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Energia

Petrolio: secco calo dei prezzi future dopo i dati economici cinesi e le notizie libiche

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I dati non brillanti sull’economia cinese hanno zavorrato oggi i prezzi del petrolio che segnano un calo dei future.

I futures sul greggio WTI sono scesi sotto i 75 dollari al barile lunedì, estendendo le perdite rispetto alla sessione precedente dopo che la crescita economica cinese più debole del previsto ha sollevato preoccupazioni sulla domanda nel secondo più grande consumatore di petrolio al mondo. Ecco il grafico relativo

Inoltre, due dei tre giacimenti petroliferi libici chiusi la scorsa settimana hanno ripreso la produzione sabato sera, riportando sul mercato una capacità produttiva totale di 370.000 barili al giorno. I dati del secondo trimestre di lunedì hanno mostrato che l’economia cinese è cresciuta di un 6,3% inferiore alle attese rispetto all’anno precedente, con la ripresa post-pandemica che deve affrontare sfide a causa della riduzione della domanda da fonti sia nazionali che internazionali.

Nel frattempo, le esportazioni di petrolio russo dai porti occidentali sono destinate a diminuire di circa 100.000-200.000 barili al giorno il mese prossimo rispetto ai livelli di luglio, mentre il paese mantiene il suo impegno di tagli all’offerta in tandem con il leader dell’OPEC, l’Arabia Saudita. Però, a fronte di un calo della domanda cinese, o di una mancata crescita, questi cali rischiano di non essere sufficienti.

Ci sono diversi paesi al mondo, OPEC+ o meno, che troverebbero molto conveniente aumentare, non diminuire, la produzione petrolifera. Si è parlato prima della Libia, che ha ripreso la produzione e che avrebbe molto vantaggio dall’aumento dell’estrazione, ma anche il Venezuela trarrebbe vantaggio dall’estrazione di più oro nero, mentre Guyana e Argentina, fuori dall’OPEC, stanno incrementando le proprie produzioni. Questo rischia di annullare gli sforzi di Russia e Arabia Saudita per tenere i prezzi elevati

 


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