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Oswald Mosley. Un grande uomo, amico di Lord Keynes, continuamente diffamato da Fake News

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Oswald Mosley libro di Gingko Edizioni

Per la prima volta è stata tradotta in italiano, nella sua completezza, La Mia Vita l’autobiografia di Oswald Mosley (1896-1980) da Gingko Edizioni.

La sua lettura riporta i lettori nel mondo esclusivo rappresentato in Dawntown Abbey.

Egli fu indubbiamente uno degli uomini più affascinanti e diffamati del secolo scorso. Viene ancor oggi coperto da ingiurie e da accuse infondate, accusandolo di essere stato un nazista e un razzista. Per scoprire l’inganno ci basta leggere i testi dei suoi discorsi e delle sue pubblicazioni, che precedettero e seguirono la II Guerra Mondiale. Fu un simpatizzante del Fascismo ma assai sui generis, un po’ come Engelbert Dollfuss in Austria, ma egli fu sempre un monarchico. 

Paradossalmente, nel 1923, andò vicinissimo a provocare la caduta di Mussolini, al tempo della crisi di Corfù, spingendo per l’attivazione della procedura d’infrazione (Art.16) presso la Società delle Nazioni, ma fu il Primo Ministro conservatore, Stanley Baldwin (1867-1947) che decise di non immischiarsi.

In campo economico egli fu un keinesiano convinto, e invece che apprendere quella dottrina per via libresca o peripatetica, l’apprese per via culinaria: pranzando spesso con Lord Keynes! 

 

Sir Oswald Mosley

Sir Oswald Mosley tentò di salvare milioni di uomini, donne, bambini, città e nazioni ma gli fu fatale l’aver adottato il saluto romano e, per motivi pratici, la camicia nera. Se avesse adottato una camicia rosa, o arancione e, invece del saluto con il braccio teso, avesse unito i palmi delle mani nel saluto buddista, mantenendo inalterato tutto il resto, siamo convinti che sarebbe potuto diventare Primo Ministro del Regno Unito al posto de suo amico Winston Churchill (questo fu detto a chi scrive niente di meno che da Lord Deeds a Hong Kong nel 1997) e pertanto, limitare o addirittura evitare l’ultimo conflitto mondiale e i campi di sterminio. 

Dopo aver sperimentato gli orrori della guerra, al tempo del Primo conflitto mondiale (era stato lievemente gasato a Ypres ed era sopravvissuto alla battaglia di Loos) Mosley voleva la pace, a ogni costo. Appartenente alla nobiltà britannica, durante la Prima guerra mondiale s’arruolò, a 17 anni, nel 16mo lanceri della regina, combattendo nelle trincee e sui primi aerei che sorvolarono le trincee nemiche. Entrò in Parlamento nel 1918, il più giovane onorevole della storia britannica.

Ebbe il merito di aver fermato gli squadroni della morte in Irlanda, nel 1920, quando i famigerati Black and Tan seminavano il terrore fra i civili, con una serie di interrogazioni parlamentari che gli misero contro il suo stesso partito.

Eppure, quando si parla di lui in Gran Bretagna lo si rappresenta in maniera caricaturale, con la camicia nera che adottò per pochi anni e che poi abbandonò nel 1936.

Come disse Michael Foot, leader del Partito Laburista negli anni ‘80: “Quest’uomo andò vicino a cambiare l’intero corso della storia britannica…Ciò che Mosley rappresentava così coraggiosamente, avrebbe potuto salvare il nostro Paese dalla fame negli anni Trenta, e poi dalla Seconda guerra mondiale”.

 

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Lo storico A. J. P. Taylor, autore di English History, 1914-1945 scrisse questo di lui: “Solo Oswald Mosley si dimostrò all’altezza di quella sfida. Le sue proposte offrirono un modello per la maggior parte dei progressi costruttivi della politica economica fino ai giorni nostri. Questo è un risultato sorprendente e una prova di un talento superlativo”.

Nel 1961 il giornalista R. H. S. Crossman scrisse sul The New Statesman che: “Il brillante programma di Mosley era avanti di una generazione rispetto alla mentalità corrente del partito laburista. Egli fu il politico di spicco della sua generazione. Mosley è stato rifiutato da Whitehall, Fleet Street e da tutti i capi di partito di Westminster, semplicemente ed esclusivamente, perché aveva ragione”.

