Economia
Nord Stream2 evita il fallimento e ristruttura il debito
Con una ristrutturazione del debito Nord Stream evita il fallimento, ma non ci sono ancora le condizioni per il ritorno in servizio

Nord Stream 2, la società svizzera che sta dietro al progetto di gasdotto, ha raggiunto un accordo con i suoi creditori per ristrutturare il suo debito, come ha dichiarato venerdì un tribunale svizzero a Zug.
Venerdì 9 maggio era la scadenza fissata dal tribunale per Nord Stream 2, che doveva ristrutturare il debito e rimborsare i creditori minori o essere dichiarata fallita.
Il fallimento è stato evitato grazie all’accordo di ristrutturazione del debito annunciato oggi dal tribunale.
Nord Stream 2, un progetto da 11 miliardi di dollari per trasportare il gas naturale russo dalla Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico seguendo il percorso di Nord Stream, è stato costruito alla fine degli anni 2010. Tuttavia, il gasdotto non è mai stato messo in funzione dopo che la Germania ha interrotto il processo di certificazione all’inizio del 2022 in seguito all’invasione russa dell’Ucraina.
La Russia, da parte sua, ha interrotto il Nord Stream 1 a tempo indeterminato all’inizio di settembre del 2022, sostenendo l’impossibilità di riparare le turbine a gas a causa delle sanzioni occidentali.
Alla fine di settembre 2022 sono state scoperte perdite di gas in ciascuno dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel Mar Baltico.
I dibattiti sui gasdotti continuano nonostante non abbiano trasportato gas in Germania per più di due anni e mezzo.
Nel marzo di quest’anno, l’allora ministro tedesco dell’Economia e dell’Energia Robert Habeck ha dichiarato che le idee di resuscitare i gasdotti Nord Stream dalla Russia alla Germania erano “una direzione di discussione sbagliata”. Si sono intensificate le speculazioni sul fatto che il rilancio dei gasdotti potrebbe far parte di un accordo per la fine della guerra in Ucraina.
L’UE, tuttavia, sta cercando di porre fine alla dipendenza del blocco dall’energia russa e questa settimana ha presentato una tabella di marcia per eliminare gradualmente le importazioni di petrolio, gas ed energia nucleare russi entro il 2027.
La Slovacchia e l’Ungheria hanno però criticato il piano dell’UE, sostenendo che si tratta di un “suicidio economico” che danneggerà l’UE più della Russia. Gli stessi USA pare stiano trattando con la Russia la possibile ripresa delle forniture all’Europa.
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