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Analisi e studi

Petrolio e gas in caduta dopo il raid israeliano. Però le cose potrebbero cambiare

Petrolio e gas calano per lo scampato pericolo di un attacco israeliano generalizzato, ma la situazione è ancora tesa ed eventi esterni, o la crescita economica, potrebbero ancora portare i prezzi in alto

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I futures del greggio WTI sono crollati di circa il 6%, scendendo ai 68 dollari al barile, lunedì, dopo che gli attacchi di rappresaglia di Israele contro l’Iran nel fine settimana hanno evitato gli impianti di greggio e le infrastrutture nucleari del Paese, attenuando i timori di interruzioni delle forniture energetiche. ecco il grafico del WTI

Sabato i caccia israeliani hanno preso di mira siti militari in Iran in risposta agli attacchi missilistici iraniani di inizio ottobre. I prezzi del petrolio hanno subito forti oscillazioni questo mese a causa dei crescenti rischi geopolitici in Medio Oriente, anche se la rappresaglia di Israele è stata più contenuta e proporzionata di quanto i mercati temessero, facendo sperare in un’ulteriore attenuazione del conflitto regionale.

Sul fronte della domanda, i segnali di debolezza dell’attività economica in Cina, principale consumatore, hanno continuato a pesare sul sentiment, con i dati del fine settimana che indicano un calo dei profitti industriali nonostante i recenti stimoli governativi. Altrove, gli operatori di mercato guardano ai potenziali aggiustamenti della produzione da parte dell’OPEC+ e alle implicazioni delle elezioni statunitensi. A questi poi si sono aggiunte le incertezze del Giappone dopo che la maggioranza è stata  sconfitta nelle ultime elezioni, aggiungendo incertezza su economia e politica del Sol Levante.

Anche il Gas Naturale USA ha preso un colpo:

Anche il gas naturale TTF europeo si è riaggiustato, ma molto meno rispetto a quello USA, per le  incertezze legate alle forniture della Russia e perché comunque le scorte non coprono tutte le forniture invernali.

Quindi tutto è bene quel che finisce bene? Dipende. 

Ci sono incertezze sia dal punto di vista della domanda, sia dell’offerta.

  • per quanto riguarda la domanda il problema principale rimane sempre lo stesso. la Cina. Il governo e la PBOC sembrano decisi ad incrementare gli stimoli e questi, almeno sulla borsa, sembrano iniziare a operare. se rilanceranno anche l’economia reale, allora la domanda aumenterà, e con lei i prezzi;
  • Israele sembra pensare ad un secondo attacco mirato, soprattutto per evitare che l‘Iran acquisisca una capacità militare nucleare. Questo attacco è stato bloccato da Biden, per ora, ma potrebbe non essere sempre così. Il 5 novembre si vota e le cose, dopo, potrebbero cambiare.

Quindi questo periodo di ben tempo per i prezzi energetici potrebbe non durare a lungo.


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