Analisi e studi
Oro o fabbisogni?
Il Quantum Financial System (QFS), basato su oro e dati, promette un sistema finanziario più equo, ma potrebbe rivelarsi solo una nuova forma di controllo centralizzato. Il vero cambio di paradigma avverrebbe solo mettendo al centro i bisogni umani, non l’oro o i dati.
Il QFS è in arrivo?
Non è certo in discussione il fatto che, da almeno quindici anni, quello in oro fisico costituisca, sul lungo periodo, un ottimo investimento, soprattutto in contesti di guerra o pre-guerra come quello attuale (e così è sempre stato).
E’ invece tutto da dimostrare il fatto che il cosiddetto “Quantum Financial System” (QFS), inteso come un sistema di “emissione a credito” di moneta digitale con un sottostante di oro fisico e di beni e servizi, sia prossimo all’implementazione tanto da essere discusso alla Banca d’Italia.
Nei documenti ufficiali del seminario di Settembre 2024 “Building a safe quantum financial system” si parla semplicemente di sicurezza in ambito di applicazioni finanziarie basate su tecnologia quantistica. A meno che non sia stato fatto segretamente. (Ora se esistono altri documenti, oltre a quelli presenti sul sito di Banca d’Italia, si chiede di poterne avere copia, così come di spiegare come mai non siano resi pubblici).
Il QFS ci salverà dalle “cattive” banche
In quanto alla presunta bontà di un sistema di “emissione a credito” di moneta digitale risultante dalla tokenizzazione dell’oro – eliminando le “cattive” banche – permettetemi di dubitarne. Primo, perché niente ci dice che con l’IT-Wallet andremo in un regime di lira sovrana coperta da oro (di chi?) e da beni e servizi. Vorrei sapere da dove sia stata tratta tale informazione. Anche qui, nel caso mi fosse mancata, chiederò venia se si confermasse tale trend.
Moneta a debito
Secondo, perché tale sistema sarebbe sempre a DEBITO. Con la tokenizzazione si ottiene infatti moneta digitale in cambio di deposito di oro fisico presso un custode. Ciò corrisponde esattamente alla passività circolante che costituisce la moneta attuale e che deriva dalla “nota di banco” e dalla “lettera di cambio” del tempo dei Veneziani, che depositavano l’oro presso i banchi, per fare leva monetaria nei loro commerci internazionali.
Moneta a credito
Quando si dice creazione di moneta a CREDITO, si intende credito per chi? Per chi ha l’oro depositato? Ma in tal caso come se lo è procurato? Comprandolo o producendolo.
A produrlo sono sempre stati i signori delle Compagnie delle Indie, gli schiavisti dell’Africa, i padroni delle multinazionali sudafricane, argentine, etc. A comprarlo sempre e comunque i ricconi del pianeta, in carta-moneta e carta scritturale dagli stessi creata e controllata. È normale che, in una opera di demolizione controllata del dollaro e derivati del dollaro (euro, yen, dollari vari, sterlina ecc), ci sia una corsa all’oro, ma è chiaramente un fatto che si presta a fraintendimento.
Moneta fiat: sì, ma quale?
La moneta fiat, secondo questa vulgata sarebbe cattiva perché non dotata di valore intrinseco, né basata su un valore sottostante, sarebbe creata dal nulla. Ma in realtà la moneta attuale è creata da un gruppetto di privati a proprio uso, consumo e profitto, a iosa sulla base dei nostri debiti veri.
(Questa moneta fiat non è creata dal nulla, ma per la maggior parte dai nostri debiti).
Sempre secondo questa vulgata, saremmo attualmente in un regime fiat puro, mentre in realtà siamo in un regime di fiat spurio. Infatti l’attuale moneta, dal punto di vista contabile, è creata come passività delle banche, che in contropartita mettono all’attivo del loro bilancio gli asset e le obbligazioni che acquisiscono dal resto della società con le loro promesse di pagamento, fuffa.
In sostanza, quando ci indebitiamo con le banche, sempre, cediamo loro nostre obbligazioni (ad esempio, l’obbligazione di ripagare il mutuo). Se nessuno vendesse loro asset, contabilmente non potrebbero creare moneta scritturale/bancaria. (E noi vendiamo loro le nostre obbligazioni quando ci indebitiamo con le banche, sempre).
Un cambio di contabilità
Quello in uso è infatti un sistema di contabilità datato, risalente all’epoca in cui l’oro era moneta (internazionale) e bisognava segnare le transazioni tra oro e cartamoneta, e tra commercianti fra loro distanti. Nonostante l’introduzione della moneta fiat nel 1971, il sistema di contabilità non è stato modificato.
Se fosse veramente fiat e se fosse descritta correttamente dalle scritture contabili, nessuna banca centrale iscriverebbe più al passivo le banconote, né sarebbero segnati come passività delle banche i depositi creati sul momento tra banche o dei normali cittadini, controbilanciate dalle attività ex post delle stesse.
Una moneta fiat pura – “creata dal nulla” – infatti non ha nessun bisogno di sottostante, essendo la moneta per sua natura simbolica e scritturale, e sarebbe segnata all’attivo alla creazione. In contropartita troveremmo l’origine di tale creazione (la fonte): demografia, opere, patrimonio e altri fabbisogni umani.
