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Palladio e platino esplodono, spinti da attese sui tassi e da una mossa dirompente della Cina

Palladio, e platino, alle stelle e la mossa della Cina: Pechino sfida il dollaro costruendo un “Fort Knox” per le riserve auree mondiali.

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Il mercato dei metalli preziosi sta vivendo un momento di effervescenza che non si vedeva da decenni. La causa, neanche a dirlo, è la politica monetaria sempre più “creativa” delle banche centrali a livello globale, unita a livelli di debito, pubblico e privato, che ormai sfidano la gravità. In questo contesto, gli investitori, preoccupati per il valore a lungo termine delle valute fiat, tornano a guardare con interesse ai beni tangibili. E, come da copione, i metalli preziosi sono i naturali beneficiari di questa tendenza.

Se l’oro è il solito protagonista, questa volta i riflettori sono puntati anche su platino e, soprattutto, palladio. Per questi due “cugini” del metallo giallo, un ulteriore fattore di spinta arriva dalla crescente domanda del settore della gioielleria e degli investitori retail, in particolare dai mercati asiatici. In India e Cina, dove l’interesse per i metalli da investimento ha solide giustificazioni culturali ed economiche, si osserva una netta ripresa degli acquisti. Gli investitori locali, con un accesso limitato a forme alternative di protezione del capitale, si rivolgono sempre più a metalli che finora erano rimasti nell’ombra dell’oro.

Il Platino noto anche per gli usi industriali come catalizzatore, sta taggiungendo livelli record:

È importante notare come questa crescita non sia un fenomeno isolato. Il sentiment positivo abbraccia l’intero comparto, e i movimenti attuali possono essere interpretati come un tentativo di riequilibrare lo spread storicamente ampio tra l’oro e il resto del gruppo, inclusi argento, platino e palladio.

Il Caso Particolare del Palladio

Il mercato del palladio presenta delle caratteristiche uniche. La sua liquidità relativamente bassa rispetto ad altri metalli lo rende più suscettibile a fluttuazioni di breve termine e amplifica la risposta del prezzo a un aumento della domanda, sia essa fondamentale o speculativa. Di conseguenza, anche flussi di capitale moderati possono innescare movimenti di prezzo significativi, come stiamo osservando.

Il palladio ha recentemente superato i 1.430 dollari l’oncia, per la prima volta dal 2023, spinto da una serie di fattori concomitanti:

  • Domanda di beni rifugio: L’incertezza generata da eventi come lo shutdown del governo USA e la crisi politica in Francia spinge gli investitori a rivalutare gli asset in dollari a favore dei lingotti.
  • Aspettative sui tassi d’interesse: I dati deboli sul mercato del lavoro statunitense hanno rafforzato le scommesse su ulteriori tagli da parte della Federal Reserve, con i mercati che già prezzano due riduzioni da 25 punti base nelle prossime riunioni.
  • Dinamiche di offerta: Il World Platinum Investment Council ha previsto un calo della produzione di palladio dell’1,1% annuo fino al 2029, aggiungendo pressione dal lato dell’offerta.

La Mossa della Cina Dragone: offre servizi di custodia dei metalli preziosi

Come se non bastasse, Pechino sta giocando una partita strategica di lungo periodo. La Cina ha creato una nuova infrastruttura finanziaria per fungere da custode di metalli preziosi per i mercati esteri. L’obiettivo è chiaro: diventare un polo di custodia per le riserve auree sovrane straniere, sfruttando lo Shanghai Gold Exchange (SGE) per corteggiare le banche centrali delle nazioni “amiche”.

Questa iniziativa, guidata dalla People’s Bank of China (PBOC), mira a convincere altri paesi ad acquistare oro e a depositarlo direttamente in Cina. Ecco come funziona la strategia:

AspettoDescrizione
InfrastrutturaLe riserve sarebbero detenute in magazzini collegati all’International Board dello SGE, creato nel 2014 per facilitare la partecipazione straniera.
SupervisioneL’intero sistema opera sotto la stretta supervisione della PBOC, garantendo il controllo governativo su tutte le transazioni internazionali.
ApproccioInvece di chiedere di trasferire riserve esistenti (una mossa politicamente delicata), la Cina si concentra sui nuovi acquisti di oro, minimizzando le resistenze.

Secondo fonti di mercato, almeno un paese del Sud-est asiatico avrebbe già mostrato interesse. È una mossa che, sebbene ancora agli inizi, punta a rafforzare la posizione di Pechino nel sistema finanziario globale, offrendo un’alternativa ai tradizionali centri di custodia occidentali. Un altro pezzo nel complesso puzzle della de-dollarizzazione.

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