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Possiamo avere un presidente di commissione esteri Senato che appoggia una dittatura comunista? Si….

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Premetto che ho il massimo rispetto per le opinioni personali di chicchessia. Però, se si esprime un ruolo in un potere democratico, in una nazione dove si è cercato di tutelare le libertà personali, nel limite delle possibilità, dove privatamente è possibile esprimere qualsiasi opinione senza andare in prigione (i mass media sono purtroppo una cosa diversa), allora bisogna avere un po’ di cautela.  Se il presidente della Commissione esteri del Senato si permette di appoggiare una delle dittature comuniste più brutali del mondo, allora il cittadino è autorizzato a ritenere che a questa persona, ed alla parte politica che lo difende, non abbia per niente a cuore le libertà personali ed i diritti civili.

Questo è quello che è accaduto con il presidente della commissione esteri del Senato,  Vito Petrocelli, che mostra il suo appoggio a un articolo pubblicato dall’organo di stampa del governo cinese, del PCC, dove si invoca una “Re bilanciamento” nella discussione politica sullo Xinjiang. Il paper, scritto da un accademico italiano, mostra quanto il denaro cinese riesca a penetrare il mondo accademico occidentale. Del resto non c’è professore universitario che non sia sensibile alla giusta pressione economica.

Cosa dice l’articolo? In soldoni che si la Cina avrà represso gli Uiguri nello Xinjiang, ma lo ha fatto a fin di bene, per l’avanzamento economico della regione. Alla fine cosa volete che sia qualche decina di migliaia di persone nei campi di lavoro e rieducazione, a fronte dell’avanzamento economico della regione? Come cosa volete che sia la galera per qualche decina di migliaia di seguaci di Falun Gong, il ramo del credo buddista che si era diffuso in Cina prima di una violenta repressione, nei confronti del partito comunista cinese? Alla fine cosa volete che siano i diritti umani, le vite delle persone, nei confronti del potere (e del denaro…) del partito Comunista Cinese.? Le parole elogiate da Petrocelli sono al livello, anzi peggiori, dei discorsi delle potenze coloniali europee del XIX secolo.

Non volendosi perdere nulla, e seguendo l’esempio di Grillo, Petrocelli difende il governo comunista di Cuba, fatto che, se confrontato a quanto scritto sulla Cina, sembra quasi un peccato veniale.

 

Questo può essere il presidente della commissione esteri del  Senato del Hebei, di una regione governata dal partito unico, non può essere i presidente di una commissione di una camera democraticamente eletta. Perfino quando vi era l’URSS si tenevano maggiori attenzione e rispetto  per la democrazia, quella vera, che lo ha portato alla posizione che tiene.

 


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