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Per gli Inglesi esiste un modello Meloni sulla migrazione

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Il Times, autorevole giornale inglese, nella sua edizione domenicale, parla di “Meloni style” nella gestione dei migranti. Secondo il giornale inglese, infatti, il governo laburista sta seriamente pensando di dotarsi di una fitta rete di accordi “in stile italiano con diversi Paesi per aiutarli – si legge – a fermare migliaia di migranti illegali che intraprendono il pericoloso viaggio verso la Gran Bretagna”. Entro la fine dell’anno, Yvette Cooper, ministro degli Interni, dovrebbe riuscire a siglare accordi “con diversi governi, tra cui quelli del Kurdistan in Iraq, Turchia e Vietnam, con accordi di “cooperazione e sicurezza”.

Che i giornali internazionali parlino in maniera celebrativa della premier non è certo una novità. Economist, New York Times, Le Figaro, Wall street Journal, Le Monde, Cnn, El pais per citarne solo alcuni hanno parlato della Meloni in termini più che positivi. Ma nessuno fino ad ora si era spinto a definirla come un modello da seguire. Se poi come scrive il giornale a voler adottare il ” sistema Meloni” alla politica migratoria è un governo progressista come quello di Keir Starmer, la cosa fa forse ancora più sensazione.

Entro la fine dell’anno, Yvette Cooper, ministro degli Interni, dovrebbe riuscire a siglare accordi «con diversi governi, tra cui quelli del Kurdistan in Iraq, Turchia e Vietnam, con accordi di «cooperazione e sicurezza».

Secondo il Sunday Times, l’idea di questa operazione avrebbe preso avvio quando a settembre il premier britannico, appena eletto Keir Starmer ha incontrato la sua controparte italiana, Giorgia Meloni, a Roma. In quell’occasione come scrive il Times, i due leader “hanno discusso di come il suo governo di destra sia riuscito a ridurre il numero di migranti che raggiungono le coste italiane in barca, con il ministero degli Interni che ha segnalato un calo del 62% degli arrivi nei primi sette mesi di quest’anno. Frontex si legge ancora , la forza di frontiera dell’Ue, ha calcolato un calo del 64% del numero di persone in arrivo dal Nord Africa e da Malta”,

La notizia è ancora più degna di nota pensando a come l’ex premier conservatore britannico, Rishi Sunak, che con la Meloni aveva instaurato un rapporto molto solido, era stato criticato proprio per la sua idea di mandare i migranti irregolari in Ruanda. Evidentemente Starmer che aveva criticato aspramente questa scelta, in campagna elettorale, deve aver compreso, parlando con la sua omologa italiana, e vedendo i risultati ottenuti, che quella di trasferire all’estero i migranti, non era poi un idea cosi balzana.

 

Mentre in Italia i giudici bloccano i trasferimenti dei migranti in Albania, con il plauso delle sinistre in coro, all’estero ne parlano in maniera entusiasta. Forse, ma questa è solo una ipotesi, in Gran Bretagna la sinistra si è resa conto che per governare occorre più pragmatismo e meno ideologia. Il risultato di Trump in America evidentemente ha avuto il merito di dare una sveglia ulteriore al governo laburista, che dopo solo pochi mesi dal trionfo elettorale, già arranca nel consenso.

La stessa cosa si può dire dell’Europa. La presidente Ursula Von der Leyen, ha spesso accompagnato la Meloni nelle sue spedizioni all’estero per siglare accordi con paesi terzi. In Germania il governo Scholz arrivato ai titoli di coda, in passato ha parlato in maniera estremamente positiva dell’accordo siglato dalla Meloni con il premier albanese Edy Rama.

Alla sinistra italiana, incapace di trovare soluzioni alternative al problema, non resta che cercare di gettare discredito, anche a livello internazionale, sull’operato del governo. Ultimo clamoroso caso è quello relativo alla nomina del candidato italiano Raffaele Fitto alla vicepresidenza esecutiva della nuova commissione europea. Ad oggi ancora non si conosce quale sia il definitivo orientamento del partito democratico.

La segretaria Schlein, infatti,  preferisce non pronunciarsi ancora, e rimane appiattita sulle posizioni dei socialisti spagnoli, che fanno, a Bruxelles, il bello e il cattivo tempo all’interno del gruppo S&D. Socialisti spagnoli che sono finiti in cul de sac a causa della scomoda posizione della loro candidata alla commissione europea, Teresa Ribera, a causa della gestione della alluvione in Valencia. Tutto ciò, malgrado il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, abbia ricevuto Fitto, la settimana scorsa al Quirinale, confidando nella sua nomina, con la sottolineatura che si tratterebbe di un fatto molto importante per il paese. A buon intenditore.


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