Difesa
Allarme Rosso dagli USA: dispositivi spia cinesi nei pannelli solari minacciano la rete elettrica. L’Europa è un Colabrodo?
Dispositivi spia cinesi in pannelli solari e inverter allarmano gli USA, perché potrebbero essere manipolati da Pechino. Rischio blackout e sabotaggio. L’UE, dipendente dalla Cina, è pronta a questa minaccia?

La scoperta, negli Stati Uniti, di dispositivi di comunicazione non dichiarati all’interno di pannelli solari e apparecchiature correlate di fabbricazione cinese ha scatenato un’ondata di allarme tra i funzionari americani.
Come riportato da Reuters, la vulnerabilità della rete elettrica nazionale è ora al centro di intense preoccupazioni, ma la vera domanda che sorge spontanea è: quanto è preparata l’Unione Europea, massiccia importatrice di tecnologia cinese, ad affrontare minacce simili? La risposta, purtroppo, sembra puntare verso una preoccupante impreparazione.
Negli ultimi nove mesi, negli USA sono stati individuati questi dispositivi “canaglia”, potenzialmente capaci di destabilizzare le infrastrutture energetiche e provocare blackout su vasta scala. Secondo fonti vicine al dossier, componenti non documentati, inclusi modem cellulari, sono stati trovati in inverter solari, batterie, caricabatterie per veicoli elettrici e pompe di calore provenienti da diversi fornitori cinesi.
Gli esperti statunitensi hanno portato alla luce questi componenti durante ispezioni di sicurezza su apparecchiature per energie rinnovabili, costringendo a una rivalutazione urgente dei rischi associati. Gli inverter, cruciali per connettere pannelli solari e turbine eoliche alla rete elettrica, sono prodotti in stragrande maggioranza in Cina, un fatto che amplifica a dismisura i timori sulla loro sicurezza e sulla potenziale dipendenza critica da Pechino.
“Sappiamo che la Cina ritiene vantaggioso mettere a rischio di distruzione o interruzione almeno alcuni elementi delle nostre infrastrutture critiche”, ha dichiarato Mike Rogers, ex direttore della National Security Agency (NSA) statunitense. Rogers ha inoltre aggiunto: “Penso che i cinesi sperino, in parte, che l’uso diffuso degli inverter limiti le opzioni a disposizione dell’Occidente per affrontare il problema della sicurezza“.
Il pericolo è concreto: gli esperti avvertono che questi dispositivi nascosti potrebbero aggirare i firewall, consentendo la manipolazione remota delle impostazioni degli inverter o addirittura il loro completo spegnimento. Azioni di questo tipo potrebbero non solo interrompere le reti elettriche e danneggiare le infrastrutture, ma causare blackout estesi. “Ciò significa effettivamente che esiste un modo integrato per distruggere fisicamente la rete”, ha confidato un’altra fonte a Reuters.
Questa scoperta non fa che confermare i timori espressi da tempo da esperti di energia e sicurezza sui rischi derivanti dall’affidarsi a prodotti per l’energia verde “made in China”. Le preoccupazioni per possibili atti di spionaggio e sabotaggio si intensificano man mano che l’Occidente integra queste tecnologie nei propri sistemi energetici. Un precedente significativo si è verificato nel dicembre 2023, quando funzionari repubblicani hanno esortato Duke Energy a dismettere le batterie CATL di fabbricazione cinese presso Camp Lejeune, North Carolina, citando rischi di sorveglianza. Duke Energy ha successivamente scollegato tali sistemi dalla rete.
Il Dipartimento dell’Energia statunitense (DOE) ha ammesso l’esistenza del problema, affermando di valutare continuamente i rischi associati alle nuove tecnologie. “Sebbene questa funzionalità possa non avere intenti malevoli, è fondamentale che chi acquista abbia una piena comprensione delle capacità dei prodotti ricevuti”, ha dichiarato un portavoce del DOE, che sta lavorando per rafforzare le catene di approvvigionamento nazionali e migliorare la trasparenza.
Dal canto suo, un portavoce dell’ambasciata cinese a Washington ha respinto le accuse, dichiarando: “Ci opponiamo alla generalizzazione del concetto di sicurezza nazionale, distorcendo e diffamando i risultati infrastrutturali della Cina”.
Mentre gli Stati Uniti corrono ai ripari, la situazione nell’Unione Europea appare critica. La forte dipendenza dalle forniture cinesi nel settore delle tecnologie verdi, inclusi i pannelli solari e gli inverter, espone il Vecchio Continente a vulnerabilità sistemiche. L’UE sembra spesso navigare a vista, priva di una strategia coordinata e robusta per mitigare questi rischi, sottovalutando la potenziale minaccia ibrida che si cela dietro la transizione ecologica “chiavi in mano” offerta da Pechino. La sicurezza energetica europea non può prescindere da un serio esame di coscienza e da azioni concrete per non trasformare la corsa al green in un assist involontario a potenziali avversari strategici. Invece sembrano prevalere gli interessi economici di questo o quel gruppo, chissà come mai.
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