Seguici su

Esteri

Parte il governo Barnier, mezzo macroniano, mezzo gollista moderato

Parte il governo Barnier, mezzo macroniano, mezzo gollista moderatissimo, con una punta di socialismo. Un equilibrio fragile, che si può rompere in qualsiasi momento. E i problemi da affrontare sono immensi.

Pubblicato

il

CC’è voluto molto tempo per partorire, ma poco prima delle 20.00 di ieri, Alexis Kohler è salito sui gradini del Palazzo dell’Eliseo e ha annunciato i nomi dei 39 ministri del Governo di Michel Barnier. Lunedì, i ministri si riuniranno a Matignon per una prima sessione di lavoro. Seguirà un Consiglio dei Ministri alle ore 15.00.

Questa nuova squadra illustra l’alleanza tra il Macronismo progressista e la destra conservatrice emersa dalle ultime elezioni legislative, in cui nessuno dei due schieramenti è uscito vincitore, ma solo per i trucchi marcronisti di finto accordo con la sinistra estrema. Una volta infinocchiato Melenchon, le cose sono tornate alla normalità.

Il numero quattro, Bruno Retailleau, è l’uomo forte e eredita il Ministero degli Interni. Come presidente del gruppo LR al Senato, ha il maggior peso politico. L’uomo della Vandea darà anche un sapore di destra all’ordine pubblico. Lo scorso autunno, ha reso molto più severa la legge sull’immigrazione di Gérald Darmanin.

Rachida Dati

All’interno del Governo Barnier, Rachida Dati è l’unica personalità veramente nota ai francesi, in quanto il politico parigino mantiene il Ministero della Cultura. Anche altri sei ministri uscenti fanno parte del cast. Anche Sébastien Lecornu mantiene il suo portafoglio, la Difesa, e ora diventa il Ministro con la più lunga anzianità di servizio dall’inizio della Presidenza Macron. Agli altri quattro sono stati assegnati nuovi settori: Agnès Pannier- Runacher Ecologia, Jean-Noël Barrot Affari Esteri, li promosso da quelli europei, Catherine Vautrin Enti Locali, Guillaume Kasbarian Servizio Civile e Marina Ferrari Turismo Economia. Geneviève Darrieussecq, deputata del MoDem per le Landes, torna come Ministro della Sanità, dopo aver lavorato in precedenza nelle squadre di Philippe, Castex e Borne. Sono tutti super macronisti veterani del governo.

Barrot, nuovo ministro degli esteri francese

Nel complesso, nonostante la sconfitta alle elezioni legislative, il blocco presidenziale occupa quasi la metà dei posti di governo, un premio per aver saputo prendere in giro la sinistra, la destra e i francesi.  Michel Barnier, per mostrare un minimo di rinnovamento,  ha fatto ricorso a volti nuovi dell’Assemblea, sconosciuti al grande pubblico, per occupare diversi portafogli chiave riservati alla quota rinascimentale. A soli 33 anni, Antoine Armand, Presidente della Commissione Affari Economici del Palais-Bourbon, prenderà le redini a Bercy e dovrà pensare a come aumentare le tasse senza farsene accorgere. Alla stessa età, Maud Bregeon, già abituata alle apparizioni televisive, diventa portavoce. Anne Genetet è responsabile dell’Istruzione e Astrid Panosyan-Bouvet del Lavoro. Il Ministero della Solidarietà spetta al deputato di Orizzonti per il Nord, Paul Christophe, eletto dal 2017. D’altra parte, è un ex deputato, Laurent Saint-Martin, 39 anni, ad assumere il portafoglio del Bilancio. Riferirà direttamente a Michel Barnier.

