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Nord Stream 2 completata, nuova Kabul di Biden

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Come scritto anche su questo Blog giovedì Gazprom ha annunciato giovedì il completamento di Nord Stream 2, il gasdotto sotto il mar Baltico che mette direttamente fuori gioco le vie di transito del gas naturale appraverso Polonia ed Ucraina.

Chi sono i vincitori e gli sconfitti di questa vicenda è facile da comprendere, basta leggere una mappa:

Europol e UPU perdono importanza rispetto ai due gasdotti Nord Stream e alle vie che giungono da sud, attraverso il Mar Nero e la Turchia, senza contare quelli non tracciati che giungono in Italia dai campi nel Mediterraneo orientale. Qui a vincere è il nuovo patto d’acciaio energetico fra Berlino e Mosca:

  • La Germania si è assicurata una fonte energetica a prezzi convenienti, anche perché non paga i diritti di transito in Bielorussia, Polonia, Ungheria e Ucraina. Dal produttore al consumatore;
  • la Russia aumenta il proprio peso come fornitore energetico dell’Europa. Non solo, ma a questo punto ha un punto di forte pressione politica verso Berlino, soprattutto in un momento in cui i prezzi del gas naturale vanno alle stelle e quest’inverno questo sarà il tema scottante (ironico…) in tutta l’Unione. Non a caso ora Gazprom ha visto un aumento dell’84% nei ricavi da gas naturale quest’anno;

Chi perde in questo confronto? Biden.

  • Si è praticamente arreso a Mosca e a Berlino, rinunciando ad applicare sanzioni economico o industriali nei confronti delle imprese tedesche in cambio di un piccolo contributo (176 milioni) della Germania a Kiev per lo sviluppo dell’idrogeno, immediatamente rifiutato dall’Ucraina. Gli impegni a “Non trasferire transiti d Ucraina a Nord Stream” sono delle promesse di carta, e le sanzioni promesse dagli USA a Mosca nel caso di utilizzo politico del gas una chimera. Russia e Germania non hanno nessun interesse a pagare i diritti di transito a terzi.
  • Trump almeno ci aveva provato a ostacolare il completamento di quest’opera, e almeno lo ha ritardato. Biden si è letteralmente arreso, esattamente come in Afganistan;
  • Esattamente come in Afganistan ha abbandonato i suoi principali alleati nell’area, cioè Polonia e Ucraina. Mentre Varsavia sta vivendo comunque un momento di crescita e può abbandonare gli introiti dal transito dei metanodotti, per Kiev i sette miliardi di dollari annui che ne derivavano sono essenziali. La dirigenza ucraina non può neppure prendere un aereo e fuggire, come h fatto il governo afgano. Alla fine sono stati traditi su tutte le linee, dalla UE, dalla Nato e dagli USA, e con le prossime elezioni si fa più probabile una deriva bielorussa.

A questo punto Carter, il presidente democratico di fine anni settanta spazzato via dalla crisi iraniana, sembra un colosso rispetto a Biden. Un presidente decadente per degli Stati Uniti che hanno perso la propria via nel mondo.

 

 

 


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