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Perché il (vero) Made in Italy costa di più, spiegato facile

La sempre crescente abitudine di acquistare a basso costo ci ha fatto perdere il contatto con la realtà. E qual è questa realtà? Il fatto che il lavoro di ciascuno di noi alla fine produce beni e servizi che finiscono sul mercato ed hanno un prezzo che nelle nostre aspettative dovrebbe essere equiparabile con il nostro impegno e alle nostre fatiche.
La percezione del consumatore che contraddice quella del lavoratore
Ma questa aspettativa svanisce ogni qualvolta il lavoratore indossa i panni del consumatore e si appresta ad acquistare i beni e i servizi prodotti da un altro lavoratore.
In quel preciso momento la regola sulla quale vorremmo che i nostri redditi crescessero sempre di più, svanisce.
È strano che il cittadino non comprenda che puntando al risparmio ossessivo, innesca una spirale che presto o tardi coinvolgerà anche lui e il suo reddito.
Sarà per questo che i lavoratori si siano ormai adattati alla stagnazione dei salari reali fermi al 1990?

Lo stallo dei salari da cosa dipende?
Per comprendere perché il Made in Italy costa di più, occorre fare un’istantanea della società italiana odierna. Chi non è affetto dalla sindrome della memoria corta, ricorderà benissimo la lettera Trichet-Draghi che nel 2011 raggiunse Berlusconi con i suoi “consigli” su come mantenere competitiva l’economia italiana.
Si trattava di ricette semplici e dirette (adottate da tutte le economia periferiche alla Germania e per questo deflative): ridurre i salari, tagliare le costose garanzie ai lavoratori per tramite di una energica precarizzazione dei contratti, taglio alle pensioni.
Un sacco di consigli che oggi Draghi si rimangia ma che Berlusconi si rifiutò di seguire e che gli spalancarono la porta d’uscita da Palazzo Chigi per fare posto a Mario Monti.
Il “salvatore della Patria su mandato della Troika” fece gli sfaceli che la storia ci racconta.
La contrazione economica e finanziaria dell’Italia e degli italiani, figlia di quei giorni è sempre continuata sino ai giorni nostri con a capo quelli che dovevano fare finire la pacchia alla UE e invece gli sta lustrando le scarpe.
Le conseguenze del drastico e costante impoverimento del Sud Europa si riflettono quindi non soltanto sui consumi, ma anche sulla percezione di massa e individuale dei consumatori che si aspettano che – tanto cala il potere d’acquisto, tanto dovrebbero scendere i prezzi – vero è che questo non sarebbe altro che una spinta alla spirale perversa che innesca il crollo dell’economia.
Perché il (vero) Made in Italy costa di più, spiegato facile.
In questo articolo apparso nel blog di Spirit of St. Louis, brand di moda artigianale italiano emergente, scopriamo che il prodotto non è fatto soltanto di costi delle materie prime e di stipendi, ma è composto di molti altri fattori che ai più sfuggono.
Ci sono alcune componenti fondamentali – presenti perlopiù nei prodotti di alta qualità – che il consumatore non è più abituato a considerare, come il know how, la componente strumentale e l’incrocio tra questi due.
La potenza è nulla senza controllo, recitava un vecchio slogan della Pirelli; allo stesso modo l’articolo su spiritofstlouis.it ci svela che se da una parte le perenni campagne di delocalizzazione hanno desertificato il settore manifatturiero italiano, dall’altra quei pochi rimasti sanno ancora sfruttare il proprio potenziale solo perché hanno conservato le maestranze in grado di mettere a pieno regime i macchinari destinati a lavorazioni complesse (e costose).
Ecco perché un capo di abbigliamento apparentemente simile a un altro ha dei costi maggiori. Talvolta è dovuto alla difficoltà di cucire assieme tessuti molto spessi o difficili da lavorare.
Sullo sfondo rimane ovviamente l’annoso tema dell’elevato costo del lavoro, legato a doppio filo con il grafico del saldo primario e agli esosi utili di bilancio dello Stato italiano, che come primo effetto hanno un prelievo fiscale sia sulle buste paga, che dalle imprese che fanno lievitare i costi finali e garantiscono le redditizie rendite agli operatori del mercato dei Titoli di Stato.
Come andrà a finire la lotta per la sopravvivenza, tra l’austerità, le imprese italiane e la mentalità impoverita e miope dei consumatori?
Per averne un’idea leggi l’articolo che spiega perché il Made in Italy costa di più.











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