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Economia

Morte del Settore Auto: Italia al cimitero, Francia in Ospedale

Il settore auto europeo è gravemente malao. Quello francese è gravemente malato, quello italiano è praticamente finito. Responsabili bruxelles e Stellantis

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Il settore auto europeo ormai è in una situazione variabile fra il cimitero e l’ospedale.

L’Italia sta avviandosi, dal punto di vista automobilistico, al Camposanto: nel 2024, la produzione di autovetture in Italia ha registrato un calo storico, con dati che evidenziano una contrazione senza precedenti recenti.

I dati non sono esattamente coincidenti, a seconda dell’autorità che li ha diffusi, ma comunque sono tragici:

  • 310.000 autovetture prodotte, secondo ANFIA, con un crollo del 42,8% rispetto al 2023.

  • 283.090 unità secondo il report Fim-Cisl, in calo del 45,7%.

  • 591.000 autoveicoli totali (auto + veicoli commerciali), in diminuzione del 32,3%, sempre secondo ANFIA, che mostra un settore commerciale meno negativo

Un Confronto storico impietoso

Confrontando questi dati con quelli storici possiamo ben apprezzare come l’Italia non ha più un settore auto, inutile girarci attorno. I picchi produttivi, per fare un confronto , sono stati i seguenti:

    • 1970: 1,85 milioni di veicoli prodotti.

    • 1989: 2,22 milioni di veicoli prodotti

    • 2017: 1,14 milioni di veicoli prodotti.

L’Italia è tornata ai livelli produttivi degli anni cinquanta, quando l’automobile era ancora un lusso.

Il declino è stato rapidissimo: nel 2024, la produzione di autovetture è scesa a livelli inferiori al 2013 (697.864 unità).

Alfa Romeo Tonale

Un disastro industriale epocale, che potremmo confrontare con un’invasione barbarica, solo che gli Unni, in questo caso, li abbiamo allevati noi e hanno approvato l’introduzione di normative devastanti, che hanno donato il settore auto nazionale a chiunque.

La Francia all’ospedale

Se l’Italia automobilistica è al cimitero, la Francia è in ospedale: la produzione di auto e mezzi commerciali francese è scesa dell’11% l’anno scorso, tornando a un livello che non si vedeva dagli anni Sessanta, Covid esclusa, secondo i dati dei produttori finali ottenuti da “Les Echos”.

Con 1,34 milioni di unità prodotte nel 2024, gli impianti di assemblaggio francesi sono tornati al di sotto del livello raggiunto nel 2021, quando il settore era alle prese con la crisi dei semiconduttori e le interruzioni logistiche.

Peggio ancora, la produzione è superiore di sole 40.000 unità rispetto al 2020, che è stato colpito da un grave confinamento e da ripetute chiusure.

Questo disastro industriale è dovuto esclusivamente a Stellantis. Il gruppo italo-francese è il produttore che ha mantenuto il maggior numero di impianti in Francia. Tuttavia, ha avuto un anno nero nel 2024: la produzione in Francia è scesa di quasi un quarto (-23%), esattamente come è successo in Italia.

Peugeut 2008

Solo 565.000 auto e furgoni sono usciti dalle catene di montaggio dei suoi cinque stabilimenti in Francia, rispetto ai 737.000 del 2023. Si tratta di un buco di 172.000 auto, profondo come se una fabbrica fosse stata cancellata dalla mappa. Mentre Stellantis produceva la metà delle auto “made in France” nel 2023, l’anno scorso ne assemblava solo il 42%.

La vera differenza fra Francia e Italia è che Parigi ha un altro produttore automobilisitco, Renault, che ha tenuto le proprie posizioni, mentre Stellantis è quasi monopolista in Italia, e noi ne abbiamo pagato a pieno i fallimenti epocali. Gli Agnelli hanno conquistato l’Italia automobilistica in quarant’anni, per poi farla implodere.

Questo disastro non muove più di tanto bruxelles, che è fra i principali responsabili del disastro (insieme a Stellantis, per la verità).

 


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