Attualità
OPEC valuta aumento quote produttive, cala il prezzo del petrolio
L’Arabia Saudita, leader de facto dell’OPEC, e gli altri membri dell’OPEC+ stanno discutendo un aumento della produzione di petrolio, secondo quanto dichiarato lunedì dai delegati dell’OPEC, e riportato dal Wall Street Journal.
Il gruppo al completo si riunirà il prossimo 4 dicembre per definire i piani di produzione dell’OPEC+ per il gennaio 2023 e, secondo quanto riferito, il gruppo starebbe valutando un aumento fino a mezzo milione di barili al giorno. La tempistica dell’aumento dell’obiettivo di produzione – se il gruppo lo approverà – precederebbe di un solo giorno la data di entrata in vigore dell’embargo petrolifero russo dell’UE e del tetto dei prezzi del petrolio del G7.
Un aumento della produzione da parte del gruppo sarebbe uno sviluppo gradito all’amministrazione Biden, che negli ultimi mesi ha esercitato pressioni sui membri dell’OPEC affinché aumentassero la produzione. Nonostante il tentativo del Presidente Biden di persuadere il gruppo a produrre di più, la riunione di ottobre dell’OPEC+ si è conclusa con la decisione di tagliare gli obiettivi di produzione di petrolio di 2 milioni di barili al giorno per i mesi di novembre e dicembre.
Sebbene un aumento di produzione di mezzo milione di barili al giorno per gennaio sarebbe ben lontano dal compensare il taglio di produzione di 2 milioni di bpd, si ritiene che in realtà il taglio di produzione effettivo sia stato sostanzialmente inferiore, vicino a 1 milione di bpd. Anche se questo nuovo aumento di produzione è solo la metà di tale importo, la mossa potrebbe andare almeno in parte a ricucire gli steccati rotti tra l’Arabia Saudita e la Casa Bianca.
Il discorso dell’OPEC sull’aumento della produzione arriva anche a seguito di un altro evento degno di nota per la ricucitura degli steccati. La scorsa settimana, l’amministrazione Biden ha chiesto l’immunità per il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman nella causa in corso per la sua partecipazione all’uccisione del giornalista saudita di origine statunitense Jamal Khashoggi, sostenendo che la sua posizione di Primo Ministro del Regno dovrebbe servire da scudo per tali cause. La mossa è stata generalmente vista come un ramoscello d’ulivo.-+
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