OUTLOOK SECONDO TRIMESTRE BRASILE: CALO DELLA DOMANDA INTERNA E DEGLI INVESTIMENTI FISSI LORDI

La Banca Centrale ha fatto partire la stretta disinflazionistica a fine 2013 e subito l’

‘economia brasiliana è scesa del 0,6 per cento, trimestre su trimestre, e dello 0,9 su base annua. La debolezza è stata determinata prevalentemente dal calo degli investimenti in capitale fisso lordo (5,3 per cento trimestre su trimestre e 11,2 per cento sull’anno precedente). L’economia invece è stata interessata positivamente da un aumento delle esportazioni (del 2,8 per cento rispetto al primo trimestre e dell’1,9 per cento rispetto al secondo trimestre del 2013) e da un calo delle importazioni reali di beni e servizi (del 2,1 per cento trimestre su trimestre e 2,4% anno su anno) determinato dalla debolezza della domanda interna (Protezionismo doganale indiretto).

Il calo del PIL è dipeso dalla cattiva performance di produzione, commercio e costruzione.

Il settore manifatturiero ha perso il 2,2 per cento rispetto al primo trimestre, il commercio ha fatto un meno 2,2 per cento e la costruzioni meno 2,9 per cento, tutti rispetto al primo trimestre. Nel confronto anno su anno questi settori sono diminuite rispettivamente del 5.5 %, 2.4 % e un impressionante 8,7 %, sottolineando la gravità relativa della contrazione di un settore che è stato un grande contributo alla crescita durante gli anni del boom.

La spesa per consumi personali è cresciuta fino 0,3 per cento su base trimestrale e dell’1,2 per cento rispetto a un anno prima. L’aumento segue però il calo dello 0.2% del primo trimestre 2014.

Quindi, è la debolezza della domanda interna, piuttosto che della domanda esterna, che ha rallentato l’economia brasiliana e questo significa che la banca centrale ha adottato anch’essa una politica monetaria antinflazionistica che, per ora, ha rallentato la domanda interna soprattutto agendo per ora sugli investimenti del paese (che hanno preso su di se tutto il peso dell’aggiustamento antinflazionistico deciso).

D’altronde sono anche terminati i mondiali!

Maurizio Gustinicchi

Economia5Stelle