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OPS, a Bruxelles il M5S si spacca a metà: mezzo con gli agricoltori, mezzo con gli estremisti verdi

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Non c’è pace per il Movimento Cinque Stelle a Bruxelle. La sua vita è da sempre stata complicata dal fatto di NON ESSERE STATO ACCETTATO DA NESSUN GRUPPO, e quindi dall’essere stato la stampella della Commissione Von Der Leyen in cambio di meno che un piatto di lenticchie. Ora si viene a spaccare sul voto relativo al PAC, l’importantissima e controbattuta Politica Agricola Comune, uno dei capitoli principali del bilancio comunitario.

Tutto deve essere letto nell’ottica della completa follia a-scientifica che sta colpendo Parlamento e Commissione per cui tutti sono convinti, di riuscire a modificare il clima mondiale (attenzione, mondiale, di cui l’Unione è una parte secondaria ed ambientalmente ininfluente) sulla base di costose politiche strambe e di tasse ai cittadini.

Sulle prime ci sarebbero esempi esilaranti, sulle  seconde inizierete ad accorgervene dal 2021. Fatta questa premessa il PAC doveva essere anch’esso dipinto completamente di verde, ma , per le pressioni degli agricoltori ed in generale delle associazioni di categoria, questo tocco si è limitato a qualche pennellata. Come votare allora? Qui sono iniziati i litigi.

Dei 14 deputati nove si sono schierati con il capogruppo Giarrusso votando si alla CAP; mentre cinque, Piernicola Pedicini, Eleonora Evi, Ignazio Corrao, Rosa D’Amato, Laura Ferrara, hanno votato contro, perchè anno ritenuto che la componente “Verde” non sia sufficiente e che quindi la misura sia da respingere.

Come abbiamo detto non si tratta di una posizione su un punto secondario, ma forse su quello più importante nel bilancio e nelle politiche europee. Appare evidente che un po’ di membri vuole entrare nei Verdi, dai quali sono stati già rifiutati, e quindi cerca di farsi accettare con comportamenti conclusivi, mentre una parte non s bene che strada prendere e si mantiene equidistante. Magari una scissione farà chiarezza.


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