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Analisi e studi

Per Powell va tutto bene, ma intanto i costi alla produzione crescono

Powell si aspetta che l’inflazione cali e l’economia continui a crescere. Potrebbe non andare così

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Il Presidente della Federal Reserve Jerome Powell martedì ha fornito una valutazione rialzista della situazione attuale dell’economia statunitense, con una prospettiva di crescita continua al di sopra del trend e una fiducia nel calo dell’inflazione che, sebbene erosa dai dati recenti, rimane ampiamente intatta. Insomma tutto va bene, non ci sono problemi.

“Mi aspetto che l’inflazione torni a scendere… su base mensile, a livelli più simili alle letture più basse che avevamo l’anno scorso”, ha detto Powell in occasione di un evento bancario ad Amsterdam, lasciando anche capire che non ci dovrebbero essere dei rialzi

Anche se ha detto che “la mia fiducia in questo non è così alta come prima”, data l’inflazione più rapida del previsto nei primi tre mesi dell’anno, il capo della banca centrale statunitense ha detto che a suo avviso rimane improbabile che la Fed debba aumentare ulteriormente i tassi, anche se la prospettiva di tagli ai tassi è diventata meno certa.

“Non credo che sia probabile, sulla base dei dati in nostro possesso, che la prossima mossa che faremo sarà un rialzo dei tassi”, ha detto Powell. “È più probabile… che manteniamo il tasso di politica al livello attuale”.

I suoi commenti hanno ripreso in gran parte quelli fatti durante la conferenza stampa dopo l’ultima riunione della Fed. Le aspettative sulle decisioni della Fed in materia di tassi sono rimaste in gran parte invariate, anche se i nuovi dati hanno mostrato che i prezzi alla produzione sono aumentati più rapidamente del previsto nel mese di aprile, un risultato che Powell ha definito “misto” perché i dati precedenti sono stati rivisti al ribasso.

Per ora, tuttavia, gli investitori continuano a prevedere un primo taglio dei tassi a settembre. Il tasso di riferimento della Fed è rimasto fermo in una fascia compresa tra il 5,25% e il 5,5% da luglio, e i funzionari hanno in gran parte rinunciato a fornire indicazioni specifiche sull’eventuale riduzione del tasso quest’anno.

Intanto però i prezzi alla produzione crescono

Un rilascio di dati più significativo avverrà mercoledì, quando verranno pubblicate le informazioni sui prezzi al consumo di aprile e quindi avremo un’indicazione migliore sugli effetti delle politiche monetarie della Federal Reserve.

Certo che, per ora, la realtà dei fatti non sembra dare molta reagione a Powell, con i prezzi alla produzione (PPI) al rialzo, come potete vedere dal seguente grafico:

Il PPI negli Stati Uniti è aumentato dello 0,5% al mese di aprile 2024, dopo un calo dello 0,1% rivisto al ribasso a marzo e molto più alto delle previsioni dello 0,3%.

I prezzi dei servizi sono aumentati dello 0,6%, il massimo da luglio, dopo un calo dello 0,1% rivisto al ribasso a marzo. L’aumento del 3,9% dei costi per la gestione del portafoglio è stato un fattore importante, ma i prezzi sono aumentati anche per i macchinari e le attrezzature, la vendita all’ingrosso, i servizi immobiliari residenziali, la vendita al dettaglio di automobili, il noleggio di camere per ospiti e il trasporto di merci su camion.

Il costo dei beni è aumentato dello 0,4%, in ripresa rispetto al calo dello 0,2% registrato a marzo, per quasi tre quarti a causa di un aumento del 5,4% della benzina. Sono aumentati anche i costi del carburante diesel, delle uova di pollo, dell’energia elettrica e dei metalli non ferrosi.

Nel frattempo, i prezzi alla produzione core sono aumentati dello 0,5%, molto più delle previsioni dello 0,2%. Guardando ai dati annuali, l’inflazione dei prezzi alla produzione è rimasta stabile al 2,2%, come il 2,2% rivisto al rialzo di marzo, mentre il tasso core è salito al 2,4% dal 2,1% rivisto al ribasso.

Le attese per l’inflazione al consumo (CPI) sono per una leggerissima riduzione dal 3,5% al 3,4%, ma si tratta di un ritocco di non si sa quale durata, visto questo dato alla produzione. Paradossalmente se l’inflazione rimarrà contenuta, questo sarà solo per i prezzi delle importazioni che non crescono.

Un discorso un po’ troppo politico

Per ora gli investitori continuano a prevedere un primo taglio dei tassi a settembre. Il tasso di riferimento della Fed è rimasto fermo in una fascia compresa tra il 5,25% e il 5,5% da luglio, e i funzionari hanno in gran parte rinunciato a fornire indicazioni specifiche sull’eventuale riduzione del tasso quest’anno.

Parte dell’incertezza è legata alla forza dell’economia statunitense, che ha continuato a registrare una crescita più forte del previsto nonostante la stretta monetaria record della Fed. O almento questo appare in superfice.

Powell ha dichiarato di prevedere una crescita continua e una creazione di posti di lavoro sostenuta dall’immigrazione.
Ha detto che si aspetta che l’economia cresca di circa il 2% quest’anno, leggermente al di sopra delle stime della Fed sul potenziale sottostante dell’economia, con un mercato del lavoro che rimane “molto, molto forte”.

“Se si guarda ad un’ampia gamma di dati… il mercato del lavoro è più o meno solido come lo era prima della pandemia nel 2019. E questo è positivo”, ha detto Powell, con un tasso di disoccupazione inferiore al 4% da oltre due anni.

Il basso tasso di disoccupazione e l’aumento dei salari visti nel 2019 sono stati già citati da Powell come pietra di paragone per la Fed. Chissà come mai però, nonostante l’occupazione elevata, aumento l’indebitamento degli americani, come abbiamo indicato in un altro articolo. COn questi tassi di interessi ild ebito diventa un pericoloso macigno che rischia di schiacciare i consumatori che lavorano anche molteplici lavori per farvi fronte. Prima o poi tutto questo sistema è destinato a saltare, per cui gli interessi devono scendere.

In generale le parole di Powell e le previsioni sugli interessi sembrano un po’ troppo politiche e presentate per dare l’impressione che la politica economica dell’attuale Presidente stia lavorando. Il taglio degli interessi è, casualmente, previsto per accadere nel momento giusto della campagna elettorale. Come diceva un politico italiano, a pensar male si fa peccato, ma si azzecca…


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