Economia
Goldman Sachs: domanda di petrolio in crescita, ma nuvole all’orizzonte per i prezzi
La Banca d’Affari vede un incremento sensibile della domanda di petrolio per una ripresa economica più forte

In un contesto globale complesso, Goldman Sachs ha diffuso le sue ultime analisi sul mercato petrolifero, segnate da una revisione al rialzo delle stime sulla domanda ma con previsioni di prezzo che rimangono caute a fronte di significative incertezze.
Gli analisti della banca d’investimento prevedono ora una crescita della domanda globale di petrolio di 600.000 barili al giorno quest’anno, e di 400.000 barili al giorno nel 2026.
Questa revisione positiva riflette l’aspettativa di un miglioramento della crescita globale, in parte dovuto a un’attenuazione delle tensioni sulla guerra tariffaria e a un PIL più elevato.
Nonostante l’incremento atteso della domanda, Goldman Sachs ha mantenuto invariate le sue previsioni di prezzo per i benchmark del greggio: $60 al barile per il Brent e $56 al barile per il West Texas Intermediate (WTI) per l’anno in corso. È interessante notare come, al momento della stesura della nota citata, i prezzi di mercato (Brent sopra i $65 e WTI sopra i $62) fossero già superiori a queste proiezioni.
Le attese per il prossimo anno vedono un ulteriore calo dei prezzi, con stime a $56 per il Brent e $52 per il WTI. La ragione principale di questo outlook più contenuto risiede nelle incertezze geopolitiche e macroeconomiche che pesano sul mercato. Attualmente il WTI naviga attorno ai 62 Dollari a barile.
Due fattori principali sono identificati come fonti di potenziale volatilità:
- Il Potenziale Accordo Nucleare USA-Iran: La prospettiva di un accordo tra Stati Uniti e Iran è vista come un elemento ribassista per i prezzi del petrolio. Un’intesa potrebbe portare a un aumento dell’offerta iraniana sul mercato globale, bilanciando o superando l’aumento previsto della domanda. Nonostante recenti segnali di avvicinamento nei negoziati, permangono differenze significative, in particolare sulla questione dell’arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran.
- La Guerra Tariffaria: La progressione del conflitto commerciale tra le principali economie continua a creare incertezza. Mentre la prospettiva di una guerra tariffaria più breve ha sostenuto la revisione al rialzo della domanda grazie a un miglioramento dell’outlook sulla crescita globale, un suo peggioramento potrebbe avere effetti negativi significativi.
Goldman Sachs avverte che, in uno scenario di forte rischio, dove la guerra tariffaria si aggrava impattando la crescita economica globale e l’alleanza OPEC+ decide di ripristinare completamente i tagli alla produzione effettuati nel 2022, il prezzo del Brent potrebbe scendere significativamente, raggiungendo i $40 al barile verso la fine del 2026.
In sintesi, il mercato e ancora incerto e le tensioni geopolitiche possono farlo saltare con facilità. I focolai di guerra ancora accesi nel Medio Oriente, e non solo, potrebbero portare a un secco cambiamento delle situazioni.
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