Nel 1920 sposò Lady Cynthia Curzon, la seconda figlia del marchese Curzon di Kedleston, (1859–1925), che era stato viceré d’India e poi Ministro degli Esteri del Regno Unito. Viaggiò in India con lei, dove ebbero modo d’incontrare Gandhi e parteciparono a una sua conferenza: i due si piacquero subito e Mosley lo definì una: “Persona di sottile intelligenza e di grande umanità”.

Viaggiarono negli Stati Uniti per visitare fabbriche e miniere, intuendo che il mondo nuovo stava nascendo proprio lì. Per una settimana andarono a pesca con F.D. Roosevelt sulla sua barca e discussero molto delle nuove idee economiche di matrice keynesiana e di contenimento del potere degli usurai, Roosevelt era d’accordo con lui ma, non appena eletto, cambiò idea.

Pur essendo un ricco aristocratico, divenne il campione del Partito Laburista e Ministro con responsabilità speciali per la riduzione della disoccupazione durante la Grande Depressione. Quando le sue proposte di far ripartire l’economia del Regno Unito, tutte di matrice keynesiana,  furono respinte (la sua proposta, nota come il “Mosley Memorandum” sarebbe stata la ricetta giusta, e tutti maggiori economisti oggi lo ammettono) divenne l’unico ministro britannico a dimettersi sulla questione fondamentale della lotta alla disoccupazione. Il suo motto fu: “La guerra alla povertà è la sola guerra che vogliamo”. Lady Curzon morì nel 1933 di setticemia e Mosley, nel 1936, si risposò con Diana Mitford, che fu definita dallo scrittore James Lees-Milne: “La cosa più prossima alla Venere di Botticelli che abbia mai visto”. 

Con l’inizio della Seconda guerra mondiale tutti gli “appeasers” ossia i pacifisti, coloro che avevano cercato la pace con la Germania e l’Italia, ebbero la propria carriera distrutta. Eppure, una pace negoziata per la Gran Bretagna e la Francia sarebbe stata di gran lunga l’opzione migliore. Alla Francia e alla Gran Bretagna, nel 1939, conveniva la pace.

Ecco, in sintesi, i motivi. Avrebbero avuto tempo di riarmarsi; sarebbe rimasta aperta una strada di fuga per gli ebrei perseguitati in Germania e ricordiamo qui che prima del 10 giugno 1940 migliaia di ebrei s’imbarcarono da Genova verso i Paesi che avevano concesso loro un visto. Adolf Hitler era un ideologo, non un politico come Mussolini e Churchill. La sua idea fissa era di distruggere l’Unione Sovietica e l’invasione della Polonia era solo il trampolino per un attacco a est, dove l’ex caporale austriaco si sarebbe sicuramente rotto le corna.

Il 22 maggio1940 il governo britannico approvò il Regolamento di Sicurezza 18B, una legge che dava facoltà al Ministro degli Interni d’imprigionare chiunque senza processo, se sospettato di “mettere in pericolo la sicurezza del Regno.” Il giorno seguente Mosley fu arrestato con altri dirigenti del suo partito, il BUF e, qualche settimana dopo, anche sua moglie fu rinchiusa in prigione. Uscirono solo nel novembre del 1943, per restare agli arresti domiciliari, una decisione che provocò forti proteste da parte della sinistra: aizzati dalla loro propaganda, in molti avrebbero visto di buon occhio la loro impiccagione. La persecuzione nei loro confronti si protrasse sino al 1949, con la negazione della concessione di un passaporto per poter espatriare.

Nel 1° marzo 1962 era a Venezia dove, con altri rappresentanti della destra europea, sottoscrisse una Dichiarazione per creare un’Europa unita, libera dall’usura e dalle influenze massoniche. Il giornale comunista l’Unità pubblicò un articolo nel quale lo accusava delle peggiori nefandezze. Mosley li querelò in Italia e vinse, costringendoli a pagare i danni. Con il suo carattere indomito e le sostanze lasciategli dai suoi antenati, non esitava mai ad adire alle vie legali: addirittura, pochi mesi dopo, querelò anche il Cancelliere tedesco, Konrad Adenauer (1876-1976), il quale poi si scusò pubblicamente, dicendo che i giornali avevano riferito parole non sue.

Angelo Paratico 

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