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Perché la polizia attaccando le Università ad Hong Kong (e soprattutto una…)

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Nello scorso weekend la polizia di Hong Fong ha concentrato la propria attenzione repressiva su alcuni obiettivi specifici: le università.

 

Gli scontri sono stati particolarmente forti attorno alla Chinese University of Hong Kong (CUHK) con scene da vera guerra civile..

Ai lanci di molotov e di frecce da parte degli studenti la polizia, con l’aiuto attivo degli “amici”  dell’esercito popolare cinese rispondono con lacrimogeni, gas urticante, proiettili di gomma e cariche violentissime.

Ora tutte le università sono centri del dissenso contro Pechino e l’esecutivo di nomina cinese presieduto da Carrie Lam. Perché  accanirsi allora contro la specificamente su una università, la CUHK, sino a giungere all’uso di mezzi quasi militari?

La spiegazione è semplice: la CUHK è la sete del principale, quasi unico, nodo web del territorio autonomo di Hong Kong. Il HKIX (Hong Kong Internet Exchange) situato nel campus controlla e gestisce il 99% del traffico web. Le autorità quindi hanno così duramente combattuto per riuscire a prendere il controllo delle comunicazioni verso l’esterno tramite web, per poter eventualmente filtrare o sopprimere completamente in caso si passasse ad una repressione più dura.

HKIX era nato come un progetto di ricerca e sviluppo all”interno della CUHK, che lo gestiva in modo gratuito attraverso la HKIX limited. La funzione è quella di mettere in contatto i service provider indipendenti, ISP, con le reti esterne internazionali. Quindi il controllo del campus permette il controllo di ogni comunicazione elettronica della città verso il mondo esterno.

Secondo i manifestanti l’intenzione di Pechino non è quella di chiudere il web, quanto di controllarlo come avviene nella Repubblica Popolare Cinese. Nella Patria comunista non solo esiste il “Great Firewall” che automaticamente impedisce ai cinesi di accedere a temi scomodi, come, ad esempio, la situazione in Tibet o per i musulmani cinesi, ma ormai è obbligatorio identificarsi personalmente per poter accedere alla rete. Sarebbe la fine della libertà di pensiero per la città.

 

 

 


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