, Mattarè…”

E si agitano, si inquietano, s’affannano a cercare appigli e lanciano strali, mettono in atto il solito terrorismo psicologico dello spread, richiamano cataclismi.
Sono disperati, non sanno più a che santo votarsi, sono terrorizzati, cercano appigli ovunque, maschere subacquee, corde alle quali aggrapparsi pur di non accettare la realtà, pur di sostenere l’insostenibile, pur di non mollare la presa ed il potere, pur di non ammettere di aver sbagliato, pur di non prendere atto che il popolo s’è rivoltato e che per loro è finita.

Impazziti.
Come formiche all’arrivo del Formichiere!

Lorena Bastoni


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