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Orban: agisco non per la Russia, ma per proteggere le famiglie ungheresi

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Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha risposto a una lettera indirizzatagli da 44 eurodeputati, che accusavano direttamente il suo governo di sostenere la Russia nel conflitto in corso in Ucraina.

Nella lettera, datata 14 giugno, gli eurodeputati hanno espresso il loro disappunto nei confronti del governo ungherese per aver ottenuto un’esenzione dalle ultime sanzioni energetiche imposte alla Russia dall’Unione Europea, sostenendo che “l’esenzione per gli oleodotti russi continuerà a finanziare i crimini di guerra della Russia contro l’Ucraina”.

I legislatori europei lamentano inoltre quella che descrivono come “la sfortunata priorità del guadagno economico nazionale e degli interessi politici personali a scapito della vita del popolo ucraino”.

Tra gli eurodeputati figurano membri dei gruppi Renew Europe, PPE e S&D del Parlamento europeo.

Orbán ha risposto in una lettera giovedì, respingendo l’idea che il suo governo stia sostenendo la Russia nell’invasione dell’Ucraina e affermando di continuare a respingere le proposte che “vanno contro il buon senso e minacciano di impoverire le famiglie ungheresi ed europee”.

“Condanniamo l’attacco russo alla sovranità territoriale dell’Ucraina e la violazione della Convenzione di Budapest. Vogliamo la pace. Il conflitto armato deve finire e le controversie devono essere risolte attraverso i negoziati. Dobbiamo anche aiutare l’Ucraina e prenderci cura dei rifugiati. Finora sono arrivati in Ungheria quasi 800.000 rifugiati dall’Ucraina, ai quali sono stati forniti cibo, alloggio e medicine. Stiamo fornendo istruzione ai bambini e lavoro agli adulti. Decine di migliaia di ungheresi hanno accolto i rifugiati nelle loro case, raccolto donazioni e fatto volontariato. Nel frattempo, abbiamo inviato e continuiamo a inviare all’Ucraina aiuti umanitari, donazioni, cibo, carburante e medicine”.

Il primo ministro ungherese ha insistito sul fatto che il suo governo ha agito coerentemente con il “principio consensuale secondo cui le sanzioni imposte non dovrebbero danneggiarci più della Russia”. Orbán ha promesso di continuare a parlare con “parole sincere e argomenti pacati” contro le proposte che colpirebbero in modo sproporzionato l’economia ungherese e il suo popolo.

“Sono sicuro che troverò sempre più partner tra di voi in questo sforzo”, ha previsto Orbán mentre la guerra continua, sostenendo che garantire la sostenibilità dell’economia del suo Paese “non è solo nell’interesse dell’Ungheria, ma anche di tutta l’Europa”.

Gli eurodeputati che hanno preso di mira l’Ungheria potrebbero rappresentare l’ennesimo attacco diretto contro il governo Orbán, ma Orbán ha chiarito che sta mettendo le famiglie ungheresi al primo posto e molti esperti concordano già sul fatto che l’esenzione dal petrolio del suo Paese produrrà centinaia di milioni di entrate. Sebbene anche altri Paesi abbiano ricevuto un’esenzione a causa della loro dipendenza dal petrolio russo, in particolare la Slovacchia e la Repubblica Ceca, gli eurodeputati non hanno ancora inviato una lettera simile a questi governi.

Tuttavia, un importante critico di Orbán, il primo ministro olandese Mark Rutte, ha riconosciuto che Orbán ha fatto bene a ritagliare un’esenzione dall’embargo petrolifero per la sua nazione, data la sua dipendenza dall’energia russa. Bisogna dire che l’esenzione verrà a spaccare il mercato unico, dando un’importante vantaggio competitivo alle aziende che si trovano in Ungheria e che, per questo potranno continuare a godere di prezzi di favore dal punto di vista energetico.

Bravo lui che ha ottenuto questa importante esenzione…


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