In totale, i Repubblicani hanno undici posti, non male per un partito che ha perso un terzo dei membri, passati con Eric Ciotti a destra. Oltre a Bruno Retailleau, Annie Genevard, Segretario Generale di LR, è responsabile per l’Agricoltura e François-Noël Bu, Presidente della Commissione Diritto del Senato, per l’Oltremare, dove si accumulano questioni esplosive, con rivolte nei Caraibi e nel Pacifico

. Laurence Garnier, Senatore per Loire-Atlantique, è Segretario di Stato per gli Affari dei Consumatori. Venerdì scorso, la sua presunta presenza nella Commissione per gli Affari Familiari ha suscitato un’indignazione da parte del blocco centrale, a causa della sua opposizione al matrimonio per tutti e alla costituzionalizzazione dell’aborto. Allertato in particolare dall’ex ministro Clément Beaune, lo stesso Capo di Stato ha espresso la sua preoccupazione. Nella lista presentata da Michel Barnier a Emmanuel Macron all’Eliseo martedì, il nome di Laurent Wauquiez compariva per Bercy. Ieri, non c’era più. Il presidente del gruppo Assemblée Droite Républicaine ha rifiutato l’offerta del Primo Ministro. Era interessato solo a Beauvau.

Michel Barnier avrà convinto una sola persona di sinistra a far parte della sua squadra, che apparirà molto sbilanciata. Didier Migaud, ex deputato del Partito Socialista per l’Isère e Presidente dell’Alta Autorità per la Trasparenza nella Vita Pubblica, è diventato Ministro della Giustizia e numero due. Mentre il tandem formato da Gérald Darmanin ed Éric Dupond-Moretti ha funzionato perfettamente negli ultimi quattro anni, come funzionerà quello che Migaud formerà con Bruno Retailleau, che ha radici completamente diverse?

Affrontare il malcontento attuale e futuro

Il 1ᵉʳ ottobre, Michel Barnier terrà il suo discorso di politica generale all’Assemblea. Per lui, la formazione del governo è stata una prima prova. A Matignon non ne fanno mistero. “Questa è stata la composizione più complicata della Vᵉ Repubblica; il Primo Ministro ha dovuto gestire una configurazione complessa e senza precedenti ”, sostiene il suo entourage. In questa occasione, l’ex Commissario europeo ha potuto valutare il suo spazio di manovra. Con Emmanuel Macron, che in genere gli ha lasciato mano libera, ha dovuto discutere in diverse occasioni l’identità del Ministro degli Affari Esteri. Inizialmente, Michel Barnier aveva scelto Jean-Dominique Senard, Presidente di Renault. Il Capo di Stato ha posto il veto.

Il Primo Ministro, da parte sua, ha rifiutato di nominare Gérald Darmanin, un candidato alla carica che è vicino al Presidente dell’Eliseo. Il tête-à-tête che ha avuto con il Ministro degli Interni il 14 settembre non è andato bene. Molto ansioso di controllare la composizione della sua squadra fino alla fine, Michel Barnier ha dovuto affrontare anche il malcontento di Gabriel Attal, che si sente emarginato nonostante il gruppo Ensemble pour la République, da lui presieduto, sia il più grande all’interno della maggioranza relativa, e anche di Marc Fesneau, leader del MoDem, che non è stato coinvolto nella scelta dei ministri del suo campo. Attal ha il desiderio di essere permanentemente in testa, la prima donna, un male comune dei macroniani-

La squadra messa insieme da Michel Barnier sarà abbastanza forte da superare le tempeste che ci attendono?  Il governo avrà di fronte, quasi immediatamente, la mozione si sfiducia dalla sinistra e potrà andare avanti solo con l’astensione della Destra. La Le Pen ha posto i proprio paletti, ed ora Ciotti, uscito definitivamente da Les Republicains, fa blocco con lei.

Moti in Nuova Caledonia

Il governo è a tempo e deve prendere delle decisioni anche molto impopolari, dal punto di vista fiscale. Il deficit galoppa, l’economia non tira, ci sono disordini ancora nella Nuova Caledonia, la cui situazione assomiglia ogni giorno di più a quella dell’Algeria e rischia di degenerare nel caos politico ed economico. Il governo dovrà sicuramente affrontare anche le proteste della sinistra radicale, che staraccogliendo anche le firme per far dimettere Macron. Una situazione esplosiva, nella quale non può più contare neanche sull’appoggio del gemello tedesco che, magari, domani, potrebbe non esistere più.


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito


E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento