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Pensionati e dipendenti evadono più di autonomi e artigiani? Commentiamo i dati di CGIA Mestre

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Pensionati e dipendenti evadono più di autonomi e artigiani

Pensionati e dipendenti evadono più di autonomi e artigiani, questo è il responso del nuovo rapporto della CGIA di Mestre in tema di evasione fiscale, ma l’italiano medio storce il naso.Evasione fiscale in Italia, dati 2025 della CGIA di Mestre.

Ecco alcuni commenti apparsi sulla nostra pagina Facebook.

Pensionati e dipendenti evadono più di autonomi e artigiani - i commenti


Pensionati e dipendenti evadono più di autonomi e artigiani - commenti


Pensionati e dipendenti evadono più di autonomi e artigiani - commento di Keynes Blog


Il tema dell’evasione fiscale è trattato in modo approfondito sia sul blog che nel libro di Economia Spiegata Facile (con nutriti aggiornamenti nella 6a edizione), quindi siamo sempre più convinti che non basti mai fare informazione per togliere dalla testa degli italiani i tanti luoghi comuni ad essa associati.

Pensionati e dipendenti evadono più di autonomi e artigiani: una realtà da conoscere

Un luogo comune da sfatare

Nell’immaginario collettivo, l’evasione fiscale è spesso associata a lavoratori autonomi, artigiani e piccoli imprenditori. Tuttavia, recenti analisi smentiscono questa percezione, evidenziando che pensionati e dipendenti evadono più di autonomi e artigiani. Secondo uno studio della CGIA di Mestre, su un totale di 1.279,8 miliardi di euro di tasse non riscosse tra il 2000 e il 2025, ben 300,4 miliardi (23,5%) sono attribuibili a lavoratori dipendenti e pensionati, mentre solo 156,7 miliardi (12,2%) riguardano autonomi e artigiani. Sky TG24


Uno sguardo più ampio oltre ai dati della CGIA. Il panorama sull’evasione fiscale in Italia.

Diamo uno sguardo alla tabella estratta dal libro di Economia Spiegata Facile, che ci ricorda quali sono le macro categorie e a quanto ammonta l’evasione fiscale per settore:

I dati sull'evasione fiscale in Italia


Le modalità dell’evasione tra dipendenti e pensionati

Sebbene i redditi da lavoro dipendente e da pensione siano tassati alla fonte, esistono forme indirette attraverso le quali queste categorie possono contribuire all’evasione fiscale. Tra queste:​

  • Affitti non dichiarati di proprietà immobiliari.​

  • Lavori occasionali retribuiti in nero.​

  • Omissioni o inesattezze nelle dichiarazioni ISEE per ottenere agevolazioni.

  • Pagamenti in contanti senza emissione di fattura, alimentando l’evasione IVA.

Queste pratiche, spesso percepite come “furbizie”, contribuiscono significativamente al fenomeno dell’evasione fiscale.

I dati che sorprendono

L’analisi della CGIA di Mestre rivela che pensionati e dipendenti evadono più di autonomi e artigiani, con una percentuale quasi doppia rispetto a quest’ultimi. Inoltre, le grandi imprese risultano essere le principali responsabili dell’evasione fiscale, con un debito complessivo di 822,7 miliardi di euro, pari al 64,3% del totale.QuiFinanza+1Sky TG24+1


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Come si fa a dimostrare se una prestazione professionale è stata svolta o meno? Lo stratagemma degli studi di settore

A Keynes Blog, sedicente esperto di economia, non pare possibile che si possa dimostrare che un artigiano abbia svolto effettivamente una prestazione – senza accorgersi che se un artigiano non emette fattura, nel 90% dei casi chi sta al gioco è un privato, quindi con ottime probabilità un pensionato o un dipendente pubblico o privato che, non potendo detrarre la spesa, evade a sua volta l’IVA, appunto.

Eppure il calcolo è molto semplice: Tot materiale professionale acquistato dall’artigiano = tot prestazioni.

Facciamo l’esempio del sarto

Un sarto necessita di un certo quantitativo di tessuto necessario alla produzione dei suoi capi. Per semplicità mettiamo che sia specializzato nella produzione di pantaloni. Ciascun capo richiede 2mt di tessuto. Per produrli è dunque necessario l’acquisto di 100 mt di tessuto il cui costo porterà in detrazione per una cifra x (che qui non ci interessa); a meno che non li acquisti in nero oppure non intenda scaricarliin sede contabile (perché mai dovrebbe?). Supponendo che il sarto venderà ciascun capo a un prezzo medio di 300 euro, il suo fatturato sarà di 15.000 euro.

Se invece a fine anno dichiarerà 7.500 € di fatturato, si suppone che avrà venduto appena 25 paia di pantaloni; cioè solo la metà rispetto al materiale acquistato per la produzione. Ciò verrà dimostrato o meno dai controlli della GdF. Se il restante 50% (l’invenduto) sarà in magazzino, OK; altrimenti, supponiamo che a magazzino risultino 10 capi, significa che ne avrà venduti 15 in nero.

Lo stesso meccanismo vale per gli idraulici che cambiano i tubi di un impianto idraulico, gli elettricisti che cambiano fili, interruttori e lampadine, i meccanici che vi fanno il tagliando all’automobile, il barista che ti fa il caffè ecetera. Come fa il fisco a sapere i consumi di ogni singola lavorazione? Tanta materia prima acquisti, tanta ne venderai – è elementare. A questo sono serviti gli studi di settore: a realizzare dei modelli di tipo econometrico a valore statistico.


Conclusione

È fondamentale rivedere le percezioni comuni sull’evasione fiscale. I dati dimostrano che pensionati e dipendenti evadono più di autonomi e artigiani, e che le grandi imprese rappresentano la fetta più consistente dell’evasione. Una maggiore consapevolezza e un impegno collettivo sono necessari per affrontare efficacemente questo problema.

LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO DI TUTTE LE FONTI


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