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Energia

Russia sotto pressione: profitti petroliferi in caduta, impatto sulla guerra

Le esportazioni di petrolio russo faticano e i profitti crollano a causa dei prezzi bassi. Quali le conseguenze sullo sforzo bellico in Ucraina e gli investimenti di Mosca?

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Petroliera russa

L’abbondanza d’offerta petrolifera si sta facendo sentire anche per un grande produttore OPEC+, limitandone le vendite. Le spedizioni di petrolio greggio via mare dalla Russia sono rimaste pressoché invariate alla fine di giugno, mantenendosi vicine ai minimi degli ultimi due mesi nonostante un modesto aumento dai principali porti.

Nelle quattro settimane fino al 29 giugno, le esportazioni di greggio hanno registrato una media di 3,21 milioni di barili al giorno (bpd), con un aumento dell’1% rispetto al periodo precedente di quattro settimane, secondo i dati di Bloomberg.

I volumi settimanali si sono attestati intorno ai 3 milioni di bpd, anch’essi con poche variazioni. Mentre i terminal principali come Primorsk e Kozmino hanno registrato un aumento dei flussi, il calo dei porti più piccoli, tra cui Novorossiysk e Murmansk, ha quasi annullato i guadagni.

Pozzo petrolifero russo in produzione

Nell’ultima settimana di giugno, 28 petroliere hanno trasportato 21 milioni di barili, solo leggermente in calo rispetto ai 21,89 milioni della settimana precedente, anch’essi su 28 petroliere. Nonostante un leggero aumento dei volumi medi su quattro settimane, il valore lordo delle esportazioni settimanali di greggio della Russia è sceso dell’8% a 1,27 miliardi di dollari, il livello più basso in un mese.

La causa: il forte calo dei prezzi del petrolio dopo che gli attacchi aerei statunitensi sui siti nucleari iraniani hanno innescato una vendita massiccia su tutto il mercato. Il greggio Urals è sceso di oltre 6 dollari al barile, attestandosi a circa 58,50 dollari, mentre il greggio ESPO è sceso a 63,80 dollari. I prezzi di consegna in India sono scesi a 68,53 dollari.

Nel frattempo, l’attività delle raffinerie in Russia è rimasta forte, con una media di 5,33 milioni di barili al giorno nei primi 25 giorni di giugno, 130.000 barili al giorno in più rispetto ai livelli dello stesso periodo dello scorso anno. Questo potrebbe aiutare a spiegare perché l’aumento delle quote OPEC+ non si è tradotto in un aumento delle esportazioni.

La Russia ha ottenuto l’autorizzazione ad aumentare la produzione di 100.000 barili al giorno da marzo a giugno, con un ulteriore aumento di 50.000 barili al giorno a partire da luglio. Il ristagno dei flussi si verifica in un contesto di continua tensione finanziaria.

Secondo Rosstat, nel primo trimestre del 2025 i profitti della Russia nel settore petrolifero e del gas sono diminuiti del 45% su base annua, attestandosi a 9,9 miliardi di dollari, mentre i ricavi del settore petrolifero e del gas a maggio sono diminuiti di oltre il 35% rispetto all’anno precedente. A seguito del crollo del prezzo del petrolio, Mosca ha ridotto del 24% le previsioni di entrate per l’intero anno nel settore petrolifero e del gas. questo rischia di farsi sentire sullo sforzo bellico din Ucraina e negli altri investimenti di Mosca, limitandone gli sforzi .


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