Cultura
Privacy, un problema trascurato in Italia, ma che tocca l’economia e la libertà
Salve a tutti
due scandali stanno scuotendo le strutture economiche e politiche americane. Si tratta di eventi che scuotono dalla base le fondamenta dello stato e dell’informazione economica moderna, ma di cui in Italia nessuno parla, forse perchè il concetto di privacy, di diritto alla riservatezza , è labilissimo ed inesistente nei confronti dello stato.
Iniziamo con il caso Bloomberg: premettiamo che il sindaco di New York non è coinvolto in questo scandalo, perchè da oltre dieci anni non si occupa più direttamente delle sue aziende. Come è noto la Bloomberg, la struttura da lui creata , è una news agency multimediale specializzata nel settore economico, in grado di distribuire notizie approfondite e controllate su quasi ogni aspetto del mondo degli affari.
La struttura più completa della Bloomberg è il cosiddetto “Bloomberg terminal” , una sorta di enorme databank , contenente informazioni importantissime per il mondo degli affari, il cui accesso costa 20 mila dollari all’anno di abbonamento. Attualmente gli abbonati a questo servizio essenziale sono circa 315 mila. L’accesso al “Bloomberg Terminal” è riservato anche , naturalmente, ai giornalisti della Bloomberg, che, oltre alle informazioni possono accedere come insider anche alla lista degli iscritti al servizio, alle date di accesso ed alle categorie di servizi utilizzati. Cosa è successo. Un certo numero di giornalisti troppo zelanti ha iniziato ad utilizzare queste informazioni in modo improprio. Nel 2012 , quando Bruno Iksil, di JP Morgan perse con le proprie operazioni di tradin 6,2 miliardi di dollari, Bloomberg chiamò la filiale di Londra della banca chiedendo esplicitamente se era lui il trader licenziato, dato che non accedeva a Bloomberg terminal da alcuni giorni. JP Morgan preferì soprassedere sull’evento. Però recentemente un reporter di Hong Kong ha contattato un trader della Goldman Sach chiedendogli se il fatto mancato accesso al proprio Bloomberg terminal fosse dovuto a dei problemi interni in azienda. Questa volta il comportamento è stato stigmatizzato dalla banca d’affari con una protesta ufficiale. altri operatori hanno confermato episodi simili e la FED ha ufficialmente espresso la sua preoccupazione ed ha affermato che seguirà la vicenda con attenzione. Potete ben capire che i cronisti di Bloomberg, volendolo, potrebbero non solo giungere sulle notizie con anticipo rispetto gli avversare, ma utilizzarle per compiere operazioni di insider trading o per distribuirle in modo asimmetrico sul mercato. Naturalmente in Italia questo genere di problemi neppure ce lo poniamo, e forse i nostri giornalisti neppure ci arrivano a certi livelli..
Da uno scandalo privato passiamo ad uno pubblico che coinvolge una delle istituzioni chiave del governo federale: lo IRS, Internal Revenue Service, cioè l’ufficio delle entrate americano.
Lo IRS analizza le richieste di esenzione dalle imposte provenienti da tutte le organizzazioni no Profit, anche di carattere politico. Si è scoperto che l’ufficio mandava automaticamente una verifica ogni qual volta nello statuto delle associazioni appariva la parola “Tea party” o “Patriot”. Praticamente si dava per scontato che organizzazioni con tali riferimenti fossero contrarie alla politica del governo federale, per cui si è ritenuto necessario “Passarle” al pettine. la cosa non è passata inosservata, e dopo numerose proteste lo IRS ha dovuto emettere un comunicato di scuse. Naturalmente questo ha acceso il dibattito politico ed il partito Repubblicano, diviso in molti punti, si è istantaneamente riunificato nell’attacco alla politica di Obama e nell’occupazione degli uffici federali da parte di elementi di “Sinistra” e minacciando ulteriori indagini. Chiaramente se una macchina come quella americana lavora in modo sbilanciato a sinistra, possiamo solo immaginare cosa possa fare una pubblica amministrazione come quella italiana, con un’ideologizzazione del personale forte e di antica data. Infatti di questa notizia non se ne è letto neppure in un trafiletto…
Saluti !
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