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Per la fabbrica di armi si spacca il campo larga, rischio crisi in Sardegna

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Il sì all’ampliamento dello stabilimento della fabbrica di bombe nelle campagne del Sulcis, a pochi chilometri dal mare, “esplode” all’interno della giunta regionale sarda. “Non posso fare altro”, aveva provato a spiegare la presidente Alessandra Todde (del Movimento 5 stelle) ufficializzato il via libera all’autorizzazione. Adesso, però, un partito della maggioranza prendere le distanze: Alleanza Verdi Sinistra annuncia, infatti, il voto contrario alla delibera e chiede di ritirarla: “Chiediamo una fase di confronto con la presidente Todde e il centrosinistra anche sul tema della transizione ecologica ed energetica”, dichiarano l’assessore ai Lavori pubblici Antonio Piu e i consiglieri regionali Maria Laura OrrùDiego Loi e Giuseppe Dessena. Posizione sostenuta anche dai due leader nazionali del partito.

Una bella grana per Todde che – dopo aveva rallentato l’iter e dato l’illusione di volerlo contrastare – è pronta a dare l’ok all’ampliamento dello stabilimento Rwm Italia di Domusnovas, controllata dai tedeschi di Rheinmetall. “Potrei strappare qualche applauso se dicessi no alla Valutazione d’impatto ambientale per Rwm, negando una nuova autorizzazione per i manufatti già realizzati. E il giorno dopo mi ritroverei i tribunali e gli uffici dello stato che commissariano la regione e ottengono lo stesso risultato a cui ora vi opponete”. Come dire un conto è fare le battaglie identitarie quando si è all’opposizione altra cosa è farlo quando invece si governa.

complicare il quadro, c’è che l’iniziativa degli esponenti sardi di Avs è stata concordata con i vertici nazionali: “Hanno fatto bene i consiglieri regionali di Avs Sardegna, compreso il nostro assessore, Antonio Piu, a prendere questa posizione forte, esprimendo non solo contrarietà ma anche chiedendo alla Todde lo stop alla delibera della Giunta che autorizzerebbe l’ampliamento della fabbrica di armi della società tedesca Rwm del gruppo Rheinmetall”, ha detto Angelo Bonelli, sostenendo la decisione di votare no in giunta. Seguito a ruota anche da Nicola Fratoianni: “Condivido in pieno l’iniziativa dei consiglieri regionali di Avs e dell’assessore Piu. Bisogna votare no all’ampliamento della fabbrica di armi tedesca Rwm in Sardegna. È utile quindi aprire un confronto con la presidente Todde per trovare soluzioni alternative”

Dal Pd invece si assiste, come spesso accade, alla grave diatriba tra alleati in religioso silenzio, ma è chiaro che si tratta dell’ennesimo caso che mostra quanto sia fragile la compattezza del cosiddetto campo largo, testardamente inseguito dalla segretaria Elly Schlein.

Il ministro Adolfo Urso dal canto suo ha sollecitato la Regione di assumere la sua decisione, pronto, in caso contrario ad intervenire direttamente “Mi auguro che la Regione Sardegna si esprima entro oggi sul progetto RWM, rispettando il termine fissato dal Tar. Ma ove ciò non accadesse, ho già preso contatti con il ministro Pichetto affinché si possa intervenire tempestivamente in supplenza della Regione, così da superare uno stallo amministrativo ormai insostenibile e garantire finalmente una soluzione positiva a una vicenda che si trascina da troppo tempo”. È quanto ha annunciato il ministro Urso, aprendo i lavori del tavolo sulla situazione dello stabilimento RWM Italia di Domusnovas.

Il ministro Urso ha poi rassicurato azienda e sindacati che, in stretto raccordo con il MASE, sarà garantito un rapido allineamento tecnico per assicurare la piena operatività di questa azienda strategica che opera in un’area tra le più fragili del Paese. Urso ha inoltre invitato RWM Italia ad avviare immediatamente il confronto con le organizzazioni sindacali sul piano occupazionale, che prevede la stabilizzazione degli attuali lavoratori e l’assunzione che, a regime, potranno raggiungere 250 nuove unità.

La grana arriva dopo le dimissioni dell’assessore alla Sanità Armando Bartolazzi, del M5s, già sottosegretario alla Salute nel primo governo Conte e con la spada di Damocle della decadenza, su cui è prevista l’ultima udienza il 27 febbraio. Insomma il campo largo, considerando che in Campania è ancora in alto mare la composizione della nuova giunta Fico, appare sempre più un cantiere aperto che una coalizione vera e propria, sia a livello locale che nazionale

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