Attualità
Non dimentichiamo i mille morti del Bangladesh nel 2013. Lo sfruttamento inumano dei lavoratori
Quanti di voi ricordano la strage del 2013, in cui 1045 lavoratori morirono in Bangladesh nel crollo di una fabbrica in cui lavoravano per un tozzo di pane letteralmente, per fare ricche multinazionali come Benetton e H&M. Una strage immane, subito nascosta, che solo successivamente venne rivelata come responsabilità indiretta di questi grandi gruppi, quando le magliette firmate iniziarono a trapelare dalle macerie. Si tratta di una strage figlia della globalizzazione sfrenata e dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Dopo la strage qualcosa è successo: sono in corso importanti iniziative per ispezionare gli stabilimenti RMG per la sicurezza strutturale e antincendio. La capacità dell’Ispettorato del Lavoro e del Dipartimento dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile è stata notevolmente rafforzata. Si stanno inoltre costruendo livelli di coordinamento e collaborazione in modo che questi organismi siano in grado di assumere un efficace ruolo di supervisione normativa nei prossimi anni una volta terminato il supporto esterno.
La sicurezza e la salute sul lavoro rimangono un problema con il supporto fornito per l’attuazione della politica nazionale per la sicurezza sul lavoro (OSH). I datori di lavoro e le organizzazioni dei lavoratori stanno assumendo un ruolo attivo nella formazione di dirigenti di medio livello, supervisori e dirigenti sindacali sui temi della salute sul lavoro. Nel frattempo, a livello di fabbrica, il programma Better Work sta aiutando a creare strutture che promuovono le relazioni tra lavoratori e dirigenti in modo che i lavoratori svolgano un ruolo nel miglioramento delle loro condizioni di lavoro.
Nello stesso tempo è però necessario che US e USA fissino degli standard minimi di qualità del lavoro, giungendo a fissare perfino prezzi base per certi prodotti standard, che impediscano la corsa al taglio del costo che, con i prezzi delle materie prime crescenti , può avvenire solo sulla pelle dei lavoratori del Bangladesh!
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