Estorsione di proprietà
Ora invece si vorrebbe fare esattamente il contrario con IT-Wallet (e i suoi affini CIN, SPID, CF, PagoPA, IO, e chi più ne ha più ne metta). Si vorrebbe che mettessimo a “deposito” – con il nostro consenso estorto in tutti i modi – i nostri dati, tutti i nostri dati, dai più sensibili (sanitari) ai biometrici, per potere giustificare la creazione monetaria, riproducendo esattamente quella figura perversa di deposito bancario di cui la banca diventa proprietaria (ex art. 1834), vale a dire di ciò che le autorità monetarie chiamano, entrando in dissonanza cognitiva, o con il famoso bipensiero orwelliano, “contante” per i clienti e passività per le banche.
(Vi siete mai chiesti come mai del contante in mano, i valori in cassa o il cash possano essere contemporaneamente la passività di qualcun altro?).
Quando diamo il nostro consenso, che ci viene estorto, sulla scia della consuetudine acquisita durante il periodo pandemico, con una forzatura ignobile, noi diventiamo gli INTERESSATI dei nostri dati, mentre il destinatario dei dati ne diventa il TITOLARE (del trattamento dati), facendo sfumare in tal modo la proprietà degli stessi esattamente come si fa con il NOSTRO conto in banca.
La foglia di fico
Il fatto che si voglia aggiungere una riserva aurea come criterio di creazione della moneta è solo una foglia di fico, così come lo è sempre stato dai Sumeri ai Veneziani, dagli inglesi della Bank of England al Bretton Woods del dopo guerra. O vi è qualcuno così ingenuo da credere che la stampa illimitata di moneta sia iniziata unicamente nel 1971?
(L’impero romano cadde per via della moneta metallica aurea e argentea, la cui offerta è rigida, e la cui estrazione richiede schiavi e sempre nuove conquiste; l’alternativa fu la carta moneta di Gengis Kahn, su carta di tronco di gelso, a corso forzoso, pena la morte, che comunque funzionò benissimo per l’economia dei Mongoli, ma con quale violenza!).
La moneta, essendo in realtà di natura scritturale, SIMBOLICA, è sempre stata creata dal nulla, ma per darle una parvenza di valore mercantile è stata il più delle volte agganciata al prezzo di una materia preziosa come l’oro o l’argento, onde infondere nella società la fiducia necessaria a farla accettare, ma i banchieri sanno da sempre che tale aggancio è labile, una scusa e un paravento per profitti e aggi vari.
Perché la moneta è nominale e, come l’ostia nella transustanziazione, essa veicola il valore simbolico che rappresenta, il potere di acquisto, che non dipende dal valore di una materia pregiata, bensì dal potere di acquisto in una società data. Tale potere dipende da una svariata serie di criteri, non ultima l’organicità di una comunità e il suo CREDO, donde l’importanza delle religioni, da sempre, per consolidare il sistema finanziario.
Ed ecco perché dire che “la moneta fiat è cattiva mentre la moneta aurea sarebbe buona” è una semplice mistificazione. Ed ecco perché in realtà i segnali sono ben diversi dall’inaugurazione di una vera e propria era della moneta aurea. Basti pensare ai data center e al furto costante e pervasivo dei nostri dati, per capire che il vero ORO siamo noi, nella fattispecie CON I NOSTRI DATI ESTORTI, RUBATI, TRATTENUTI, TRATTATI, INCROCIATI e così via dicendo.
Un cambio di paradigma
Ripeto: la moneta non va coperta da un bene a riserva, essa andrebbe creata per la spesa di beni e servizi dei cittadini, beni e servizi da essi stessi prodotti e da essi stessi usufruiti.
La moneta non va coperta, la moneta deve coprire i fabbisogni umani.
Ma fino a quando non metteremo questi ultimi al centro, bensì un metallo prezioso il cui valore è determinato dai soliti IGnoti (che peraltro in questo periodo storico – nessuno lo mette in dubbio – hanno deciso di puntare sull’oro – cfr. Basilea III), significherà una cosa sola: che a sottostante della moneta ci saremo sempre e solo noi, adesso con i nostri debiti, prossimamente con i nostri dati.
Nel caso dell’oro, con i nostri crediti in oro diventeremmo comunque da proprietari a creditori del nostro oro, esattamente come per i nostri conti correnti. Senza dimenticare che l’atto primario di creazione monetaria avverrebbe su un criterio mercantile e censitario di scambio moneta-oro e non per una finalità alta e giusta come la salute, l’istruzione, l’acqua, le strade e la vita di noi umani.
Spezzare l’incantesimo
A sottostante saremmo noi, come sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
Ohé! Lo vogliamo spezzare questo incantesimo???
Si scelga quindi: o l’oro o l’umano al centro. O Dio, inteso come anima degli umani, o Mammona, inteso come il mercantilismo di un metallo associato all’IA di una macchina. Tutt’e due è una contraddizione nei termini.
Scegliere l’oro è comunque sempre optare per lo stesso paradigma di una moneta titolo su un bene a riserva – cioè passività – invece che optare per una moneta che distribuisca potere di acquisto agli umani, che comunque sia lo invereranno con la loro stessa vita, il loro stesso valore, il loro stesso lavoro.
Nicoletta Forcheri 23 ottobre 2024
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