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OSCE: il bando al petrolio russo colpirà sensibilmente la crescita europea

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Mathias Cormann, Segretario Generale dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), ha commentato alla CNN le ultime evoluzioni internazionali e la previsione di crescita economia europea, affermando che la guerra non manderà in recessione il continente, ma che ne hanno fortemente rivisto al ribasso la crescita.

Il costo dell’embargo UE sulle importazioni di petrolio russo ridurrebbe di per sé la crescita economica di mezzo punto percentuale nel 2023 e farebbe salire l’inflazione, ha aggiunto.

Questa proiezione dell’OCSE, tuttavia, presuppone che non vi sia una risposta dell’offerta da parte di altri Paesi produttori di petrolio.

“L’OPEC e altri Paesi potrebbero sostituire l’offerta di petrolio russo, se lo desiderano, e certamente li esorteremmo a farlo”, ha dichiarato Cormann alla CNN.

L’ultimo Economic Outlook dell’OCSE prevede che la crescita globale rallenti bruscamente fino a circa il 3% quest’anno e al 2,8% nel 2023, ben al di sotto della ripresa prevista nel precedente Economic Outlook dello scorso dicembre. Sei mesi fa, l’OCSE prevedeva una crescita globale del 4,46% per quest’anno.

“Molti dei Paesi più colpiti sono in Europa, che è fortemente esposta alla guerra attraverso le importazioni di energia e i flussi di rifugiati”, ha dichiarato l’OCSE.

“I Paesi di tutto il mondo sono colpiti dall’aumento dei prezzi delle materie prime, che aumentano le pressioni inflazionistiche e frenano i redditi reali e la spesa, frenando la ripresa”, ha commentato Cormann dell’OCSE.

Tutti gli economisti e le organizzazioni internazionali hanno rivisto al ribasso le loro proiezioni di crescita economica dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia alla fine di febbraio. Ad aprile, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha dichiarato che la crescita globale dovrebbe rallentare dal 6,1% stimato per il 2021 al 3,6% nel 2022 e 2023. Si tratta di un calo di 0,8 e 0,2 punti percentuali per il 2022 e il 2023 rispetto alle proiezioni di gennaio.

La Banca Mondiale ha dichiarato questa settimana che la guerra ha amplificato il rallentamento dell’economia globale, che sta entrando in quello che potrebbe diventare un periodo prolungato di crescita debole e di inflazione elevata, aumentando il rischio di stagflazione. La Banca Mondiale vede ora una crescita economica globale del 2,9% nel 2022, significativamente inferiore al 4,1% previsto a gennaio.

“L’aumento dei prezzi dell’energia ridurrà i redditi reali, aumenterà i costi di produzione, inasprirà le condizioni finanziarie e condizionerà la politica macroeconomica soprattutto nei Paesi importatori di energia”, ha dichiarato la Banca Mondiale.

Quindi le sanzioni al petrolio russo comunque avranno un effetto di rallentamento economico. Bisogna poi valutare in pratica quanto queste previsioni si avvereranno, perché negli anni passati non è successo spesso…


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