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POLITICA ESTERA: IL FANTASMA DI MAIO

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Un interessante articolo di Startmag ci fornisce un piccolo retroscena sfuggito ai più. Quando Luigi di Maio è stato nominato ministro, la prima versione dell’annuncio da parte dell’agenzia Nuova Cina parlava di una “Scelta Insolita” e di un ministro che “non si è mai laureato, ha competenze linguistiche molto limitate e ha mostrato scarso interesse per le questioni globali nella sua vita pubblica”. Poi, dopo qualche ora e magari una telefonata dall’ambasciata di Roma a Pechino, o di Pechino a Roma, queste righe sono state cancellate, ma il fatto che siano state pubblicate è piuttosto chiaro.

Se il precedente governo aveva una cattiva politica estera perchè questa era stata commissariata a Moavero Milanesi, il nuovo governo non avrà, letteralmente, una politica estero, e questo invece nel momento in cui questa sarebbe più necessaria.

Quando l’Italia era l’Italiatta della prima repubblica aveva una sua politica estera, giusta osbagliata  che fosse.  Pur essendo stretti e fedeli alleati degli USA cercavamo di condurre una politica equilibrata, dialogando con i paesi arabi ed anche con il grande Nemico, l’Urss. Questo era facilità dalla complessità della politica italiana, fatta di diverse forze, contrapposte, ma che permettevano comunque sempre di avere delle controparti con cui dialogare.

Questa epoca è però passata e cosa ci è rimasto? Il nulla, mosso dalla paura e dalla sottomissione e tutto questo è palese: se un Paese ha una sua posizione politica questa può essere più o meno gradita ai suoi partner, per cui l’accoglienza può essere più o meno positiva a seconda della complementarietà delle parti. Il nuovo governo è stato accolto, almeno in apparenza, in modo entusiastico da tutti i paesi europei che pretendono di “Contare”, per ora. Questo perchè si dà per scontato che l’Italia non abbia una politica estera autonoma e che sarà semplicemente il fedele esecutore di ordini altri.

Eppure ci sono molti temi caldi che DI Maio dovrebbe affrontare e risolvere a breve:

  • Libra, dove si sono riaccesi gli scontri a sud di Tripoli;
  • la Francia ed i vari casi di sconfinamento, dalle frontiere marittime al Monte Bianco;
  • l’arresto del manager russo di Alexandr Korshunov, legato a sospetti casi di spionaggio accaduti negli USA, ma con possibili collegamenti anche in Italia. Su questo tema facciamo notare che la richiesta di arresto è giunta dall’Ohio e che gli inquirenti italiani, per ora, affermano di non sapere nulla;
  • l’assegnazione delle tecnologie 5g con l’esercizio dei poteri speciali da parte del governo nei confronti dei futuri esercenti del servizio, con indicazioni sui fornitori tecnologici in special modo nei confronti di Huawei e ZTE.

Due parole sulle relazioni con la Cina: la partecipazione al BRI è stata predisposta da un sottosegretario teoricamente in quota Lega, ma forse l’unico leghista in tutto il globo terracqueo che vantasse un’amicizia con la Clinton. Successivamente la Lega ne ha preso le distanze, anzi ha trattato la questione con grande freddezza, ed il M5s è diventato il garante del patto, salvo poi, in questi giorni fare l’ennesima giravolta anche su questo tema.

Dopo un anno di commissariamento sono temi che farebbero tremare anche un diplomatico di lungo corso e che si incrociano anche con temi di diretto interesse italiano, come, ad esempio, la situazione nel Mediterraneo orientale con la tutela degli interessi di Cipro in campo energetico.

Tutte queste sfide necessiterebbero una guida forte, con un obiettivo preciso, e la capacità di perseguire degli obiettivi nazionali. Non abbiamo, ovviamente, nessun interesse nel rompere la nostra tradizionale alleanza con gli USA, ma nello stesso tempo dovremmo proseguire con le nostre buone relazioni con la Russia, mentre con la Cina si può instaurare una relazione equilibrata, naturalmente sempre prendendo le nostre massime cautele. Invece quello che si prospetta è un  governo che dirà “Si” a tutto ed a tutti, poco più di un fantoccio nelle mani di Francie e Germania, a loro volta senza una visione chiara del mondo. Una guida confusa ed altalenante, esattamente quello che non avremmo bisogno.

 


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