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Morto Li Keqiang, l’economista e primo ministro messo da parte da Xi Jinping

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L’ex premier cinese Li Keqiang è morto di infarto venerdì, appena sette mesi dopo essersi ritirato da un decennio di mandato governativo come primo ministro e come autore di molte riforme economiche cinesi. Aveva solo 68 anni. 

Un tempo considerato uno dei principali contendenti alla leadership del Partito Comunista, Li è stato messo da parte negli ultimi anni dal presidente Xi Jinping, che ha rafforzato la sua presa sul potere e ha guidato la seconda economia mondiale in una direzione più statalista. Nonostante questo, sino a sette mesi fa, era rimasto nella sua carica di primo ministro.

Un economista riconosciuto internazionalmente dedicato alla politica

L’economista d’élite Li aveva sostenuto un’economia di mercato più aperta, sostenendo riforme dal lato dell’offerta, con notevoli allegerimenti burocratici ed operativi,  in un approccio soprannominato “Likonomics” che non è mai stato completamente implementato.

Inoltre era una persona pratica e scettica che, ad esempio, non fidandosi delle rilevazioni ufficiali degli organi statai sul PIL; aveva creato un indicatore empirico molto dinamico per risucire a cogliere la crescita economica che combinava le misurazioni dellla produzione energetica, con quelli del traffico ferroviario merci e i prestiti bancari per misurare l’attività delle varie province cinesi.

Alla fine, ha dovuto piegarsi alla preferenza di Xi per un maggiore controllo statale sull’economia, e la sua precedente base di potere ha perso influenza quando Xi ha installato i suoi accoliti in posizioni di potere.

“Il compagno Li Keqiang, mentre riposava a Shanghai negli ultimi giorni, ha avuto un improvviso attacco di cuore il 26 ottobre e, dopo che tutti i tentativi per rianimarlo sono falliti, è morto a Shanghai alla mezzanotte e dieci del 27 ottobre”, ha riferito l’emittente statale CCTV. segnalato.

Un necrologio ufficiale pubblicato venerdì dai media statali Xinhua ha definito la sua morte una “enorme perdita per il partito e la nazione”, descrivendolo come un “leader eccezionale”.

“Dobbiamo trasformare il nostro dolore in forza, imparare dal suo spirito rivoluzionario, dal suo carattere nobile e dal suo stile raffinato”, ha detto Xinhua.

Il necrologio elencava i suoi risultati politici e diceva quattro volte che Li aveva svolto il suo lavoro sotto la “forte leadership” di Xi.

Deponendo una corona nell’agosto 2022 davanti a una statua di Deng Xiaoping – il leader che ha portato riforme trasformative nell’economia cinese – Li ha promesso: “Le riforme e l’apertura non si fermeranno. Lo Yangtze e il Fiume Giallo non invertiranno la rotta”.

I videoclip del discorso, diventati virali ma successivamente censurati dai social media cinesi, sono stati ampiamente visti come una critica in codice alle politiche di Xi.

Li ha anche acceso il dibattito sulla povertà e sulla disuguaglianza di reddito nel 2020 quando ha affermato che 600 milioni di persone nella nazione sempre più ricca guadagnavano meno di 140 dollari al mese.

La sua morte segna la fine di una evoluzione liberale dell’economia cinese che lascia spazio ad un controllo statale stretto, ma che non riesce a risolvere molte delle contraddizioni dell’enorme Cina.


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