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Parla la Lagarde, materie prime a picco. Re Mida al contrario alla BCE…

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Oggi è stata una giornata molto pesante per i mercati energetici, con il petrolio WTI (ma anche il Brent lo ha seguito) che ha perso  quasi il 4% ed ha toccato un minimo mensile.

Anche se sembra un fatto positivo questo movimento al ribasso costerà molti posti di lavoro in giro per il mondo nel settore senza dare nessun particolare vantaggio economico ai consumatori.

A dare il tocco della morte al petrolio, con già molti problemi dal lato dell’offerta, come metteremo in evidenza a breve, è stata la signora Lagarde, presidente della BCE che:

Ha avvertito che c’è un chiaro deterioramento delle prospettive e che la ripresa nell’area dell’euro sta “perdendo slancio più rapidamente del previsto”.

A parte che la ripresa non è mai partita, notiamo che sottolinearlo, da parte di un presidente / governatore di Banca centrale, significa gettare un po’  di benzina sul fioco dei mercati, tanto per utilizzare un termine legato al settore petrolifero.  Chiaro che comunque la seconda ondata che tutti hanno ignorato in primavera (Gualtieri in primis.. ma lui suona la chitarra) manderà a picco la ripresa nel vecchio continente. Altro che rimbalzo fortissimo!!

Per quanto riguarda invece il lato dell’offerta si sta producendo un eccesso non previsto. Infatti:

  • le scorte immagazzinate negli USA sono cresciuto più di quanto previsto;
  • l riapertura da parte dei Bengasi della produzione ha fatto crescere notevolmente l’offerta di petrolio libico;

Allo stato attuale l’unica parte del mondo dove la domanda petrolifera è sostenuta ai livelli degli scorsi anni è la Cina, che però è un acquirente molto attento al prezzo e legato in modo sempre più stretto al prodotto iraniano. In assenza di una soluzione per il problema Covid-19 e di ulteriori tagli alla produzione potremmo assistere a cali ulteriori del prezzo del petrolio.


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