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“Neutralità al carbonio” per il 2050? Impossibile, almeno su questo pianeta

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Una ricerca del Servizio Geologico Finlandese mette in luce la quantità di energia verde che sarebbe necessario produrre per poter abbandonare completamente sia il petrolio sia il carbone. Si tratta di una quantità enorme e di una sfida che nessuno, nella realtà, ha mai valutato.

Se consideriamo che attualmente produciamo 9,5 terawatt/h di energia elettrica da fonti rinnovabili, per superare completamente le fonti energetiche fossili dovremmo aggiungerne altri 37,67 terawatt/h aggiuntive, il tutto considerando come “Rinnovabili” o meglio non carboniche, anche le fonti energetiche nucleari. Praticamente dovremmo quadriplicarne la produzione da qui al 2050. Però questo sarebbe il problema minore. 

Le fonti rinnovabili, come vento, solare e perfino, parzialmente, l’idroelettrico, non sono continue, necessitano di grandi capacità d’immagazzinamento dell’energia, cioè di grandi batterie. Queste batterie hanno bisogno di terre rare, di materiali complessi.

 

Per diventare completamente dipendenti dalle forniture di energie rinnovabili avremmo bisogno di 11 volte le riserve mondiali attuali di cobalto, di quattro volte quelle di Litio e di Nickel, e di due volte quelle di grafite. Praticamente non ci sono, neanche potenzialmente, le materie prime necessarie per la transazione verde da qui al 2050! L’obiettivo è solo una grande, enorme illusione. Un pericoloso  e costoso sogno.

Allora, tutti questi protocolli? Tutte queste società che si fanno pubblicità parlando di “Emissioni zero”? Tutto questo non è che un modo per “Segnalare la propria virtuosità”, cioè il proprio conformismo alle affermazioni assurde, antiscientifiche, non ragionate e socialmente pericolose di una parte delle élite e dei mass media. Si è dato spazio a qualcosa di tecnologicamente, attualmente, impossibile, e le società fanno finta di allinearsi al potere. In realtà la situazione attuale è paragonabile a quella di uno scienziato dell’ottocento che avesse voluto mandare un essere umano sulla luna: magari avrebbe potuto immaginarlo, magari avrebbe anche potuto scrivere dei romanzi, come Jules Verne, su come compiere l’impresa, magari sbagliando strumento. Però, se avesse provato a compiere l’azione, avrebbe solo sprecato risorse e messo delle vite a rischio. Solo che gli uomini ottocenteschi erano molto più pratici, razionali e scientifici degli attuali dell’era d’Internet: allora la scienza si faceva e le imprese lunari restavano, giustamente, nei libri di fantascienza. Oggi invece si sacrificano ricchezze e vite per conseguire obiettivi impossibili, impoverendo intere popolazioni.


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