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Pirelli: rottura del patto parasociale fra i soci cinesi. Che accadrà ora?

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Gli investitori cinesi di Pirelli Sinochem e Silk Road Fund hanno deciso di non estendere il loro accordo di sindacato  e di cooperare per affrontare solo alcune questioni presso il produttore di pneumatici, ha detto martedì il gruppo italiano.

I due investitori, che detengono rispettivamente quote del 37% e del 9%, avevano inizialmente firmato il patto parasociale nel 2020.

Nell’ambito di esso, Silk Road Fund si era impegnato a seguire i voti di Sinochem alle assemblee degli azionisti di Pirelli su questioni selezionate per una quota pari al 5% del loro totale 9%.

L’accordo è terminato in vista della scadenza prevista per il 29 settembre, ha precisato Pirelli in un comunicato, senza motivare la decisione. ora non sembra impossibile assitere ad un cambiamento di equilibrio all’interno della società.

La statale Sinochem ha un accordo di governance separato con il collega investitore Camfin, il veicolo di Marco Tronchetti Provera, l’imprenditore italiano che è alla guida di Pirelli dal 1992 e ora ricopre il ruolo di vicepresidente esecutivo.

All’inizio di quest’anno il governo italiano ha utilizzato la cosiddetta legislazione “golden power” che protegge i principali asset nazionali per imporre prescrizioni sulla proposta di rinnovo del patto di governance tra Sinochem e Camfin.

L’intervento di Roma ha rafforzato l’influenza di Camfin su Pirelli nonostante questa detenga solo il 14,1% della società, fornitrice di pneumatici per la Formula Uno.  Nello stesso tempo però Pirelli rimane esposta sia commercialmente, sia nella eventuale necessità di ricapitalizzazioni, in quanto Camfin risulta con una partecipazione troppo ridotta per far fronte a eventuali necessità di rifinanziamento.

Il titolo sta raggiungendo i minimi degli ultimi 30 giorni

 


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