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PETROLIO: IL MESSICO FA SALTARE L’ACCORDO OPEC+. Prezzi a picco

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Ieri sembrava fatta: OPEC e Russia sembrava avessero raggiunto un accordo per un taglio consistente della produzione di petrolio, per circa 10 milioni di barili al giorno. Perfino Trump sembrava vedere con favore l’accordo che toglieva un po’ di pressione dall’industria dello Shale Oil americana. L’opposizione del Messico sembrava, a parole, superata, o almeno così avevano fatto capire i Sauditi, ma non era così, e mentre si doveva discutere l’applicazione operativa dei tagli il Messico ha confermato il suo no ed ha perfino abbandonato la teleconferenza.

Quindi tutto l’accordo che avrebbe portato  ad un taglio della produzione per 10 milioni di barili al giorno è saltato per l’opposizione del Messico che, da solo, ha la capacità per annullare buona parte degli effetti dell’accordo. Del resto un accordo di cartello ha effetto solo se tutti i giocatori importanti vi partecipano, e già nell’OPEC diversi paesi non hanno una grossa volontà di rispettarlo.

Il Messico però aveva previsto un investimento di 13,5 miliardi di dollari nel settore energetico per aumentare la propria produzione da 1353 milioni di barili al giorno a 2 milioni, e questo investimenti sembrava al paese l’unico modo per poter sostenere le politiche sociali del presidente Lopez-Obrador (detto AMLO). Un taglio della produzione renderebbe queste politiche impossibili da raggiungere e non tutti i governi sono come quello italiano che se ne fregano della parola data e del benessere dei propri cittadini. AMLO non aveva, alla fine, altra scelta che rifiutare l’accordo e cercare di spingere la produzione della società di stato PEMEX al massimo.

I prezzi del petrolio sono andati come segue, a seguito della decisione del paese centroamericano: il petrolio WTI che era tornato si 30 dollari al barile è precipitato ancora a 26.

Gli USA pensavano di tagliare la propria produzione, anche tramite incentivi, di un paio di milioni di barili al giorno, ma, a questo punto, tutta la strategia sembra saltata. Nel mese di maggio la capacità di immagazzinamento mondiale sarà completa ed il prezzo, senza accordi, subirà un nuovo tracollo, anche perchè non ci sono segni di ripresa per la domanda…


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