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Niente accordo sul ridicolo Price Cap del gas. In parlamento si muove il gruppo ID

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Giovedì i ministri dell’energia dell’UE non sono riusciti a raggiungere un accordo sul tetto del prezzo del gas naturale, il “Price Cap” mostrando le profonde divisioni fra i vari paesi

Il ministro dell’Industria ceco Jozef Sikela ha voluto però dichiarare che i ministri sono riusciti a concordare altre “misure importanti”, tra cui l’acquisto congiunto di gas, la solidarietà nelle forniture nei momenti di necessità e l’accelerazione del processo di autorizzazione per le energie rinnovabili. Sikela ha anche rivelato che i ministri si incontreranno nuovamente a dicembre per cercare di risolvere le loro divergenze, ma le differenze sono profonde e il price cap proposto dalla Commissione era, così come studiato, inutile se non offensivo per alcuni stati.

All’inizio della settimana, la Commissione europea ha rilasciato una dichiarazione in cui ha dichiarato quello che ha definito un “tetto di sicurezza” per i prezzi del gas, fissato a 275 euro, o 283 dollari, per megawattora. La CE ha inoltre previsto di legare i prezzi a termine del gas europeo di riferimento al prezzo del gas naturale liquefatto sul mercato spot. Il “tetto del prezzo di sicurezza” scatterebbe automaticamente quando “il prezzo di regolamento del derivato TTF front-month supera i 275 euro per due settimane” e, in secondo luogo, quando “i prezzi TTF sono superiori di 58 euro al prezzo di riferimento del GNL per 10 giorni di negoziazione consecutivi nell’arco delle due settimane”. Clausole talmente restrittive dal renderle completamente inutili.

Il tetto del gas sarebbe di per se pericoloso, perché, ponendo un limite al prezzo, rischierebbe di porre gli acquisti fuori mercato. Però era comunque stato richiesto da 15 paesi e la risposta della Commissione era stata francamente una presa in giro, con uno strumento inapplicabile nella realtà. Sappiamo che la CE non voglia offendere il paese Dominus della UE, la Germania, contraria a ogni limite.

Comunque la proposta della UE ha suscitato un certo scandalo anche in parlamento e sono iniziate a partire le interrogazioni: Gli europarlamentari della Lega Antonio Maria Rinaldi (primo firmatario), Marco Campomenosi (capo delegazione Lega) e Paolo Borchia hanno presentato un’interrogazione alla Commissione europea in merito alla proposta di tetto massimo per il gas al fine di proteggere le imprese e le famiglie dell’Ue da episodi di rincari eccessivi del gas dell’Unione.  “Premesso che la proposta è allo studio da almeno 7 mesi, il meccanismo individuato scatterebbe automaticamente in presenza di entrambe le seguenti condizioni: per due settimane il prezzo di regolamento dei derivati Ttf front month è superiore a 275 euro; nelle due settimane i prezzi del Ttf superano di 58 euro il prezzo di riferimento del Gnl per 10 giorni consecutivi”, si legge nel testo dell’interrogazione. “Lo strumento così concepito provocherebbe effetti distorsivi lungo la curva forward del gas andando pertanto a danneggiare le operazioni di copertura effettuate in questi mesi da distributori e produttori”.  “A queste condizioni il meccanismo, se fosse stato già adottato, non si sarebbe attivato neanche la scorsa estate sui picchi storici di mercato”, dichiarano i tre europarlamentari Lega, per i quali “fissare un prezzo così elevato rispetto alle medie storiche, non è compatibile con i bilanci familiari e con la competitività delle aziende europee incentivando inoltre al rialzo il prezzo stesso del gas”.

Insomma il tetto al prezzo del gas studiato dalla Commissione è inutile, dannoso e non risponde alle richieste di nessuno, se non forse della Germania. L’ennesima prova della parzialità di un organo che dovrebbe essere imparziale.


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