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Perù: “O pagate più tasse, o vi esproprio il giacimento di gas”. La politica del nuovo presidente
Il primo ministro peruviano Guido Bellido ha affermato domenica che le aziende che sfruttano il gas naturale in Perù dovranno accettare di pagare tasse più elevate o altrimenti affrontare le nazionalizzazioni dei giacimenti e degli impianti, mandando così un forte avvertimento del nuovo governo di sinistra
Bellido ha detto a Reuters ad agosto che il governo stava pianificando di partecipare più profondamente alle principali industrie, incluso il gas naturale e nuovi progetti idroelettrici, e avrebbe cercato di creare nuove compagnie statali.
Il paese andino, il secondo produttore di rame al mondo, ha un’importante operazione per l’estrazione di gas gestita dal consorzio Camisea, guidato dall’argentina Pluspetrol (PLUSPC.UL), con quote minori detenute dal gruppo sudcoreano SK (096770.KS), Hunt Oil e Repsol (REP.MC).
“Chiamiamo la società operativa e commerciale del gas Camisea a rinegoziare la distribuzione degli utili a favore dello Stato”, ha scritto Bellido su Twitter.
“In caso contrario, opteremo per il recupero o la nazionalizzazione del nostro giacimento”.
Gli investitori stanno osservando da vicino l’amministrazione del presidente Pedro Castillo, un ex insegnante outsider che si è insediato a luglio dopo una vittoria elettorale shock, con particolare attenzione alla politica mineraria del suo governo e ai livelli di tassazione.
Il gas naturale di Camisea è liquefatto da un consorzio separato, chiamato Peru LNG (PELNG.UL), che comprende Royal Dutch Shell (RDSa.L), la giapponese Marubeni Corp (8002.T), SK Group e Hunt Oil. Anche questa decisione potrebbe portare ad una crescita dei prezzi petroliferi e del gas, dato che il mercato LGN si muove ormai su una scala globale.
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