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Pfizer interrompe il test sulla pillola anti-covid: non riesce a provarne l’efficacia

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Pfizer ha annunciato che interromperà l’arruolamento in uno studio clinico per Paxlovid – la sua pillola antivirale COVID-19 – per i pazienti a rischio standard di COVID-19, dopo che gli ultimi risultati hanno suggerito che il farmaco non ha ridotto i sintomi, i ricoveri e i decessi in misura statisticamente significativa, anche perché… muoiono troppe poche persone.

Paxlovid, che consiste in due diversi farmaci antivirali – nirmatrelvir e ritonavir – è attualmente approvato o autorizzato per un uso condizionato o di emergenza in più di 65 Paesi, tra cui gli Stati Uniti, per il trattamento di pazienti affetti da COVID-19 ad alto rischio di malattie gravi, tra cui l’ospedalizzazione o la morte.

Il 14 giugno Pfizer ha dichiarato che “cesserà l’arruolamento nello studio EPIC-SR a causa del basso tasso di ospedalizzazione o morte nella popolazione a rischio standard“, cioè, semplicemente, troppo pochi malati vanno in ospedale per poter fare uno studio statisticamente significativo.  Tuttavia, l’azienda ha dichiarato che includerà i nuovi dati nella sua prossima domanda alla Food and Drug Administration (FDA) statunitense per ottenere l’approvazione completa per la prescrizione di Paxlovid ai pazienti COVID-19 ad alto rischio.

Per pazienti a rischio standard si intendono i pazienti affetti da COVID-19 che non presentano fattori di rischio per la malattia grave, vaccinati o non vaccinati.

Gli Stati Uniti hanno speso più di 10 miliardi di dollari per ordinare alla Pfizer 20 milioni di dosi di Paxlovid. Inoltre, la Casa Bianca ha chiesto al Congresso ulteriori fondi per sostenere l’acquisto di un maggior numero di pillole antivirali e di altri trattamenti e dosi di richiamo del vaccino. Però, a questo punto, non si capisce quale sia la finalità nel proseguire la cura di una malattia che ha troppo pochi casi gravi per poter testare i relativi medicinali. Non possono mica darli ai sani!

Alla fine di maggio, i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) hanno avvertito che alcune persone possono manifestare un aumento, o meglio un ritorno,  dei sintomi della COVID-19 dopo l’assunzione di Paxlovid, ovvero possono manifestare nuovamente i sintomi dopo averli risolti o risultare positive al test della COVID-19 dopo essere risultate negative.


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