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PIANO B e SAVONA. PERCHE’ ABBIAMO RAGIONE NOI ( di Fabio Dragoni)

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Il Governo è nato. La crisi istituzionale legata all’ingresso di Paolo Savona nell’esecutivo sembra rientrata. Ed il momento è propizio per fare una riflessione serena ed a mente fredda su tutto quanto è accaduto nelle scorse settimane. 

L’eurozona non è un’area valutaria ottimale. I paesi che cioè ne fanno parte hanno lingue diverse, culture differenti, sistemi pensionistici divergenti ed in sostanza economie così distanti che condividere una stessa moneta presenta più costi che benefici. Lo dimostra una sterminata letteratura scientifica che anima da tempo il dibattito accademico internazionale ma che giornali e televisioni di casa nostra beatamente ignorano. Svetta su tutti lo studio redatto da due economisti: Jonung e Drea.

Il primo è un economista svedese presso l’università di Stoccolma; il secondo è uno storico ed economista belga presso il Centro studi europei Martens di Bruxelles. Nel 2009 pubblicano uno studio finanziato dalla Commissione Ue. Il titolo parla da solo: «L’Euro non può essere realizzato. È una brutta idea. Non durerà. Il parere degli economisti americani nel periodo 1989-2002». Gli autori prendono in considerazione oltre 170 pubblicazioni redatte da economisti e banchieri americani nel periodo dei 15 anni che hanno preceduto l’introduzione dell’euro. Il campione di studi analizzati è quindi statisticamente significativo per quantità e qualità. La sentenza riportata nel sommario è impietosa: «Tutti gli economisti – pur nella diversità di approccio – mostrano un forte scetticismo per un progetto politico che ignora i più elementari fondamenti della scienza economica non essendo l’Europa un’area valutaria ottimale».

A fronte di tutto ciò, l’economista e banchiere Paolo Savona ha praticamente impiegato -come tutti i più seri accademici del continente- gli ultimi 30 anni della propria attività scientifica al cercare di dare concreta risposta a due domande che sorgono naturalmente spontanee:

  1. cosa è possibile fare per rendere l’attuale Eurozona un’area valutaria ottimale visto che oggi non lo è?
  2. Qualora non riuscissimo nell’impresa di cui al punto 1 cosa è necessario fare non appena l’eurozona imploderà visto che non è un’area valutaria ottimale e gli sforzi di cui sopra saranno stati vani?

È quindi a dir poco demenziale ritenere che un accademico che lavora a tali compiti sia “indegno” di ricoprire la carica di ministro dell’economia. Tutt’altro; dovrebbero tutte queste considerazioni essere dei prerequisiti essenziali in questa precisa fase storica che un ipotetico ministro dell’economia dovrebbe avere. Come ha scritto l’economista Luigi Zingales, sarebbe come se il Presidente Trump licenziasse su due piedi il ministro della difesa colpevole di aver preparato un piano di emergenza da seguire nel caso di un attacco nucleare da parte della Corea del Nord.

Grazie al cielo Savona fa comunque parte dell’esecutivo ed in un ruolo altrettanto  cruciale; il dicastero degli affari europei.

Siamo certi che il Professore saprà circondarsi degli uomini giusti per questo compito così importante. E noi di scenarieconomici saremo dalla sua parte per un motivo molto semplice: quella sua parte è in realtà la nostra. Anzi la vostra.


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