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Nuove frontiere del diritto: 15 anni di carcere per chi visiona un sito “estremista”

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Sono sempre più triste e amareggiato per i nostri figli. Che mondo orribile stiamo lasciando loro. Non tanto per la pur drammatica devastazione dell’ambiente o il criminale svilimento della dignità del lavoratore-cittadino allegramente perpetrato dalle socialdemocrazie europee, per nulla sociali e niente affatto democratiche. La vera perdita, la più dolorosa per noi, è quella della libertà e della speranza, della nostra cultura umanistica, della libera manifestazione del pensiero e della critica, della bellissima diversità delle tante civiltà locali europee unite dalla comunione dei valori fondanti.

Tutto perduto, affogato dal globalismo rapace dei nuovi padroni del mondo e dalla loro infima sottocultura fintamente buonista, sottocltura stracciona e aggressiva propalata dai servi a mezzo stampa. E la cosa drammatica è che i giovani più svegli se ne rendono dolorosamente conto, nonostante siano perlappunto giovani e non abbiano vissuto come noi gli anni della speranza e della fiducia.

Prima che leggiate qui sotto vi avviso: la censura che ha colpito il nostro canale YouTube è solo un’avvisaglia della repressione che ci aspetta nei prossimi mesi e anni.

Oggi infatti un giovanissimo lettore mi ha segnalato una notizia pubblicata ieri dal Guardian e ignorata dai media italiani: la banalità del male tradotta in politica, una di quelle notizie che ti lasciano senza parole, in dubbio se chiudere tutti gli account, Facebook, Google e compagnia brutta per rifugiarsi in Polonia o Repubblica Ceca. Il dubbio atroce che sia anche colpa nostra, di noi che permettiamo tutto questo alla peggiore classe politica della storia recente.

Il commento del giovane alla notizia è stato: “non sapevo che dopo il 2017 venisse il 1984”.

Ecco la notizia:

 

“Chi GUARDA materiale terroristico online rischia 15 anni di prigione.”

Amber Rudd, ministro degli interni del Regno Unito: “voglio che chi guarda spregevoli contenuti terroristici online, inclusi siti web jihadisti, propaganda di estrema destra e istruzioni per fabbricare bombe, affronti la piena forza della legge”

E ancora:

“esiste attualmente una falla nella legge circa il materiale che è letto o visto in streaming in Internet senza essere scaricato permanentemente. Questo è un mezzo sempre più diffuso di accesso online a materiale usato per fini criminali ed è il mezzo particolarmente diffuso di visione di materiale estremistico come video e pagine web”

La ministra ci rassicura (col cavolo) dicendo che sarà perdonato chi accede “solo una volta”, magari per sbaglio, ai siti in questione, e che si prevede un “ragionevole scusa” per accademici, giornalisti e altri che abbiano “legittime ragioni per visionare tali materiali”.

Assorbite la notizia. È reato non più solo il progettare un atto criminale (processo alle intenzioni) o il simpatizzare per ideologie pur deprecabili (reati d’opinione), tutte cose già passate nel tritacarne dei democratici governi occidentali e attualmente punibili dal codice penale di diversi paesi: siamo al nuovissimo reato di presa visione di un sito!

Immaginate che razza di dispositivo di spionaggio, controllo del cittadino e invasione della privacy e repressione che stanno mettendo in piedi con il pretesto del terrorismo (terrorismo fomentato dagli stessi governi, guarda caso).

Qualche domanda:

  • Chi stabilisce quali saranno i siti che fanno scattare la condanna? Vista la chiusura di blog di Sapir e del nostro canale YouTube nutriamo qualche legittimo dubbio su dove si voglia andare a parare
  • Chi decide se un cittadino accede al sito per documentarsi, per curiosità o altro pur non essendo un giornalista professionista o un accademico? La legge descritta dalla Al Phana conservatrice sembra non lasciare molta libertà al giudice.
  • E cosa ci tutela dalle incursioni furtive nei nostri PC, un trojan che registri tracce di navigazione in “siti spregevoli” che in realtà non ci siamo mai sognati di visitare? La versione moderna e digitale della bustina di droga nell’auto.
  • E infine, se pensate che la cosa non ci tocchi, quali limiti giurisdizionali si possono immaginare visto che Internet è globale? Cosa impedirà a un giudice inglese di incriminare un cittadino italiano e chiederne l’estradizione per aver visionato siti a loro dire “spregevoli”?

Osceno, vero? Un passo nel futuro prossimo: pensate ora quali leggi liberticide ci stanno preparando in Italia ed Europa nel nome della lotta al terrorismo o alle cosiddette “Fake News”, se nel liberalissimo e tollerantissimo Regno Unito, quello che lascia liberi per anni noti stupratori seriali di bambine per “non offendere la comunità pakistana”, si rischieranno 15 anni di carcere per aver aperto qualche pagina di “propaganda di estrema destra”. 

Ecco perché sono triste per i nostri figli.

Mala tempora currunt. 


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