Attualità
PERCHE’ TRARRE FIDUCIA DA UN -0,8% DI PRODUZIONE INDUSTRIALE 2014 (non sottovalutate Volpe Padoan)
Come si vede dal grafico seguente, la produzione industriale ha mostrato incrementi sia a novembre sia a dicembre. Nella media del trimestre (ottobre-dicembre) la produzione è diminuita dello 0,1% e la media del 2014 è in calo dello 0,8% (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).
A dicembre l’indice presenta variazioni congiunturali positive nei comparti:
– dei beni strumentali (+3,0%),
– dell’energia (+0,4%)
– dei beni intermedi (+0,3%);
mentre diminuiscono i beni di consumo (-0,9%).
In termini tendenziali gli indici registrano un solo aumento nel comparto dei beni strumentali (+6,5%).
Sempre in termini tendenziali, diminuiscono l’energia (-6,0%), i beni intermedi (-2,4%) e, in misura più lieve, i beni di consumo (-0,2%).
Per quanto riguarda i settori di attività economica, a dicembre 2014, i comparti che registrano i maggiori aumenti tendenziali sono quelli:
– della fabbricazione dei mezzi di trasporto (+14,7%), IN PRATICA E’ RIPARTITA LA FIAT ! ! !
– della fabbricazione di computer,
– prodotti di elettronica ed ottica,
– apparecchi elettromedicali,
– apparecchi di misurazione e orologi (+13,9%) e della fabbricazione di macchine e attrezzature n.c.a (+8,6%).
Le diminuzioni maggiori si registrano nei comparti:
– della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-10,3%),
– della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-7,4%),
– della attività estrattiva (-5,8%).
Ma perché Padoan fa il misterioso e sostiene che la crescita è arrivata? Per quanto si nota nel grafico seguente:
Vi faccio notare che nelle economie avanzate, seguendo il lato dell’offerta, più che crescere per un incremento della quantità di personale assunto o di investimenti realizzati, si cresce per effetto della TOTAL FACTOR PRODUCTIVITY che, in assenza di breakthrough tecnologici, si identifica esclusivamente con la crescita della produzione industriale.
O meglio, dati i mercati interni stazionari (o in recessione) le aziende difficilmente fanno investimenti cospicui per creare nuova capacità produttiva espandendo capannoni e macchinari, preferiscono eventualmente ottenere maggior produttività (nuovi investimenti che a parità di ricavi generino un minore impiego di manodopera). Di tal guisa, quando la capacità produttiva è sottoutilizzata un rimbalzo della domanda può determinare una grandissima crescita della produzione industriale che, a sua volta, coincide, e quindi determina, con il salto del PIL nel periodo.
E’ bastato che ripartisse la FIAT e che con la svalutazione ripartissero gli ordinativi esteri perché L’ENDOGENICITA’ DELLA PRODUTTIVITA’ RIUSCISSE AD ESPRIMERE PIENAMENTE LA SUA POTENZA.
Non sottovalutate quel VOLPINO di PADOAN, egli sa che SE SPERIMENTASSIMO L’ESEMPIO LETTONE (LATVIA), OVVERO RIUSCISSIMO AD EVITARE ULTERIORI MANOVRE DI AUSTERITY, IL MERCATO AVREBBE ORAMAI METABOLIZZATO L’INCREMENTO DI TASSAZIONE MONTIANA E SAREBBE PRONTO A RIPARTIRE CON LE ABITUDINI DI SEMPRE, COMPERARE E (MAGARI) FARLO ANCHE A CREDITO! TUTTO QUESTO FAREBBE SPERIMENTARE LA RIPRESA ESATTAMENTE COME ACCADDE IN QUEL PAESE QUANDO CACCIARONO A CALCI NEL SEDERE IL FMI!
Maurizio Gustinicchi
Socio Sostenitore Lega Nord – Riscossa Italiana – Economia5Stelle
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